Kit Covid per i rifugi Cai, on line i video tutorial per il corretto utilizzo degli strumenti

03 Agosto 2020

Ecco i video che spiegano come usare il termometro a distanza, il saturimetro e l'ozonizzatore.

Con l’intento di affrontare nel modo più corretto possibile, sostenuto dalle attuali evidenze scientifiche, la pandemia legata all’infezione da virus SARS-COV2 e le successive evoluzioni, la Commissione Centrale Medica del Club Alpino Italiano, di concerto con la Commissione Centrale Rifugi e Opere Alpine, ha approntato un kit per la prevenzione della diffusione del contagio e il trattamento dei locali dei Rifugi alpini. E’ in atto la distribuzione del kit a tutte le Strutture ricettive del CAI.

 

Termometro a distanza

Il termometro a raggi infrarossi permette la misurazione della temperatura corporea senza contatto e in modo rapido. Semplice da usare, impugnato e direzionato verso la fronte del soggetto a circa 10-15 cm di distanza, permette la lettura del dato su display.

Nel caso la temperatura riscontrata sia superiore a 37,5°C occorre applicare le misure di contenimento del COVID 19 previste dalle Disposizioni Ministeriali vigenti.



Pulsossimetro o saturimetro

Con questo dispositivo è possibile misurare la saturazione di ossigeno del sangue (saturazione in ossigeno dell’emoglobina presente nel sangue arterioso) e la frequenza cardiaca in modalità non invasiva e completamente automatizzata; può essere utilizzato anche da personale non sanitario.

Per utilizzarlo, è sufficiente inserire il dito nel sensore fotoelettrico e premere il tasto: in circa 10 secondi lo schermo mostrerà direttamente e contemporaneamente i valori relativi alla frequenza cardiaca e alla saturazione di ossigeno.

I valori di saturazione superiori al 95% sono considerati normali; valori inferiori possono indicare diversi gradi di ipo-ossigenazione. Poiché diversi fattori (clinici/ambientali) possono condizionare il grado di saturazione di ossigeno, l’interpretazione dei valori di saturazione deve essere affidata a personale medico che dovrà essere contattato per la gestione del caso.

 

Sanificazione di Strutture non sanitarie mediante Ozono

L’ozono generato in situ a partire da ossigeno è un principio attivo ad azione “biocida”, come disinfettante per le superfici, dell’acqua potabile e per impiego nelle torri di raffreddamento degli impianti industriali.
E’ disponibile un’ampia base di dati che ne conferma l’efficacia microbicida anche sui virus (Gruppo di lavoro ISS Prevenzione e Controllo delle Infezioni Rapporto ISS COVID-19  n.20/2020).

L’utilizzo dell’ozono è attualmente consentito a livello internazionale in campo alimentare, per i servizi igienico-sanitari di superficie e acque potabili.

L’attività virucida dell’ozono si esplica rapidamente in seguito a ozonizzazione. Sono disponibili diversi studi che ne supportano l’efficacia virucida in ambienti sanitari e non. Anche a basse concentrazioni, con elevata umidità, l’ozono ha una elevata azione disinfettante virucida in aria ( Rapporto ISS n 20/2020).

L’International Ozone Association (www.iao-pag.org) conferma l’efficacia dell’ozono per l’inattivazione di molti virus anche se non è a conoscenza di ricerche specifiche su SARS-CoV-2. L’ozono è un gas instabile e decade spontaneamente a ossigeno.

DEFENDER è un’apparecchiatura professionale che attraverso un uso mirato dell’ozono, distrugge in breve tempo le cariche batteriche e virali che si trovano negli ambienti. E' dotato di un pannello digitale e di un apposito software che permette le seguenti principali funzioni:

  • regolazione precisa dei cicli di trattamento impostando i volumi dell’ambiente da sanificare, evitando così spiacevoli inconvenienti derivanti dalla sovra-saturazione causata da una non corretta gestione dei tempi di erogazione.
  • programmi pre-memorizzati per la sanificazione automatica
  • controlli digitali per la sicurezza dell’operatore addetto alla sanificazione degli ambienti.   

L’uso di ozono deve avvenire in ambienti non occupati e debitamente confinati. Per ridurre il rischio possono essere predisposti dispositivi visivi in ogni punto di accesso degli ambienti in fase di trattamento e allo stesso modo possono essere predisposti segnalatori di libero accesso.

Gli operatori devono essere addestrati ed esperti e provvisti di idonei dispositivi di protezione individuale (DPI).