Circa in cinquanta, nonostante l’inclemenza del tempo, in marcia per la Dora

10 Aprile 2019

Dopo mesi di siccità era prevedibile un cambio repentino del tempo: infatti le previsioni per domenica 7 aprile davano pioggia battente. Parecchie persone hanno disdetto la loro presenza tanto che dai previsti cento e più “solo” per una cinquantina d’impavidi è prevalsa la voglia di stare comunque insieme come un tempo, quando non ci si lasciava influenzare dalle condizioni meteorologiche. 

Il dilemma iniziale era se mantenere quest’importantissima gita istituzionale che si ripete puntualmente ogni anno (arrivata alla sua diciottesima edizione) o penalizzare il lavoro di mesi da parte delle varie realtà del CAI e della delegazione valsusina del FAI che ha visto quest’anno coinvolti cinque Comuni. Una riunione plenaria, tre sopralluoghi, la collaborazione di molte altre associazioni hanno concorso affinché tutto andasse per il meglio. È prevalsa la scelta di non rimandare a un’altra data da destinarsi, sperando in un affievolimento della perturbazione, cosa poi avvenuta. Ogni tanto qualche goccia non ha turbato più di tanto i partecipanti premuniti per l’evenienza. Tale escursione organizzata dal gruppo TAM (Tutela Ambiente Montano) del CAI UGET e del CAI Sezione di Torino e, da qualche anno, anche dalla delegazione FAI della Valle di Susa (che si avvale dei suoi validissimi “narratori”) è finalizzata alla valorizzazione e alla conoscenza dei territori prossimi alla Dora Riparia. 

Il punto d’incontro per l’escursione di quest’anno è stato la stazione ferroviaria di Borgone. Nella prima sosta presso la Sala Consiliare del locale Municipio vi è stato il benvenuto del Sindaco Paolo Alpe, che ha fatto anche risaltare i lavori eseguiti per il restauro conservativo del Palazzo Municipale, e l’intervento di Franco Grosso, presidente dell’ACAV (Associazione Culturale Archeologica Valsusina) e consigliere comunale, che ha evidenziato, tra l’altro, il pregevole soffitto a cassettoni e gli affreschi del porticato.


Era presente anche il Vice Sindaco di San Didero Sergio Lampo. Poi sono brevemente intervenuti Arnaldo Reviglio, delegato del FAI valsusino e socio CAI Avigliana, anima e guida di quest’intensa giornata, con i validi collaboratori Franco Stuardi e Maria Tamietti, componenti del direttivo del CAI GEB, e il sottoscritto, già presidente della CITAM LPV (Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano) per i doverosi saluti. Sulla piazza antistante Margherita De Robertis, vice presidente dell’ACAV, ci ha offerto alcuni cenni storici della torre civica, meglio conosciuta come Castlas, posta su un vicino rilievo che domina il paese. Si è poi proseguiti, sotto la vigilanza dei Carabinieri della Stazione di Borgone, con transito sul ponte della Dora Riparia, verso la Giaconera - ristorante storico, già stazione di posta e cambio cavalli - e successiva sosta a Cascina Roland  testimone di secoli di storia e leggende.

Già casaforte lungo l’antica Via Francigena deve il suo nome a un masso erratico vicino all’ingresso, spaccato, come dice la leggenda, dalla spada di Orlando furioso per la perdita della donna amata. Qui sono intervenuti il Sindaco di Villar Focchiardo Emilio Chiaberto (che ha evidenziato la necessità di valorizzare i beni culturali della zona), di Franco Garzelli della Cooperativa Gaia, gestore dell’attività, e di Paolo Alpe, ora nella veste di Assessore dell’Unione Montana Valle Susa (proprietaria del locale) che ha patrocinato l’iniziativa. Si è poi proseguiti, accompagnati dalla vigilessa Antonella (ottima suggeritrice durante i sopralluoghi effettuati), per la borgata di Banda toccando la parte alta di Villar Focchiardo (borgata Parore con transito sul ponte più a monte del torrente Gravio). 

Di qui in poi i narratori FAI Andrea Bonelli ed Eleonora Girodo si sono intervallati nel fornirci appassionanti e coinvolgenti descrizioni dei siti. Una bella stradina panoramica in salita ci ha condotti presso l’incantevole complesso della Certosa di Banda e alla vicina “Pera Lunga”. Si prosegue nel bosco per arrivare a Comba Carbone con le vicine cave di gneiss (ora abbandonate) e poi sul sentiero balcone per raggiungere Case Blando. Qui ci incontriamo col Sindaco di San Giorio Danilo Bar che dopo i saluti si è congratulato con gli organizzatori per queste iniziative che sono da sostenere in quanto consentono una maggior conoscenza dei territori con la loro storia e magari ispirano nuove attività ecosostenibili. Un’ulteriore sosta presso i castagneti della borgata Viglietti per la storia di questa importantissima coltivazione che si tramanda da secoli. Successiva visita alla vicina borgata Martinetti con lo storico monumento ai Caduti per il lavoro e il pregevole affresco nella “Ciapela Veja”. Qui si è anche consumato il pranzo al sacco.  

Poi discesa a San Giorio con la sorprendente visita del Castello, resa disponibile dal gestore del pub “Il Feudo”. Il  vasto complesso circondato da mura con corte, torre rotonda, ponte levatoio, loggia ha coinvolto i presenti così come la successiva visita al ciclo affrescato della Cappella di San Lorenzo (anche conosciuta come Cappella del Conte). Uno sguardo ancora alle altre emergenze storiche (casaforte, campanile romanico) per lasciare poi San Giorio.


Dopo l’attraversamento del ponte sulla Dora Riparia si è percorso un tratto lungo il fiume e per il successivo attraversamento della SS 25 siamo stati assistiti da una pattuglia dei Carabinieri inviata dalla Compagnia di Susa. Proseguimento per Bruzolo dove, accompagnati dal Vice Sindaco Mario Richiero, si è presa visione di vecchi mulini e della Fucina, in fase di restauro, ma che già ben offre un’immagine dell’antica officina.


Sotto gli adiacenti castagneti vi è stato il saluto del Sindaco di Bruzolo Chiara Borgis. Siamo poi scesi al Castello, sede del famoso trattato di Bruzolo del 1610, con la Porta Granda. Purtroppo, a causa anche del protrarsi delle interessanti visite, dell’interesse dei partecipanti e della disponibilità delle autorità municipali, si è dovuto rinunciare all’ultima parte del percorso (a San Didero con la Casaforte e la Chiesa Parrocchiale con annesso l’antico cimitero e a Borgone per ammirare l’edicola rupestre conosciuta come “il Maometto”). Prima di raggiungere la stazione ferroviaria di Bruzolo gli organizzatori hanno già pensato a come ovviare a quest’inevitabile scelta pensando a una bozza di percorso per l’edizione del 2020. 

A cura di Lodovico Marchisio