La musica a Torino ai tempi di Federico Collino

23 Febbraio 2017

Giovedì 23 febbraio 2017, ore 18:00, Sala Stemmi, Museo Nazionale della Montagna - Torino. Ingresso gratuito.

In occasione della mostra antologica Federico Collino tra musica e pittura. Dal Conservatorio di Torino ai paesaggi della Valle di Viù  che il Museo Nazionale della Montagna, in collaborazione con la Società Storica delle Valli di Lanzo, dedica fino al 17 aprile al musicista compositore, ma anche valente pittore Federico Collino è in programma un concerto che vedrà la partecipazione delle violiniste Alessandra Génot ed Anna Castellani, del soprano Serena Rubini e del pianista Massimiliano Génot. Quest'ultimo studioso del repertorio di Collino.

Il concerto prende avvio dalle musiche d’occasione scritte da Joseph o Giuseppe Collino, nato a Pinerolo nel 1846 e morto a Torino nel 1910, secondo le ricerche condotte da Guglielmo Berutto. La  coincidenza della città natale, Pinerolo, con quella di Federico Collino potrebbe far pensare ad una possibile parentela. I due Valse di Joseph Collino si fanno apprezzare comunque per il loro ingenuo charme, così come la Marcia d’La Val Sopata, scritta per il Lunedì Grasso del Carnevale del Circolo degli Artisti, poche settimane prima dell’entrata in guerra dell’Italia nel Primo Conflitto Mondiale, evento che avrebbe spazzato per sempre il clima della Belle Epoque dalle sale d’Europa.

Le didascalie di Federico rendono bene l’atmosfera festosa del Circolo degli Artisti e l’elegante ironia del compositore,  accostabile a quella di Erik Satie, operante negli stessi anni a Parigi. Seguono una pagina d’album, Lasciami Dormir! descrivente un congedo che potrebbe far pensare ad un amore nascente, oscillante tra sogno e fantasia, mentre l’Aria Colsi per mio diletto è tratta dall’opera Donna Fabia, operina  ambientata in un Medioevo fiabesco e delicato che sembra richiamarsi alla nostalgia per il Gotico, quella stessa che ammaliò la cultura torinese tra Otto e Novecento  dando  vita all’edificazione del complesso del Borgo Medievale del Valentino, ed alla splendida fioritura urbanistica neogotica dei quartieri residenziali della città.

Il Sogno, lirica su testi di Ada Negri, segna poeticamente il passaggio al Novecento, sia dal punto di vista musicale che testuale. La poesia è dedicata dalla Negri alla figlia adolescente Bianca, di quindici anni, di cui la madre intuisce il desiderio di libertà ed autonomia: "Non ti basto, lo so: già i tuoi grandi occhi guardano ad un sogno ov’io non oso entrare”. Un testo di notevole caratura al quale Federico Collino reagisce con una sorprendente  torsione del suo linguaggio in senso modernista, abbandonando ogni carattere strofico e convenzionale  per sottolineare alla maniera dei simbolisti francesi ogni sfumatura semantica, il tutto con grande libertà di condotta  armonica, metrica  e di ricerca di nuove sonorità.

La seconda parte del concerto si apre con un ricordo di Leone Sinigaglia, noto musicista torinese estimatore di Federico Collino, come testimoniato da fotografia con dedica appartenuta al nipote Manlio Collino. Si prosegue  con un omaggio al musicista di origine parmense Giovanni Bolzoni,  ottimo maestro  di Sinigaglia e di Collino  e che pose le basi insieme a quest’ultimo affinché il Liceo Musicale di Torino potesse assurgere di lì a poco al rango di Conservatorio di Stato. Il Notturno di Federico Collino, per due violini e pianoforte,  si congederà  dal pubblico con la grazia Liberty della sua  felice  e disarmante ispirazione: un ascolto che varrebbe di per sé tutto il concerto.

Federico Collino diplomatosi nel 1891 in Contrappunto e Composizione, nello stesso anno viene assunto dal Comune di Torino con nomina a Maestro di oboe e fagotto presso il Liceo Musicale. Dal 1892 inizia a rappresentare alcune sue composizioni, a partire dal Circolo degli Artisti di Torino, con l’opera comica in tre atti Donna Fabia, su libretto di Desiderato Chiaves. Suona come primo oboe e corno inglese al teatro Regio e al teatro Carignano; dirige al teatro Vittorio Emanuele come Maestro sostituto per la stagione autunnale 1895. Parallelamente, coltiva la passione per la pittura.

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