Passione di Roccia

30 Gennaio 2017

Per non perdere la tenerezza, avrebbe detto El Che. Ho fatto leggere questo racconto a Spiro Dalla Porta Xidias quasi vent’anni fa al Rifugio Pellarini sulle Alpi Giulie che gestivo. Lo lesse d’un fiato. Poi asciugandosi le lacrime balbettò: “Questo bellissimo racconto lo farai leggere a qualcuno soltanto quando io sarò morto”, e mi abbracciò. Lo ascoltai.

Uno dei grandi soprusi dell’alpinismo è stata la condanna a priori che il mondo degli scalatori ha inflitto a Severino Casara, forse proprio a causa della sua dichiarata omosessualità, a prescindere da quei famosi due o tre metri sul Campanile di Val Montanaia.

Questo è un racconto che ho creato sui fatti realmente accaduti a pochi mesi dalla morte di Emilio Comici. Ho frequentato Casara negli ultimi anni della sua vita nel suo appartamento/museo di Viale Margherita a Vicenza. Sia Spiro che io eravamo stati messi al corrente di questo innamoramento, sebbene quasi sicuramente non corrisposto al di là della loro forte amicizia.

Ora che nemmeno Spiro non c’è più e i fatti sono relegati alla storia, mantengo la promessa fatta. Spero questo aiuti un pochino a rivalutare il personaggio e il genio di Severino Casara... senza perdere la tenerezza.

Franco Perlotto
guida alpina e gestore del Rifugio Boccalatte - Piolti alle Grandes Jorasses

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