“Legàti e sicuri”: la corda al centro del numero di aprile di Montagne360

04 Aprile 2019

Tra pratica, teoria, poesia e ricordi lo strumento per antonomasia dell’alpinista viene raccontato sul nuovo numero della rivista del CAI. Inoltre tanto Sentiero Italia CAI, oltre a sostenibilità e cultura.

“Non voglio legami”: c’è tutta una letteratura che passa dal significato metaforico dato a questo luogo comune. Non voler legami, indice di libertà. Ma è poi davvero così? 
Il numero di Montagne 360 di aprile 2019 è un inno, un peana, alla corda, la migliore amica dell’alpinista.Essere più sicuri non limita il fortissimo istinto di libertà.

La corda è un’appendice del corpo dell’arrampicatore; la corda è un’amante, scrive il direttore Luca Calzolari. E Popi Miotti non dimentica il suo primo “amore”, una 9 mm rosso scura con così tanti pilucchi da sembrare un bruco. Se Miotti è romantico, e sfoglia un album di vecchie foto per rivedere le compagne di tante ascensioni, Carlo Zanantoni è razionale: prende per mano il lettore e lo conduce nel nuovo mondo delle corde, alla scoperta delle  moderne e forti evoluzioni tecnologiche che hanno cambiato questa attrezzatura. Tocca invece a Leonardo Bizzaro aprire un’interessante discussione sul luogo comune, sull’immagine standard che accompagna la notizia della sciagura in alta montagna, vale a dire lo scalatore tradito dalla corda che si spezza. Un classico della letteratura, del cinema, dell’arte applicata all’alpinismo. Andrea Gobetti invece tratta della parentela stretta tra speleologia e alpinismo spiegando come la corda abbia rappresentato il comune denominatore di due “direzioni” apparentemente opposte. Chi si cala e chi si arrampica

E’ il tema dominante di questo numero, “Legati e sicuri”, ma non il solo. 
Un’ampia pagina è riservata all’avventura di Cammina Italia CAI 2019, la manifestazione che promuove il rinnovato Sentiero Italia CAI, riproponendolo agli appassionati di trekking. 
Accolto con entusiasmo in Sardegna, nella tappa inaugurale, raccontata da Lorenzo Arduini in tutti i suoi aspetti: quello principale, il cammino; quello promozionale, il convegno; quello ospitale, la festa regionale. Il racconto è preceduto dall’attesa delle terre che la staffetta di Cammina Italia si accinge a percorrere. In questo numero la presidente del CAI dell’Umbria, Fabiola Fiorucci, assieme a Silvano Monti che di questa generosa terra è il coordinatore della sentieristica, mette un simbolico “dieci e lode” alle tappe percorribili nella sua terra. Dieci infatti sono le tappe umbre “verificate”.
Le tappe prescelte per il mini trekking inaugurale rientrano nel “cratere del terremoto del 2016: decisione fortemente voluta” si scrive, per motivazioni ideali. “Ripartire dai Sentieri”, slogan di un’altra iniziativa targata CAI, mai come stavolta viene valorizzato all’interno del Parco Nazionale Monti Sibillini. 
E’ un legame facilmente identificabile con le tappe abruzzesi, sintetizzate dalle parole del presidente del CAI Abruzzo Gaetano Falcone, coadiuvato da Massimo Prisciandaro e Roberto Bezzi che si sbilanciano: entro il 2020 tutte e sedici le tappe del Sentiero Italia CAI in Abruzzo saranno verificate e completate in manutenzione e segnaletica. Il tratto abruzzese si svolge quasi per intero nei tre Parchi Nazionali della Regione, quindi le operazioni di ripristino necessitano di altrettante autorizzazioni. I circa quaranta soci che si sono resi disponibili in loco per questo impegnativo lavoro attendono ancora risposta da alcuni enti.

Montagne360 di aprile non dimentica la sostenibilità (focus sul Festival dello Sviluppo Sostenibile di AsviS), l’escursionismo (Cima Grappa in mountain bike), le nuove economie (coltivazioni sperimentali), i progetti del Club alpino (“Ripartire dai sentieri” e il “Progetto Rifugi”), la cultura (graphic novel a tema montagna) e la fotografia (portfolio dedicato all’Alaska), senza dimenticare a CAI line, lo zoom periodico sulla vita delle sezioni.