Il Cai lavora perché quest'estate i rifugi possano riaprire

18 Aprile 2020

"Faremo di tutto, intervenendo nelle sedi istituzionali e mettendo a disposizione risorse per la riapertura", precisa Antonio Montani, vicepresidente del Cai e responsabile dei rifugi

"Pur essendo vero che possono esserci difficoltà a riaprire i rifugi, soprattutto quelli di alta quota, deve essere chiaro che il Club Alpino Italiano si è attivato e sta lavorando per scongiurare questa ipotesi", così Antonio Montani, il vicepresidente del Cai e responsabile dei rifugi commenta l'articolo pubblicato il 18 aprile, sulla testata La Repubblica: "L'estate in montagna senza rifugi", a firma di Giampaolo Visetti. 

E precisa: "Faremo di tutto, sia intervenendo nelle sedi istituzionali per spiegare la differenza che c'è tra rifugio e albergo, sia mettendo a disposizione delle sezioni e dei rifugisti tutte la risorse disponibili per poter contribuire alla riapertura delle strutture". 

Le modalità della riapertura dei rifugi dipenderanno anche dalle future disposizioni normative sulla Fase 2 dell'attuale emergenza sanitaria. Il Cai farà quindi la propria parte sostenendo sezioni e rifugi per affrontare questa difficile situazione e per arrivare alla riapertura il prima possibile.

Perché, come scrive correttamente il giornalista: "i rifugi hanno una lunga storia, le famiglie dei gestori sono lì per passione".

Sono persone che hanno deciso di dedicare la loro vita a un progetto d'amore, quello per la montagna, e che il Club alpino italiano non lascerà mai sole.

"Rifugisti non rifugiati" sottolinea il Presidente del CAI Torino, Gianluigi Montresor. "Rifugisti è il neologismo affettuoso con cui noi del CAI parliamo dei gestori dei nostri rifugi. Inutile aggiungere apprezzamenti ed elogi che già Antonio Montani ha espresso egregiamente. Rifugiati è invece il nome che il correttore automatico del computer si ostina ogni volta a cambiare..."

"Ma perchè i nostri amati Rifugisti non diventino, ahimè, dei Rifugiati occorre che tutti noi ci diamo da fare - attenendoci ovviamente a quanto le autorità decideranno... tra queste il CAI - per sostenerli concretamente, facendoli diventare una meta obbligata delle nostre escursioni, tenendo con loro il contatto costante, studiando d'intesa con loro ogni iniziativa che serva a preservare questo patrimonio straordinario, fatto non solo di strutture ma di persone che non finiremo mai di ringraziare" conclude Montresor.

 

Scopri i Rifugi Cai Torino >