Una famiglia alpinista di Soci CAI e i primi passi di una valsusina di due anni

29 Giugno 2018

Prime escursioni e prime salite (in sicurezza) per la piccola Kayla, che ha raggiunto la Rocca Vautero, sulle sue gambette, dopo 40 minuti di caminata.

La passione per la montagna nella mia famiglia, tutta iscritta al CAI, è una tradizione o meglio una passione che si tramanda da padre in figlio. Mia figlia Stella Marchisio ha iniziato a 4 anni con me a scalare e a 16 era giàcampionessa italiana di arrampicata sportiva, vincendo tutte le specialità di questa disciplina, classificandosi terza nel circuito mondiale e scalando le più difficili vie di falesia e “boulder” sparse per il mondo. Trasferitasi da poco in Canada per seguire il marito Christian, campione del mondo uscente di boulder, hanno due gemelle di 7 anni (Anja e Lara) che già scalano con i genitori le rocce canadesi e sono ben avviate a diventare delle ottime alpiniste.

In bassa valle di Susa però è rimasto l’altro mio figlio Walter, che amava più diventare guida alpina che atleta di arrampicata sportiva e che pur non avendo potuto coltivare questo sogno per scelte lavorative che a volte la vita impone, ha salito e continua a scalare montagne di un certo rilievo praticando anche il “canyoning”. Ovviamente ha trasmesso questa passione alla sua fedele compagna Veronica Inghilleri che lo segue con costanza e bravura.

Dalla loro unione è nata Kayla, 2 anni compiuti a dicembre, che già segue le orme dei genitori, tanto che l'altro giorno è salita con le sue gambette (anche se assicurata a corda per prudenza sul tratto finale, attrezzato con una scala di legno, ma esposto) sulla Rocca Vautero, singolare quanto affascinante figura geologica che si staglia sopra Roletto, quotata circa 700 m e che si raggiunge a piedi in 40 minuti dal parcheggio sito sopra il “Bosco di Roletto".

Il panorama che si gode dalla cima sulla pianura e sul Pinerolese è di prim’ordine e Kayla ammirava incantata questo paesaggio, con la voglia di salire in modo inconfutabile sull’apice estremo. Scesi dalla vetta, abitando io ad Avigliana, siamo transitati sulla via del ritorno da Trana, dove vi è (al limitare del bosco) un Masso erratico (La Pietra Salomone) che ovviamente la piccola alpinista ha voluto scalare legata al papà.

Ma non è tutto perché il sentiero che conduce al masso erratico prosegue per il “Moncuni” che geograficamente fa parte della morena destra dell'Anfiteatro morenico di Rivoli - Avigliana. Tuttavia, anche se di altezza modesta (641 m), è a tutti gli effetti patrimonio dell'orogenesi alpina, avendo le sue fonti primarie di magma basaltico, creatosi più di 130 milioni di anni fa. Ebbene anche qui la piccola Kayla in un’ora scarsa ha raggiunto a piedi la cima del Moncuni e con le manine additava entusiasta i sottostanti laghi di Avigliana. Che dire? Se il buongiorno si vede dal mattino, la giovanissima Valsusina ha tutte le carte in regola per diventare una valente alpinista e sarà poi lei a scegliere la specialità che più le andrà a genio. Un “bravo” a Kayla dal suo nonnino che li ha seguiti.

Lodovico Marchisio

Reggente Sottosezione GEB