Mike Kosterlitz: verso “Il Nuovo Mattino”

04 Febbraio 2018

Torino, Museo Nazionale della Montagna – Sala degli Stemmi, giovedí 15 febbraio 2018, ore 21

John Michael (Mike) Kosterlitz, mito del nuovo alpinismo degli anni ’70 e Premio Nobel per la Fisica 2016, sarà ospite del CAI Torino e del Museo Nazionale della Montagna al Monte dei Cappuccini. Nel corso dell’incontro riceverà anche un’onorificenza per la sua attività di scalatore sulle montagne piemontesi.

Eccezionalmente il 15 febbraio 2018 il Museo sarà visitabile di sera, fino alle ore 22. L’Area Espositiva, con accesso dal piazzale Monte dei Cappuccini 7,  sarà aperta delle ore 20 con ingresso gratuito, qui il pubblico avrà occasione di conoscere personalmente e intrattenersi con Kosterlitz. Alle ore 21, nella Sala degli Stemmi dell’Area Incontri, Roberto Mantovani condurrà una serata dedicata ai  ricordi torinesi. L’evento, voluto dalla Scuola Nazionale di Alpinismo Giusto Gervasutti, è stato organizzato dalla Sezione torinese del Club Alpino Italiano e dal Museo Nazionale della Montagna, con la consueta collaborazione della Città di Torino e CAI - Club Alpino Italiano nazionale e dell'Università degli Studi di Torino.


Mike Kosterlitz in una foto del 1965


Scozzese di Aberdeen, classe 1942 e oggi professore universitario alla Brown University di Providence, in Rhode Island, Kosterlitz arrivò Torino come borsista all’Istituto di Fisica Teorica nell’autunno del 1969. In città nessuno conosceva la sua abilità di scalatore, ma Mike aveva già alle spalle vie alpinistiche di prestigio: ad esempio una delle prime ripetizioni del Diedro Philipp-Flamm sulla parete nord ovest della Civetta, la prima ripetizione della via degli americani al Dru, in cordata con Mick Burke, nel 1966, e poi una via nuova sulla parte nord del Badile, tracciata nel 1968 insieme a Dick Isherwood per sbaglio, nel tentativo di ripetere un altro itinerario.


Mike Kosterlitz in azione


Nel corso del suo primo soggiorno nella città subalpina, lo scozzese entrò in contatto con alcuni dei più forti alpinisti torinesi, in particolare con Gian Piero Motti e Gian Carlo Grassi, Ugo Manera e altri. Padrone delle più raffinate tecniche dell’arrampicata a incastro, di cui i britannici erano maestri (ma che in Italia erano conosciute solo parzialmente), assieme agli amici torinesi Mike nel 1970 fu protagonista della prima salita della mitica fessura Kosterlitz, una spaccatura regolare e leggermente strapiombante, alta 7 metri, che incide un grande blocco roccioso accanto alla vecchia strada per Ceresole Reale. Una via di boulder “impossibile” per quei tempi, tant’è che, nonostante i tanti tentativi, la linea scalata “a vista” dallo scozzese rimarrà irripetuta sino al 1978.


La Fessura Kosterlitz in una foto di Ugo Manera


Ma il nome di Kosterlitz è anche associato all’apertura di vie ben più lunghe, sulle pareti della Valle dell’Orco, come Pesce d’aprile alla Torre di Aimon (con Motti, Grassi, Manera e Roberto Bianco), tracciata nella primavera del 1973, e poi, qualche giorno più tardi, la bellissima via del Sole Nascente (con Grassi e Motti), sulla roccia del Caporal. Qualche anno prima, durante il suo primo periodo torinese, la cordata Kostelitz - Grassi aveva lasciato il segno anche nelle Alpi Marittime: il 3 ottobre 1970, infatti, i due alpinisti erano riusciti ad aprire una bella via sul Corno Stella. E in quell’occasione le pareti della zona avevano visto comparire, per prima volta in assoluto, i primi nut al posto dei chiodi e le EB rattoppate di Mike al posto dei pesanti scarponi usati d’abitudine a quel tempo.


Mike Kosterlitz in azione. Foto archivio Montagne360


Per l’élite degli scalatori torinesi, l’arrivo di Kosterliz rappresentò un’apertura al futuro e coincise con il ripensamento di un alpinismo di stampo ancora sostanzialmente romantico e con l’avvio dell’esplorazione di nuovi terreni di gioco. Era l’alba della mitica stagione oggi nota come “Il nuovo mattino”.


Mike Kosterlitz all'Arco Rock Legends. Foto archivio Montagne360

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