"Il desiderio di infinito": la prima biografia di Giusto Gervasutti a 70 anni dalla morte

05 Maggio 2017

 A oltre settant’anni dalla morte, è uscita la prima biografia di Giusto Gervasutti, ‘il Fortissimo’ dell’alpinismo classico italiano, scritta da Enrico Camanni.

Nato a Cervignano del Friuli nel 1909, Gervasutti scopre le Alpi occidentali durante il servizio militare e se ne innamora perdutamente. A ventidue anni si trasferisce a Torino, portando con sé la tecnica e la mentalità del sesto grado. In poco tempo diventa il campione indiscusso dell’alpinismo italiano, insieme a Emilio Comici e Riccardo Cassin. Lo chiamano ‘il Fortissimo’.

Fa i conti con la dittatura fascista, il mito della montagna e la fabbrica degli eroi. Partecipa alle competizioni internazionali per la conquista delle pareti nord dell’Eiger e delle Grandes Jorasses, perdendole entrambe, ma si riscatta con imprese più estreme e visionarie. È l’alpinista più moderno della sua epoca, ma è anche un uomo colto ed elegante, incompatibile con la grezza retorica del regime.

Il signore di Cervignano frequenta i salotti torinesi, i teatri e gli ippodromi, legge London, Conrad e Melville. È un cavaliere all’antica che anticipa il futuro. Muore sognando il Fitz Roy della Patagonia.

L'autore Enrico Camanni, scalatore e giornalista, è stato istruttore della Scuola di alpinismo Giusto Gervasutti. A Torino ha fondato e diretto il mensile “Alp” e la rivista internazionale “L’Alpe”. Oggi collabora con “La Stampa”. Ha scritto libri di storia e letteratura dell’alpinismo e sei romanzi ambientati in diversi periodi storici, oltre a curare i progetti del Museo delle Alpi al Forte di Bard, del Museo interattivo al Forte di Vinadio e del Museo Nazionale della Montagna di Torino.

fonte loscarpone.cai.it