Meteo e bollettino valanghe per il week-end del 7-8 aprile 2018

06 Aprile 2018


La situazione innevamento e pericolo valanghe di Arpa Piemonte per il weekend.

 

Sabato 7 aprile: pericolo di valanghe spontanee e provocate in rapido aumento per riscaldamento

In tutti i settori il rigelo non ottimale e lo Zero Termico fino a 2500-3000m determinano già nella mattinata una rapida perdita di stabilità del manto nevoso. Sono possibili valanghe spontanee di medie dimensioni, di neve umida a debole coesione o a lastroni, più probabili in corrispondenza di barre e canali rocciosi, al di sopra dei 2300-2600m. Al di sotto dei 2200-2400m sono da attendersi valanghe da reptazione e di fondo di neve umida o bagnata, durante l’intero arco della giornata, dai pendii non ancora scaricatisi. In relazione agli importanti quantitativi di neve al suolo nei bacini valanghivi in quota, non si escludono singole grandi valanghe. Nei settori di confine e in generale al di sopra dei 2400-2700m i recenti accumuli possono ancora essere sollecitati al passaggio del singolo sciatore su alcuni pendii ripidi, in corrispondenza di creste, cornici e imbocchi di canali; il rialzo termico durante la giornata favorisce la sollecitazione di strati deboli più profondi. Si raccomanda di considerare adeguatamente l’orario di rientro.

 

Domenica 8 aprile: nuove nevicate sui settori SW, aumento del pericolo dalla serata di domenica

In tutti i settori, al di sopra dei 2300-2500m, sono ancora possibili scaricamenti e valanghe spontanee di medie dimensioni, più probabili sui pendii ripidi in corrispondenza di affioramenti rocciosi. Sui settori meridionali la presenza di neve sahariana costituisce un piano preferenziale di scorrimento. Sotto i 2200-2400m sono ancora da attendersi valanghe da reptazione e di fondo di neve umida o bagnata. Nei settori di confine e in generale al di sopra dei 2400-2700m, sui pendii ripidi in corrispondenza di creste, cornici e canali, sono presenti residui lastroni che possono ancora essere sollecitati al passaggio del singolo sciatore; il rialzo termico durante la giornata indebolisce i legami interni al manto aumentando la probabilità di sollecitare anche strati deboli più profondi. Nuove nevicate dalla giornata di domenica a lunedì con venti forti da SE, con i quantitativi maggiori attesi sui settori sudoccidentali, determinano una ripresa dell’attività valanghiva spontanea legata principalmente agli strati superficiali, con valanghe di piccole o medie dimensioni, più probabili alle esposizioni sudorientali (E-SE-S).

 
Innevamento

Dalla mattina di martedì fino alla serata di mercoledì una nuova perturbazione ha interessato la nostra regione: sui settori settentrionali ed occidentali la quota neve inizialmente è oscillata tra i 1400-1700m scendendo fino ai 1100-1200m nella giornata di mercoledì; sui settori meridionali invecela quota neve nella giornata di martedì si è assestata intorno ai 1500-1700m, per poi alzarsi progressivamente nella giornata di mercoledì. Complessivamente sono stati registrati, a 2000m di quota, 15-25cm di nuova neve sui settori alpini N e S, 25-40cm sui settori occidentali. La forte ventilazione da N-NW, registrata già in corso di nevicata, ha rimaneggiato la neve recente, con formazione di accumuli alle quote superiori i 2400-2600m in prossimità di creste, dorsali e canali. Il sensibile aumento delle temperature, nelle giornate di giovedì e venerdì, ha determinato un importante assestamento del manto nevoso.

 

Manto nevoso

Sui settori settentrionali ed occidentali, alle quote superiori i 2400-2600m dove le nevicate sono state asciutte, sono presenti nuovi accumuli a tutte le esposizioni in corrispondenza di creste canali e dorsali, oltre ad evidenti cornici verso le esposizioni orientali. Al di sotto dei 2000-2300m le nevicate sono state con alto tenore di umidità, in particolare sui settori meridionali dove lo zero termico si è mantenuto più elevato; in questi settori è stata segnalata la presenza di neve rossa, depositatasi durante la recente nevicata. Sui versanti soleggiati l’irraggiamento determina rapidamente la formazione di croste da fusione e rigelo, più o meno portanti a seconda della quota e della pendenza. Già a partire dalla fine della nevicata si è osservata una ripresa dell’attività valanghiva spontanea, con distacchi di piccole o medie dimensioni dai pendii a tutte le quote ed esposizioni, di fondo e da reptazione, più diffusi sui settori alpini meridionali.

 

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