Soccorso alpino e speleologico, oltre 10mila missioni nel 2022

21 Marzo 2023

I dati sulle attività 2022 del Cnsas segnano una significativa tendenza al rialzo, in particolare degli incidenti in mountain bike. Il numero delle missioni è aumentato di quasi il 10% rispetto all'anno precedente. Salito del 13,5% anche il numero delle persone decedute, in totale 504.

10.367 missioni di soccorso (+9,8% rispetto al 2021) per complessive 10125 persone soccorse, di cui 5823 feriti e 504 persone decedute (+13,5%). Sono questi i numeri principali, che segnano una significativa tendenza al rialzo, dei dati 2022 delle attività del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico su tutto il territorio nazionale (con l’esclusione della Valle D’Aosta).

Nelle varie missioni sono stati impegnati un totale di 41.057 tecnici, volontari che garantiscono un’attività operativa 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Importante, in questo contesto, anche l’impegno delle unità cinofile del Cnsas chiamate ad operare 263 volte in eventi valanghivi e ricerca persone disperse.

 

Le cause degli interventi

Le cause degli interventi sono dovute principalmente a tre fattori: la caduta/scivolata (45,9% degli interventi), l’incapacità durante l’attività svolta (26,3%) e il malore (13,7%). Seguono con valori decisamente più contenuti il maltempo (3,7%) e lo shock anafilattico (0,80%).

 

Le attività svolte durante gli incidenti

Le attività maggiormente coinvolte e cause degli incidenti e relativi infortuni sono l’escursionismo (50,2% dei casi), la mountain bike (9,0%, con un trend in forte crescita di anno in anno negli ultimi 5 anni), lo sci alpino (7,8%), l’alpinismo classico (5,4%) e la ricerca di funghi (4,2%). Diversi gli interventi durante l’attività venatoria (1,1%).

 

Lo stato fisico delle persone soccorse

Nel 2022 hanno perso la vita in ambiente impervio 504 persone con un importante incremento rispetto al 2021 (+13,5%). 4297 sono state le persone recuperate ferite in modo leggero, 1298 i feriti gravi, 228 i feriti con compromesse funzioni vitali, 3714 gli illesi (persone in difficoltà a causa delle condizioni morfologiche, dello stato dei terreni come la presenza di neve e/o ghiaccio al suolo, oppure per incapacità e/o inadeguatezza dell’attrezzatura, calzature o abbigliamento a seguito) e 84 i dispersi.

 

L’identikit delle persone soccorse

L’identikit medio della persona soccorsa è rappresentato da un uomo italiano tra i 50 e i 60 anni, leggermente ferito dopo essere scivolato in un’escursione durante il mese di agosto.
L’84,7% delle persone soccorse è di nazionalità italiana e il 68,1 % è di sesso maschile. Il 16,73% ha tra i 50 e i 60 anni, il 13,40% tra i 60 e i 70 anni, il 12,80% tra i 20 e i 30 anni e l’11,54% oltre i 70 anni.

 

Quando e dove intervengono i soccorsi

Il 50% degli interventi del Soccorso alpino e speleologico si concentra nei mesi estivi di giugno (9,5%), luglio (14,6%), agosto (16%) e settembre (10,1%). Numeri confermati dalla tipologia principale di attività svolta dalle persone soccorse – l’escursionismo – che, per l’appunto, è svolta maggiormente durante i mesi più caldi dell’anno.
La regione che ha visto il maggior numero di interventi è il Trentino Alto Adige (24,8%), seguito da Piemonte (20,2%) e Lombardia (14,2%).

 

Gli interventi con l’utilizzo di elicotteri

Nel 43% dei casi (4439 interventi) il Soccorso Alpino e Speleologico è intervenuto con il supporto di un mezzo aereo. Nella quasi totalità di questi casi specifici (4034 interventi pari al 90,9% degli interventi con mezzo aereo) a bordo di un elicottero del Servizio sanitario regionale e provinciale del 118, nelle restanti casistiche a bordo di elicotteri di altri enti dello Stato con i quali il Cnsas collabora, tra questi: Vigili del Fuoco (164 interventi con un loro mezzo aereo), mezzi Search and Rescue (42), Protezione civile (39), Guardia di Finanza (24), Polizia di Stato (24) e Carabinieri (2).

 

Alcune considerazioni finali del Cnsas

L’anno appena trascorso è stato finalmente caratterizzato da quattro stagioni senza alcuna restrizione relativa alla fase pandemica. Sebbene l’escursionismo resti la prima fattispecie di attività durante la quale avvengono gli incidenti in montagna, non si può non sottolineare il dato più eclatante ed in controtendenza che caratterizza l’ultimo triennio di attività: si tratta della rapida crescita degli incidenti in mountain bike, che nell’ultimo anno hanno raggiunto quota 915. Una crescita a doppia cifra (+15% in due anni) che vede la propria spiegazione nel rapido diffondersi delle e-bike, le biciclette elettriche, che stanno avvicinando alla montagna numerosissimi nuovi appassionati e turisti.

«La montagna è un ambiente straordinario dove svolgere attività all’aperto ma, anche quest’anno, ci troviamo a condividere numeri che confermano il trend in aumento di incidenti che abbiamo già constatato negli anni scorsi», afferma il presidente del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico Maurizio Dellantonio.

«L’aumento delle temperature nelle grandi aree urbane spinge sempre più persone ad avvicinarsi alla montagna e alle relative attività in quota, questo comporta che molti degli infortunati spesso si trovano alle prime esperienze di attività outdoor in media e alta montagna. Da parte nostra un appello a vivere la montagna con prudenza, a documentarsi in maniera approfondita, a scegliere con attenzione le attività in base alla propria esperienza e alle proprie competenze e – soprattutto – a imparare a saper rinunciare. In ogni caso gli amanti e gli appassionati della montagna e della speleologia sanno che il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, in caso di necessità, è pronto a intervenire per essere al loro fianco. Un Corpo che deve tutto ai 7131 tecnici volontari specializzati che dedicano tempo e forze per aiutare chi si trova in difficoltà in ambiente impervio, 7131 persone che ringrazio sentitamente per il prezioso operato quotidiano».

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