Medicina di montagna, alpinismo e arrampicata. Il CAI Eagle Team tra Courmayeur e la Valle Orco

26 Aprile 2024

La scorsa settimana si è svolta la quinta sessione del progetto di formazione alpinistica del Club alpino italiano e del Club alpino accademico italiano 

Una mattinata dedicata agli aspetti sanitari connessi alla pratica alpinistica ha aperto la quinta sessione formativa del Cai Eagle Team. 

La settimana scorsa a Courmayeur, presso la sede di Fondazione Montagna Sicura, i 15 alpinisti e alpiniste hanno potuto approfondire temi come l'approccio al trauma alpinistico e l'allerta dei soccorsi, le procedure per effettuare la prima diagnosi sul trauma, l'ipotermia e i congelamenti, l’alimentazione nelle spedizioni, i fulmini, le folgorazioni, le punture da insetto e i morsi di serpente. Questi aspetti sono stati affrontati da alcuni tra i maggiori esperti nell’ambito della medicina e del soccorso in montagna: Luigi Festi (direttore del Master in Mountain Medicine e del Master in Mountain Emergency Medicine presso l’Università dell’Insubria e vicepresidente della Società italiana medicina di montagna), Luigi Vanoni (vicepresidente della Commissione centrale medica del Cai), Mario Milani (direttore della Scuola Medici del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico), Paolo Comune (direttore del Soccorso alpino valdostano), Stefano Trinchi (Consiglio direttivo Società italiana medicina di montagna) e Lorenza Pratali (cardiologa presso l’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa).  

L’attività alpinistica in Valle Orco 
I componenti del Cai Eagle Team si sono poi trasferiti a Ceresole Reale, porta piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso, per la sessione formativa dedicata alla ripetizione di vie multipitch e alla tecnica di scalata in fessura in Valle Orco. Sulle pareti del Caporal e del Sergent si sviluppò, all’inizio degli anni Settanta, il movimento del Nuovo Mattino, un nuovo modo di concepire l’alpinismo, lontano dall’interpretazione retorica della “conquista” della vetta.  

«Nonostante il freddo e il vento tutti sono riusciti a scalare e a effettuare salite interessanti», racconta Matteo Della Bordella. «L’obiettivo, riuscito, di questa settimana non era solo la ripetizioni di vie lunghe. Si voleva dare ai ragazzi un focus sulla scalata trad e sulle tecniche di scalata in fessura, fondamentali per la prossima spedizione in Patagonia, cosa a cui non tutti sono abituati».

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Foto: Daniele Lo Russo sul Sergent. Credits: Pietro Bagnara e Open Circle