Accadde oggi, un ricordo del “Fortissimo”

17 Aprile 2020

Il 17 aprile 1909 nasceva a Cervignano del Friuli Giusto Gervasutti, uno dei più grandi alpinista degli anni ’30 e ’40 del secolo scorso

Sebbene siano trascorsi quasi settantaquattro anni dalla sua scomparsa, avvenuta sul finire dell’estate 1946 a causa di un incidente alpinistico, il nome di Giusto Gervasutti non è mai stato dimenticato nell’ambiente alpinistico. Ancora oggi il “fortissimo” – così era stato denominato Gervasutti da un giornalista del tempo – ha un posto di rilievo nella mitologia del mondo delle altezze. Non per nulla, dopo la sua morte, l’alpinismo torinese conobbe una parentesi di profonda depressione che la marchiò a fuoco per diversi anni, bloccandone ogni impulso creativo.

In realtà, Gervasutti non era torinese: era diventato un cittadino del capoluogo subalpino per scelta. Nato a Cervignano del Friuli il 17 aprile 1909, si era trasferito nella città sabauda solo nel 1931, per motivi di lavoro e per frequentare l’università. L’ambientazione in città e l’approccio con l’ambiente alpinistico torinese non gli avevano creato problemi ed erano stati abbastanza semplici. Le prime uscite alpine con i nuovi amici piemontesi erano cominciate già durante l’estate e l’inverno successivo (Giusto era anche un appassionato dello scialpinismo).

Poi, a partire dal 1933, l’attività alpinistica di Gervasutti era diventata davvero frenetica. Presto aveva cominciato ad arrampicare con gli scalatori torinesi più in vista, aggiungendo alle esperienze degli occidentalisti interessanti novità: Giusto possedeva infatti il bagaglio tecnico proveniente dalla scuola dolomitica, era forte e atletico, disinibito sul verticale, abile in arrampicata e capace di immaginare e progettare vie nuove di grande respiro. In breve, le sue scalate nel gruppo del Monte Bianco divennero leggendarie.

Nel 1935, ad esempio, con Renato Chabod, Gervasutti portò a termine la seconda salita dello Sperone Croz sulla parete nord delle Jorasses, una delle maggiori sfide alpinistiche di quel periodo. L’anno dopo fu la volta di una delle sue imprese più belle: la prima ascensione della parete nord ovest dell’Ailefroide, in Delfinato, con Lucien Devies. Nel 1938 Riccardo Cassin gli soffiò la “prima” dello Sperone Walker alle Grandes Jorasses. Poco dopo, però, Giusto si prese la rivincita tracciando con Boccalatte una magnifica linea sulla parete sud ovest del Picco Gugliermina, sempre nel massiccio del Monte Bianco.

Seguirono stagioni in cui, anche per il friulano, l’attività lavorativa, divenuta più presente, lasciava meno tempo libero all’alpinista friulano. Tuttavia, nel 1939, con Paolo Bollini, Gervasutti trovò il modo di vincere in prima ascensione il Pilone nord del Frêney. Poi arrivò la triste parentesi della guerra. E tuttavia, nell’estate del 1942, Giusto e il saluzzese Giuseppe Gagliardone riuscirono a superare in prima ascensione la temibile parete est delle Grandes Jorasses.

Ormai però la formidabile carriera alpinistica del “fortissimo” si stata avvicinando al suo epilogo. Il 16 settembre 1946, mentre con Gagliardone tentava di aprire una via sul Mont Blanc du Tacul lungo il pilastro che oggi porta il suo nome, Gervasutti incappò in un incidente che gli causò la morte. Solo un anno prima, nel 1945, Giusto aveva pubblicato la sua autobiografia, Scalate nelle Alpi.

Nel 1948 la Sezione di Torino del CAI dedicò alla memoria del grande alpinista la sua prima e prestiogiosa Scuola Nazionale di Alpinismo G. Gervasutti. Dalla sua fondazione la scuola ha rappresentato un punto di riferimento per alpinisti e arrampicatori piemontesi e non: tra le file degli istruttori, ma anche tra gli allievi usciti dai vari corsi, sono emersi molti tra i migliori alpinisti delle ultime generazioni.

 

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