L’amore per i figli (e la natura) su Montagne360 di maggio

14 Maggio 2021

Vivere un'esperienza educativa e didattica in montagna con tutta la famiglia è possibile (anzi, auspicabile). Anche quando si hanno figli piccoli

 

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Bellezza e tenerezza. È quello che istintivamente si pensa guardando la foto della bambina che, in copertina, cammina spensierata e sorpresa in mezzo al verde. Sullo sfondo, imponenti, ecco le montagne a completare la scenografia quasi perfetta. Un’immagine che evoca alla mente Heidi, che qua sembra prendere forma in una versione reale e moderna di quel personaggio che ha fatto emozionare e sognare ben più di una generazione. La sensazione, per chi almeno una volta si è imbattuto nella serie animata, è di veder spuntare il cane Nebbia da un momento all’altro.

 

Da zero a cinque anni

È così che si presenta il numero di maggio di Montagne360. Solare, carico di speranza e con uno sguardo gettato al futuro. A cominciare dal titolo di copertina, che poi è anche il tema principale dell’ampio focus interno: “Da zero a cinque anni, in montagna con i più piccoli”. Spiegare con poche parole il significato di questo focus è più complicato di quanto si possa immaginare. Soffermarsi sull’elenco analitico dei contenuti sarebbe riduttivo e non restituirebbe il senso più profondo di questa scelta. Del resto è quasi impossibile astrarsi dal contesto in cui abbiamo vissuto nell’ultimo anno e mezzo. La pandemia ha rivoluzionato e stravolto le abitudini, condizionando e regolando tutte le nostre scelte e riducendo allo stremo le tante opportunità che avevamo a disposizione. Coglierle o non coglierle era solo una questione legata al tempo e alla volontà.

 

Cose perse e ritrovate

Tra le cose che ci sono mancate di più c’è la condivisione. Che sia quella di uno spazio aperto, di un’avventura o di un’esperienza, be’, poco importa. Condividere significa infatti avere qualcosa in comune con gli altri. Come la passione per la montagna, ad esempio. E soprattutto significa vivere una determinata situazione in compagnia. Ebbene, ora che la primavera è cominciata e sta facendo bella mostra di sé – pur con qualche cenno climatico di cedimento – forse è arrivato il momento di riflettere su quale base si può ricostruire (o rinnovare) la nostra infrastruttura di relazioni. Noi abbiamo immaginato il luogo (la montagna) e i protagonisti (la famiglia). Questo è il nostro punto di ri-partenza.

 

Montagna di tutti, montagna per tutti

Che la montagna sia il luogo di tutti e per tutti lo abbiamo detto e ripetuto più volte. Esistono arrampicate, escursioni ed esplorazioni che non sono certo alla portata di chiunque. Ma questo non significa restringere il campo. La natura – che non ci dovremmo mai dimenticare di difendere e preservare – ci continua a offrire spazi e luoghi in cui chiunque può vivere la sua esperienza, a prescindere dai limiti e dalle capacità individuali. Ecco perché questo è il contesto adatto anche e soprattutto alle famiglie con bambini.

«Vivere la natura coi propri figli significa vivere e offrire loro esperienze di condivisione e relazione. Significa educare alla vita, al gioco libero, allo spazio aperto, alla fantasia, al movimento e all’avventura responsabile» scrive Luca Calzolari, direttore di Montagne360, nell’introduzione al focus.

 

Essere famiglia

Che quindi ci si lasci abbandonare all’educazione della natura, recuperando quella dimensione fatta di scoperterelazioni umane e benessere. Affrontare tutto questo in compagnia dei propri bambini e di altri genitori con figli, poi, restituisce un significato ancor più profondo alle nostre azioni. Il Club alpino italiano – che per primo ha intercettato e intuito questo bisogno e la conseguente necessità di offrire proposte mirate – ha pensato bene di dar vita al “Family Cai” proprio con questo scopo. Montagne360, quindi, ha deciso di affrontare l’argomento analizzando ogni singolo aspetto, dalle proposte alla gestione, dalla funzione educativa e didattica a quella organizzativa e logistica (attrezzature comprese).

«La frequentazione della montagna in ambito familiare è un gesto di naturale amore che un genitore offre ai propri figli» spiega Fabrizio Russo, responsabile del Family Cai Parma, in un’intervista raccolta da Lorenzo Arduini.

 

Doni della natura

Russo illustra le opportunità e le attività in programma che, com’è ovvio che sia, non sono mai le stesse per tutti. Le proposte sono sempre calibrate e ponderate, perché ogni età e ogni famiglia ha bisogno di un contesto su misura. Lo sanno bene i brianzoli Matteo e Lorena, testimoni d’eccellenza che raccontano l’esperienza vissuta con i loro bambini di due e cinque anni. La figlia più grande, quando parla della natura, fa riferimento ai “doni” che può offrire. E questo già la dice lunga su quanto il contatto con questo ambiente sia in grado di suscitare nei più piccoli che, toccando con mano il passare delle stagioni e il colore dei cieli, delle rocce e della vegetazione, non costruiscono solo nuove consapevolezze, ma rafforzano anche il rapporto coi loro coetanei e con i propri genitori.

 

Altri contenuti

Ovviamente non finisce qua. Sappiamo bene che su Montagne360 c’è questo e molto altro. Come ad esempio la straordinaria intervista alla centenaria alpinista Maria Reggio, realizzata da Luca Calzolari, e una vasta proposta d’itinerari, dal trekking Val di Susa al ciclo-escursionismo in Toscana. E poi rubriche, anniversari, memorie storiche, approfondimenti scientifici, storie di montagna (a volte nate loro malgrado da tragici eventi valanghivi) e la delicatezza poetica e cromatica del portfolio dedicato alle farfalle. Anche questi, a ben guardare, sono piccoli grandi atti d’amore.

 

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