Gasherbrum VII e la caduta di Francesco Cassardo: ecco cosa è successo

23 Luglio 2019

Sulla pagina Facebook Cala Cimenti Cmenexperience Cala Cimenti e la moglie, Erika, raccontano quanto avvenuto sul Gasherbrum VII: la caduta di Francesco Cassardo, i primi soccorsi e l'interminabible attesa degli elicotteri dell’esercito pakistano.

«Sono arrivato in cima al GVII, ero felicissimo, non riuscivo a crederci! Ho chiamato Erika per farle sapere che ce l'avevo fatta!

Francesco non è arrivato in cima, gli mancavano 150mt, non è riuscito a superare un crepaccio e poi era preoccupato per la discesa. Voleva conservare lucidità e forza.

Quando ho incontrato Francesco durante la discesa con gli sci la parte più ripida non l'avevo ancora fatta.

Quando sono arrivato in fondo gli ho scritto con l'inReach che la discesa non era semplice e di fare la prima parte dalla cima che era leggermente meno ripida per provare.

Gli ho detto che se non si sentiva a suo agio era meglio togliere gli sci per la seconda parte.

La montagna è molto ripida specialmente nella parte inferiore e la neve era molto dura, condizioni perfette per un buon sciatore ma che non permettono errori.


Francesco prima della caduta. È quel puntino nero che si vede al centro della foto


Francesco ha fatto un errore proprio all'inizio della parte più ripida e ha iniziato a precipitare testa-piedi testa-piedi per 450mt, saltando in velocità la terminale e fermandosi solo alla base della montagna.

Nella caduta ha perso tutto, zaino e vestiti, rimanendo solo con la maglietta intima strappata.

"Cala ha visto Francesco cadere. Mi ha chiamata urlando" - racconta la moglie Erika - "Amore è caduto, Francesco è caduto, non si muove chiama l'elicottero. Aiutami. Chiama subito l'elicottero"

E così è partita la macchina dei soccorsi. Abbiamo fatto tutto il possibile per non perdere nemmeno un minuto di tempo.

Cala è corso da Fra e mi ha richiamato "Francesco è vivo ma è grave, aiutateci", ha fatto il possibile per prestare il primo e fondamentale aiuto.


I primi soccorsi gestiti da Cala


Il momento più difficile? - racconta Cala - Sicuramente la sera quando ho capito che l'elicottero non sarebbe arrivato e quindi ho dovuto lasciare solo Francesco per circa 2 ore, che stavo riscaldando col mio corpo, abbracciandolo, per andare a prendere i sacchi a pelo e il fornelletto in tenda.

Ho seriamente temuto di trovarlo morto al mio ritorno, e invece respirava ancora. Per la seconda volta quel giorno mi ha stupito. Ha dimostrato una grande forza»

 

Le condizioni di Francesco

Ieri sulla pagina Facebook di Francesco finalmente la bella notizia:

«Oggi alle 14.30 riceviamo dalla sorella di Francesco il messaggio che tutti aspettavamo: "La tac non evidenzia nessun trauma alla colonna cervicale, nessun trauma all'addome e nessun versamento, nessun trauma e versamento al cervello. Ha una frattura ad un polso e forse al gomito. Forse anche qualche dito. Ci sono congelamenti alle dita delle mani e al naso. Se è in grado di volare potrebbero spostarlo a Islamabad".

Francesco è una roccia, siamo tutti stupiti e commossi dalla sua resistenza e dalla capacità di lottare. 
I genitori di Fra partiranno per il Pakistan per riabbracciarlo e dargli il sostegno di cui ha bisogno. 
"Contiamo di riportarlo a casa al più presto" ci scrive Irene. Non vediamo l'ora!»