Polarsirkel 67

14 Maggio 2019

Il racconto della spedizione alpinistica torinese del 1967 al Circolo Polare Artico

[...] Cominciammo subito a porre l'assedio a quello che avevamo deciso essere il nostro obiettivo girandogli attorno con una serie di incursioni di cui parla Paolo nel suo diario ma di cui io non ricordo nulla, forse proprio a causa loro scarso interesse alpinistico, se non i relativi ritorni con un morale ogni giorno più basso a causa della pioggia.

Proprio per evitare subito un naufragio totale, si decise di provare lo stesso, nonostante la pioggia battente che continuava a scorrere lungo le placche lisce e probabilmente piene di licheni del pilastro Sud del “Geit”, cui pensavamo tutti e tre durante le brevi “notti” che passavamo col chiarore della mezzanotte locale, nell'umidità del sacco a pelo. Dopo tre ore di marcia sotto la consueta pioggia, nel fango, in una boscaglia priva di sentiero, cominciai a salire sulla neve fradicia che lambiva la parete e poi fra questa e la roccia che in basso era stata lisciata dall'antico ghiacciaio.

Appena questa si articolava in una serie di fessure dove si poteva piantare qualche chiodo lasciai generosamente il comando a Ennio con il classico “vai avanti tu”. Di lì in avanti la roccia si faceva verticale: con la mia consueta ipocrisia pensavo che il mio dovere a quel punto dovesse finire lì...

I due successivi tiri di corda furono di una roccia che presentava qualche strapiombo e qualche placca liscia che superammo con caparbietà in quattro ore. Ma il ghiaccio era rotto, lasciammo lì corde e chiodi per risalire più in fretta il giorno dopo con altro materiale ma purtroppo fra i materiali a nostra disposizione mancava una cosa fondamentale che io avevo completamente dimenticato di comprare a Torino: I chiodi ad espansione.

Credo che a quell'epoca nessuna spedizione rinunciasse, data la posta in gioco, solo per una questione etica, a questo risolutivo arnese che all'epoca necessitava per essere usato di un banalissimo scalpello senza necessariamente usare il tassellatore pneumatico con relativo compressore che Maestri aveva usato sul Cerro Torre [...]

Leggi l'articolo di Alberto Marchionni, Paolo Rattazzini e Ennio Cristiano e guarda il video della spedizione su Monti e Valli >