Riflessioni di un Socio sul momento attuale

24 Marzo 2020

Uno scritto dettato dal cuore per sentirmi vicino a Voi Tutti e trasmettervi come sto vivendo questa immane tragedia del “coronavirus” che si è abbattuta sull’intera umanità, forse per migliorarci e ridimensionarci (per chi ha fede), comunque sia relegandoci in casa, perché fa per l’appunto riaffiorare in noi, mai come in questo momento, il bisogno che abbiamo di comunicare e sentire la presenza dell’altro accanto.

Con questo scritto desidero lanciare quindi un messaggio che è anche un “monito”, infatti ad una grande prova di umanità da parte delle unità ospedaliere e ai volontari ai quali va tutto il mio plauso, queste tragedie fanno emergere il meglio e il peggio delle persone come nei casi di reale pericolo. Ricordo a tale proposito un fatto personale che mi era accaduto anni fa durante una scalata, colti da un improvviso temporale sul Pic d’Asti in Val Varaita. In quel frangente avevo affidato una corda all’amico che ritenevo più bravo, per scendere più velocemente possibile fuori dai pericoli di folgorazione e di congelamento alle mani, causati dal vento e dalla pioggia torrenziale che si stavano abbattendo sulla parete rocciosa!

Eravamo in quattro e il “pseudo” amico si è calato per primo e poi invece di aiutarmi a calare più velocemente gli altri, motivo per cui gli avevo affidato la corda, lui preso dal panico se l’è portata appresso per tirarsi via da quell’inferno di lampi e tuoni, lasciandoci con una sola corda che ha rallentato le calate perché ho dovuto calare con la sola corda singola rimastaci le due ragazze atterrite facenti parte della cordata ed io (per poter recuperare la corda) mettendola “doppia” mi son fatto metà parete in “libera”.

Inutile aggiungere che quando l’ho ritrovato al rifugio ad asciugarsi, gli sono volato addosso e le ragazze l’hanno denunciato per mancato soccorso, infatti, non ha neppure allertato il soccorso alpino sentendosi in difetto, unica soluzione che avrebbe motivato la sua precipitosa fuga! Quest’esempio è per trasmettere che l’egoismo e l’individualismo vanno sostituiti dall’abnegazione per sentirci in questo difficile frangente uniti idealmente da una corda invisibile come il virus …

Io vivo da solo in due camerette ad Avigliana, ridente cittadina alle porte di Torino, in una casetta con due coinquilini, con i quali ci aiutiamo a vicenda. Il primo impulso che mi ha colto è stato però quello di non relegarmi in casa e rendermi disponibile per essere d’aiuto a qualcuno, ma a 73 anni con tutte le menomazioni che già mi affliggono dopo una vita attiva come alpinista, scrittore e pubblicista (lesione colonna vertebrale, bradicinesia, fibrillazione atriale parossistica, etc.), essendo un anziano a rischio, i medici mi hanno sconsigliato di fare il “Don Chisciotte” come spesso e volentieri ho fatto in passato e dedicarmi di più a me stesso (come fosse facile)… infatti se qualunque di queste sintomatologie si aggravassero in un momento come questo sarei solo d’intralcio e non potrei neppure ricorrere alle cure ospedaliere.

La cosa incredibile che mi fa riflettere è che era appena uscito il mio ultimo libro, un testamento spirituale che avrei dovuto presentare in questi mesi, che come una sorta di presentimento, riflette proprio sul tema della solidarietà, prima che tutto avesse inizio … Oggi da casa mando alcuni capitoli agli amici per non farmi prendere da crisi depressive, visto che mia figlia ha dovuto rinviare in data da destinarsi l’arrivo in Italia dal Canada (dove vive da 4 anni) e che non posso per motivi prudenziali nemmeno riabbracciare mio figlio e nipotina che distano da me solo 30 Km. In momenti così difficili è giusto non dimenticare il nostro prossimo e fare qualcosa per chi ci è umanamente possibile e sentirci così ugualmente utili e vicini... almeno rispettando i divieti imposti per non danneggiare gli altri oltre che noi stessi, poiché sono convinto cha da questa tragedia universale, potremo uscirne solo migliorati, dato che cambiando essa radicalmente le nostre abitudini di vita, se e quando si potrà tornare alla normalità, si sentirà ancora maggiore disponibilità e amore verso chi come noi ha combattuto quest’immane battaglia.

Coraggio, il mio cuore e la mia mente sono con voi.
 
Vostro affezionatissimo
Lodovico Marchisio