La spedizione in Antartide del Cai-Cnr

08 Gennaio 2020

L’alpinista biellese Gian Luca Cavalli con Marcello Sanguineti e Manrico Dell’Agnola, tutti accademici del Cai, svolgeranno ricerche scientifiche sulla contaminazione di microplastiche nei ghiacci australi ed esploreranno un’area quasi sconosciuta

Dopo più di un anno di preparativi e di attese per avere il permesso di attracco l’alpinista biellese Gian Luca Cavalli, con i compagni Marcello Sanguineti e Manrico Dell’Agnola, è partito sabato da Roma: direzione Antartide.

L’obiettivo dei tre sarà quello di salire alcune pareti e vette inviolate nella Graham Land, la parte della Penisola Antartica situata a nord di 66°S. In particolare, l’attenzione dei tre alpinisti sarà rivolta alla Trinity Peninsula, all’area del Gerlache Strait e alla Wiencke Island.

Il campo base sarà lo yacht australe Ice Bird, dal quale i tre sbarcheranno per effettuare le esplorazioni e le scalate; gli spostamenti sulla terraferma avverranno con gli sci e le slitte trainate da loro stessi.

Durante la spedizione verrà svolta un’attività scientifica, nell’ambito della collaborazione di Marcello Sanguineti con l’Istituto di Scienze Polari (Isp) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), per lo svolgimento del progetto ECO AS:TRA (Emerging COntaminants in Antarctic Snow: sources and TRAnsport; PNRA18_00229), approvato per il finanziamento dal Programma Nazionale di Ricerca in Antartide.

I tre alpinisti effettueranno prelievi di campioni di neve a diverse quote. Poi, sulla Ice Bird, sottoporranno la neve prelevata, ormai ridotta allo stato liquido, a un processo di estrazione in fase solida (Spe), che consentirà di portare in Italia i campioni per analisi ed elaborazione dati.

L’obiettivo della ricerca è quello di studiare la presenza di contaminanti di nuova generazione nelle aree polari, analizzarne i meccanismi di trasporto e, successivamente, valutare le possibili ricadute in zone antropizzate. Atterrati a Ushuaia, Cavalli, Sanguineti e Dall’Agnola, si sono già imbarcati per attraversare lo stretto di Drake che separa la Patagonia della penisola antartica. Li attendono cinque giorni di navigazione in uno dei mari più tempestosi, con onde alte fino a 40 metri.

A supportare l’iniziativa il Club alpino italiano a livello centrale, la sezione di Biella e il Club alpino accademico italiano. «Siamo convinti che sia importante dare appoggio a chi, come Cavalli e i suoi compagni, sanno sognare e perseguono un desiderio di conoscenza» dice Eugenio Zamperone, presidente del Cai Biella.


Il sistema Biella, nel solco della tradizione. Da Vittorio Sella ai fratelli Piacenza
Il supporto di CAI e Fondazione CRB

Determinante nell’organizzazione della spedizione è stato il supporto della sezione di Biella del Club alpino italiano, che ha saputo coinvolgere una serie di attori sia a livello locale che nazionale. Una spedizione in Antartico richiede permessi non così facili e immediati da ottenere.

La spedizione, che si iscrive nel solco delle spedizioni alpinistico-esplorative della tradizione biellese dei Sella (Vittorio Sella fu compagno di spedizione del Duca degli Abruzzi), dei Piacenza, di padre De Agostini, di Ugo Angelino (K2) e poi di Guido Machetto ed Enrico Rosso, è patrocinata dal Cai centrale e dal Club alpino accademico.

A livello locale è stato prezioso l’aiuto offerto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e il patrocinio del comune. La spedizione sarà anche ambasciatrice di Biella Città Creativa.

Lo spirito creativo biellese è stato terreno fertile perché l’alpinismo, che nasce in epoca romantica in Inghilterra, potesse attecchire proprio qui e qui potesse svilupparsi quella scuola di fotografia di montagna di cui Vittorio Sella è stato pioniere.

 

I numeri: un anno e più di preparativi

Gian Luca Cavalli ha lasciato Vigliano venerdì 27 dicembre alla volta di Genova. Lì ha incontrato gli altri compagni d’avventura. Preparati i bagagli, insieme, hanno volato sabato prima per Roma e poi per Ushuaia, Argentina,Terra del Fuoco. Dopo un giorno trascorso lì per gli ultimi acquisti, si sono imbarcati ieri sulla Ice bird, lo yacht oceanico che li porterà in Antartide e che sarà il loro campo base.

Avranno mille chilometri da attraversare passando da Capo Horn, un tratto di mare dove si sono registrate onde alte anche 40 metri. Avranno poi una ventina di giorni per esplorare l’area, fare ricerca scientifica e scalare montagne inviolate alte fino a 3500 metri. Le temperature, là è l’estate australe, si attestano sui meno 25 gradi.

Scesi sulla penisola antartica ognuno dei tre avrà sulle spalle 30 kg di materiale tra cambi, generi di sussistenza, materiali d’arrampicata, fotocamere e obiettivi, e il materiale scientifico messo a disposizione dal Cnr.

Con loro ognuno avrà anche un pannello solare per poter ricaricare la strumentazione elettronica tra cui il gps per comunicare con l’Italia. Gli spostamenti avverranno con gli sci e con la slitta che ognuno dovrà trainarsi. Per il mangiare dovranno adattarsi a cibi liofilizzati, in totale ne hanno una scorta di 25 kg. La spedizione, per cui c’è voluto più di un anno di preparativi, costa complessivamente 75 mila euro.