Il nuovo CAI: nello zaino educazione, formazione e conoscenza

27 Febbraio 2018

Il Presidente della Commissione centrale tutela ambinte montano è soddisfatto: "stiamo riuscendo a delineare uno scenario che migliora le opportunità sociali e produttive della montagna e le restituisce innovative e competitive".


Frequentando la Sede Centrale a Milano fermento e passione si avvertono subito, nelle numerose e partecipate riunioni, nello scambio di idee, nelle scelte strategiche e nazionali prese sempre con il sorriso. 
Il Cai c'è e piace, nella migliorata comunicazione e negli editoriali del Presidente Generale Vincenzo Torti che introducono gli articoli della rivista Montagne360. Le priorità del Sodalizio emergono chiare dalle iniziative con orizzonte di medio e lungo termine mentre affrontiamo tutti il problema numero uno per noi: la centralità della montagna.

Il Cai riesce sempre più a delineare uno scenario convincente e pratico che migliora le opportunità sociali e produttive della montagna e le restituisce innovative e competitive. Proposte e progetti rendono riconoscibili le "terre alte", il loro valore d'insieme e l'incidenza dei servizi ecosistemici.

Penso alle opportunità del nuovo CamminaItalia, a Infomont, all'Alternanza Scuola Lavoro, all'impegno per la ricostruzione (fisica e morale) nelle zone del terremoto, all'uso efficace del Bidecalogo per superare polarizzazioni e carenze.

I territori sono da svelare e apprezzare, da documentare, riunendo immagini ed emozioni, nella tutela di paesaggio e culture. Il Coordinamento OTCO, l'insieme delle Commissioni Centrali, raccoglie e arricchisce i segnali del Consiglio Centrale, costruisce continuamente e contamina le strutture periferiche per giungere efficacemente a Sezioni e Soci.

Il peso crescente del Cai lo vedo nel dialogo stabile e proficuo (un esempio sono le riunioni con i Presidenti dei Gruppi Regionali dove è tutta l'Italia che si incontra), nel rapporto con i Parchi, nelle interazioni proficue con la circolazione di buone pratiche tra pubblico e privato. Stiamo decisamente migliorando nella formazione del capitale umano, nei corsi per qualificare soci, nel guardare ai nuovi dirigenti e tutto questo incentivando partecipazione e impegno di soci giovani.

Il Cai si sta internazionalizzando sulla montagna e abilità e competenze maturate in ambienti difficili si affacciano efficaci dalle Alpi alle sponde del Mediterraneo. Le specializzazioni e le istruzioni sono di alto livello e insieme all'offerta educativa crescono occasioni che valorizzano le competenze con innovazioni indispensabili al "bel paese".

Anche le "terre alte" sono in linea con i tempi e c'è la "montagna 4.0" che mette a disposizione nuovi e attuali strumenti per trattare contesti di sviluppo e approfondire i temi delle politiche per l’uso durevole delle risorse naturali e la protezione ambientale.L'orizzonte Agenda 2030 pone gli obiettivi internazionali da raggiungere (goal) e sotto l'egida della sostenibilità si delineano i progetti per arco alpino e Appennino destinati a coniugare innovazione e futuro per le prossime generazioni.

Come Cai insistiamo sulla qualità del sistema formativo e sulla contemporanea presenza nei territori con attività che prevedano nuove tecnologie (INFOMONT) e infrastrutture adeguate, iniziando da sentieri, rifugi e rinnovate sedi sezionali. La Montagna è a rischio e non può perdere dalle grandi trasformazioni in atto che stanno cambiando il mondo, come il contrasto tra la crescita demografica planetaria e lo spopolamento dei paesi montani, la sperequata distribuzione territoriale di mezzi e servizi, la diminuita capacità contrattuale delle popolazioni montane; è quindi importante esserci, iniziare a monitorare, promuovere e verificare i risultati, per riuscire ad adeguare le iniziative in itinere. In montagna c'è posto per giovani e professioni manuali non sostituibili da macchine; si può superare la pratica degli interventi settoriali e monopolistici come quelli economici per le stazioni sciistiche oramai in deficit.

Il Cai ci sarà in modo stabile e lungimirante affinché il cosiddetto "progresso" non eroda il "capitale naturale" della montagna. Saremo portatori di educazione, formazione e conoscenza (conseguita con fatica e volontà), da trasmettere ai giovani del mondo della Scuola investendo in ricerca e studio, coerenti con i tempi e le necessità che mutano.

Prossimi appuntamenti nazionali della Commissione centrale tutela ambiente montano:
- 16 giugno a Bologna -
 Convegno/Aggiornamento Tam "Idroelettrico e Montagna" 
- 20 e 21 ottobre a Fermo - 
Congresso nazionale Tam

Filippo Di Donato
Presidente CCTAM del CAI