Giardino alpino ed arboreto della Sezione di Torino del CAI al Monte dei Cappuccini
(di Piero Reposi)

La Sezione di Torino del CAI ha radici al Monte dei Cappuccini da molti anni. La storia inizia con la Vedetta Alpina, primo embrione dell'attuale Museo Nazionale della Montagna, inaugurata il 9 agosto 1874. Il CAI entrò nei locali dell'ex convento, acquisiti dalla Città di Torino nel 1871, sempre con il Museo e la Vedetta, nel 1877; Museo che nel 1942 assunse l'attuale denominazione di "Nazionale" e l'intitolazione a Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi, alpinista ed esploratore di fama mondiale.

Le attività della Sezione approdarono al Monte dei Cappuccini nel 1891, con la Palestra ginnico - ricreativa che oggi, a molti anni di distanza, ha assunto il nome di Centro Incontri "Monte dei Cappuccini" del CAI Torino.
È significativo ricordare che nel 1893 venne realizzata l'Aula Maxima, ora nota come "Sala degli Stemmi", riccamente affrescata, testimonianza di una continuità di attività associative al Monte dei Cappuccini.

Sono pochi ormai coloro che sanno della passata esistenza del Giardino Alpino che era stato a suo tempo voluto e creato sul Monte dove sorge il complesso del museo, e che oggi non esiste più, o di cui ben poco rimane... La Bastia fortificata e la chiesa di Santa Maria del Monte, inclusa nelle opere di fortificazione che per secoli hanno protetto e difeso la città sabauda, luogo di preghiera e di culto d'antica origine medioevale, trasformata via via negli anni a venire, è diventata l'attuale complesso cappucciniano. Molto si è scritto e molto si scriverà ancora, poiché gli storici, indomiti archeologi del tempo trascorso, sicuramente troveranno altre notizie da trasmettere alle future generazioni.
Nella bibliografia ufficiale, poco si dice (e quasi nessuno si ricorda), che proprio la Sezione del CAI di Torino, per opera del dottor Ubaldo Valbusa e di Ferruccio Guidetti, alla fine del secolo scorso e nei primi anni del nuovo, creò lungo le falde del Monte un vero paradiso verde, con tanto di stradine e sentieri: il giardino alpino denominato "Allionia".

L'idea di creare un giardino alpino nacque probabilmente in seno al CAI già verso il 1894/1895. È difficile stabilire la data esatta, stando ai pochi documenti a noi pervenuti, ma una cosa è certa: nel 1898 una parte delle piantine che poi saranno successivamente interrate, erano già nate in cattività. Da ciò si desume che esse erano state seminate da qualche tempo e che pertanto l'idea era vecchia già di qualche anno.
Il giardino, per unanime volontà dei Consiglieri, e non per ultimo dello stesso Valbusa, fu chiamato "Allionia" in omaggio "alla memoria di Carlo Allioni, padre dei botanici piemontesi, contemporaneo ed amico del grande Linneo, precursore dell'alpinismo, colle sue numerosissime esplorazioni alpine scientifiche, nel tempo in cui le Alpi presentavano tante difficoltà, ed erano più temute che amate e studiate; ciascun'aiuola poi ricorderà con relativa targhetta, uno per uno il nome degli altri botanici piemontesi ed italiani, che hanno studiato la botanica sistematica della catena alpina ed appenninica, nonché la flora delle montagne di tutti i continenti, ivi compresi scienziati e raccoglitori, creatori di stupendi erbari, vanto delle università italiane".


Esso ufficialmente nasce il 16 giugno del 1901, quando per volere della Sezione ci fu l'inaugurazione ufficiale, con la posa di una lapide marmorea (oggi conservata all'interno del Museomontagna nella sala dedicata alla botanica). In quell'occasione i soci giovani onorarono, offrendo loro un ricordo, i colleghi venticinquennali.
La targa marmorea era stata apposta al muro di cinta, verso nord, vicino all'Abies Pectinata DC, dedicata al Re Umberto I e piantata l'anno prima durante la cerimonia funebre per il regicidio avvenuto a Monza.


Non va dimenticato che il 10 Novembre del 1898, in occasione del piantamento della prima Abies Pectinata DC, fu indetta una cena ufficiale cui parteciparono, oltre ai membri della commissione Ferruccio Guidetti, Filippo Vallino e Ubaldo Valbusa, numerosi soci, personalità del Comune di Torino, varie guide ed alpinisti famosi. Durante la serata il socio poeta Angelo Rizzetti declamò una lunga poesia, dedicata al piantamento del primo albero, secondo le gioiose usanze della Belle Epoque.
Tutto quanto rimane del Giardino Alpino "Allionia" è una targa di marmo (foto in alto) conservata al Museo della Montagna...

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