Il Museo Montagna acquisisce le collezioni Bonatti

04 Ottobre 2016

Il Museo Nazionale della Montagna di Torino torna a imporsi all’attenzione internazionale per una recente e straordinaria acquisizione. Quella delle collezioni dell’archivio di Walter Bonatti.  Un’eredità fondamentale per la storia dell’alpinismo, per quella dell’esplorazione e dell’avventura, ma di grande interesse anche per rivisitare decenni di giornalismo incentrato sul mondo della montagna. L’operazione si integra con il pluridecennale lavoro svolto dal Museo del CAI-Torino, rivolto all’incremento, allo studio e alla valorizzazione della documentazione inerente le terre alte della penisola e le montagne del mondo.

Una vicenda iniziata anni fa

Le prime donazioni di materiale al Museomontagna erano state effettuate anni fa da Walter Bonatti in persona, in diverse occasioni; altre, successive alla scomparsa di Walter, si devono a Rossana Podestà. Di recente, gli eredi Bonatti hanno individuato nel Museo la sede adatta alla conservazione, allo studio e alla valorizzazione di tutte le collezioni. La donazione – sottoscritta lo scorso 8 agosto – voluta dagli eredi Francesco e Stefano Vicario, grazie al coordinamento di Tommaso Vicario –, non è quindi un fatto casuale.

La loro scelta si lega anche alla lunga collaborazione intercorsa tra il celebre alpinista e il Museo Nazionale della Montagna che – nel recente passato, dalla fine degli anni 1990 – ha dedicato a Bonatti le due fondamentali mostre Fermare le emozioni e Solitudini australi (con allestimenti in molte città italiane, in Canada, in Spagna e in Svizzera), due cataloghi (Cahier Museomontagna, con diverse riedizioni) e tre videodocumentari, tra cui il lungometraggio Finis Terrae, per la regia di Fulvio Mariani, girato in Terra del Fuoco e in Patagonia con Bonatti nel ruolo del protagonista, oltre a programmi televisivi con emittenti europee, a progetti culturali in Italia e in Sudamerica e a diversi incontri avvenuti a Torino e legati alla storia dell’alpinismo: indimenticabile quello con Edmund Hillary.

Inoltre l’intensa collaborazione tra Walter Bonatti e il Museomontagna, seguita poi dal lavoro di revisione della Commissione del Club Alpino Italiano che ha permesso di ristabilire la verità storica sui fatti della spedizione nazionale italiana al K2 nel 1954, ha senz’altro costituito uno dei principali motivi – secondo il pensiero dello stesso Bonatti – del riavvicinamento dell’alpinista lombardo al sodalizio alpinistico.

Un archivio di ingenti dimensioni

L’archivio comprende circa 7000 foto di montagna, databili dalla fine degli anni ’40 agli anni ’80 del secolo scorso. Attrezzature alpinistiche utilizzate da Bonatti negli anni ’50 e ’60 (dalla famosa solitaria sul Petit Dru alla via nuova sulla parete nord del Cervino): abbigliamento, zaini, caschi, scarponi, piccozze, ramponi, martelli, occhiali. E poi dattiloscritti, appunti, relazioni tecniche, testi per conferenze, interventi e discorsi pubblici, libri, pellicole e registrazioni audio e video, fotocamere. Circa 70.000 diapositive realizzate da Bonatti nel corso dei viaggi di esplorazione, dai primi reportage per “Epoca” dalla metà degli anni Sessanta all’inizio degli anni 2000, oltre ai materiali preparatori per le avventure in terre lontane (cartografia e documentazione di vario genere). E ancora, sessant’anni di ritagli stampa e di corrispondenze (carteggi con amici, colleghi, ammiratori, personalità diverse e giornalisti). Un patrimonio di testimonianze, cimeli e ricordi davvero ingente, il cui ammontare è stimabile in circa 250.000 pezzi.

Nelle settimane successive l’accordo di donazione delle collezioni al Museo Nazionale della Montagna sono iniziati i trasferimenti del materiale, conservato in tre luoghi diversi, che sono stati da poco terminati.

Il riordino delle collezioni

Il riordino delle collezioni dell’archivio Bonatti entrerà a breve nella sua fase operativa. Si tratterà di un lavoro lungo, complesso e oneroso, completamente a carico del Museomontagna del CAI Torino. Il costo indicativo dell’operazione è stimabile in circa 300.000 euro. Al momento il progetto può far conto su un primo, consistente sostegno economico della Sede Centrale del Club Alpino Italiano. Sono inoltre in corso contatti con la Regione Piemonte e fondazioni bancarie.

Per gran parte del periodo di riordino del materiale non sarà ovviamente possibile la consultazione dei documenti, che verranno poi messi a disposizione degli studiosi e del pubblico, una volta ultimata la completa sistemazione archivistica.

Sono inoltre in fase di studio alcuni progetti di valorizzazione delle collezioni, in collaborazione con alcune realtà esterne al Museo, in Italia e all’estero; in particolare, è già stata stabilita una positiva collaborazione con l’Amministrazione comunale di Sondrio, per l’esposizione di materiali e di documenti.

La conferenza stampa a Milano, un omaggio a Bonatti

La conferenza stampa del 4 ottobre, nella Sede Centrale del Club Alpino vuole essere, nelle intenzioni degli organizzatori, un omaggio a Walter Bonatti. L’alpinista-esploratore considerava il capoluogo lombardo la sua città, oltre che un riferimento imprescindibile per il suo lavoro di reporter, e il luogo dei ricordi e degli anni giovanili. Non solo: Walter mostrava anche un orgoglio particolare nel confrontarsi con il pubblico milanese nel corso delle sue conferenze che, dopo anni di silenzio, continuavano a susseguirsi a ritmo incalzante, per soddisfare una domanda in continua crescita.

Nel contempo è anche la conclusione del percorso simbolico di riavvicinamento al CAI – iniziato con le attività del Museomontagna a Torino, che Bonatti identificava come luogo simbolo dello studio e della conservazione della montagna –, concluso con la cancellazione di lunghi anni di incomprensione reciproca con il CAI Centrale a Milano.

Il gruppo di lavoro

Il gruppo di lavoro incaricato di catalogare, studiare e archiviare le collezioni dell’archivio Bonatti è composto da:

Aldo Audisio (direttore Museomontagna), coordinatore progetto

Veronica Lisino (conservatore raccolte fotografiche Museomontagna), responsabile progetto

Marco Ribetti (vicedirettore del Museomontagna), referente tecnico

Roberto Mantovani, consulente

Angelo Ponta, consulente


UFFICIO STAMPA MUSEOMONTAGNA
stampa.pr@museomontagna.org