Un anno con la Scuola di Escursionismo Mentigazzi

di Edoardo Morino, allievo del Corso di Escurisionismo della Scuola Mentigazzi 

Un anno fa, molti di noi si stavano iscrivendo al corso base. È passato – troppo in fretta, come sempre – un anno. Un anno di corse verso la cima (la prima di una serie!) del Monte dei Cappuccini il venerdì sera: c’è lezione. E nonostante il fine settimana sia già iniziato e nonostante la stanchezza, a lezione bisogna andarci: chissà cosa spiegheranno questa volta. Anche se lo sai già, cosa spiegheranno: il programma è noto da mesi. Eppure ci vai. Perché il venerdì sera, per tante ragioni, lo stavi quasi aspettando. Quasi. Nel sapere a che ora dovrai alzarti dal letto la domenica ti ricorderai che frequentare questo corso è comunque un impegno. 
Un impegno lungo un anno.

Un anno di levatacce ad ore sempre più improbabili dopo aver salutato la sera prima amici e famiglia con la stessa risposta e con quel tono che si riserva ad appuntamenti ai quali non puoi e soprattutto non vuoi rinunciare: “Domani vado in montagna”.

Un anno di viaggi in auto verso la luce dell’alba che disegna i profili del paesaggio e traccia i confini della tua giornata. Un primo incoraggiamento mentre ti allacci gli scarponi. A svegliarti ci penseranno gli istruttori con le loro domande e quell’aria che ti scuote e ti rigenera come un getto d’acqua fredda.

Non si può imparare a camminare, andando in montagna. Però può capitarti la fortuna di trovare chi ti insegnerà qualcosa di più, per andare in montagna: una maniera di stare al mondo. Fissare una meta. Misurare e programmare la fatica. Osservare, ascoltare, capire. E tornare indietro, se necessario.

Per questa fortuna, semplicemente, grazie.

E agli allievi del prossimo anno un grande in bocca al lupo. Godetevi tutto, fino all’ultimo passo prima di posare lo zaino a terra e voltarvi, per scoprire dove siete arrivati.

di Edoardo Morino

Scuola di Escursionismo E. Mentigazzi