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Il bivacco. Accoglienza e Rispetto

di Gianfranco Rapetta, reggente Sottosezione GEAT

Mi sono deciso a questa riflessione sul bivacco dopo diversi anni di volontariato per l’ispezione, il controllo, la manutenzione di alcuni bivacchi. In particolare mi riferisco ai 4 bivacchi della Sottosezione GEAT, le cui note trovate sul sito GEAT.

Questi bivacchi hanno origine (così anche per molti altri) da tristi disgrazie in montagna, accadute agli alpinisti ai quali sono dedicati. Sono una dimostrazione di affetto dei famigliari, degli amici, dei soci della sottosezione che unendo tutte le forze finanziarie e manuali di volontariato ne hanno effettuato la costruzione e il posizionamento.

Chi ha fruito dell’ospitalità di un bivacco ha vissuto dei momenti di intima soddisfazione e protezione nella preparazione delle ascensioni o anche solo nel semplice pernottamento per godere del tramonto e dell’alba e ancora di più nella protezione dai temporali.

Vi assicuro che si apprezza tale protezione: io personalmente sono stato bloccato in un bivacco per ben 36 ore, mentre fuori imperversava un susseguirsi di temporali, lampi tuoni, fulmini, acqua a rovesci, grandine e finalmente la calma della nevicata, sempre protetto.

Il bivacco Revelli ~ foto M. Marinai

Al bivacco sei completamente solo, non sei coccolato dal gestore del rifugio, vivi e scegli le tue emozioni, ti alzi a vedere le stelle, la luna e i colori dell’alba.

Il bivacco è un fatto non solo materiale, ha un aspetto sentimentale che si esprime con l’accoglienza, già presente nella decisione della sua costruzione, con una sottintesa dimostrazione di affetto. Questa accoglienza si rinnova ogni volta che volontari se ne prendono cura con la manutenzione, con il ricambio delle fodere materassi e cuscini, con la pulizia che dovrebbe essere minima, se tutti quelli che lo utilizzano lo rispettassero.

Sí, il bivacco è un soggetto titolare di un diritto: il rispetto. Tale diritto lo si soddisfa: lasciando il bivacco pulito dal proprio passaggio e non “dimenticando” l’immondizia sia dentro che fuori; ricomponendo in ordine la coperte e cuscini; trovandolo in disordine o sporco, come purtroppo può capitare, mettere mano alla ramazza, pulire e riordinare; versando o inviando l’offerta per il pernottamento che è utile per tutte le spese necessarie al decoroso mantenimento.

Con questo comportamento rispetti il bivacco e contemporaneamente ti accorgi che ti ha riservato sempre, nonostante tutto, una bella accoglienza.

Squadra di volontari GEAT al Pocchiola Meneghello ~ foto G. Rapetta


Dal libro del bivacco:

"Divertente, zaini sempre troppo pesanti, bivacco meraviglioso, attendiamo il sole"

"Pulizia e riordino del bivacco, abbiamo raccolto un sacco pieno di immondizie solo attorno al bivacco, meditate gente meditate"

"Da solo fino al bivacco, battendo la pista, è stato un bel d'affare, la giornata è perfetta ed è una emozione rara trovarsi in così splendida solitudine"

"Giornata splendida, il cielo è blu, intorno il panorama memorabile, esperienza stupenda"

"Dopo 5 anni siamo ritornati a goderci questo stupendo panorama. Grazie a chi lo mantiene così"

"Un posto splendido; la natura che ci è stata donata è una cosa meravigliosa che ripaga della fatica compiuta"

"...ma l'avete visto il cielo qua alla notte????"

"Un grazie a chi ha costruito questo meraviglioso bivacco"

"Notte in bivacco, tempo stupendo, la luce accesa anche di notte con la luna piena, ottima compagnia ed ora mentre stiamo partendo per il rifugio SELLA ripensiamo alla notte con nostalgia e rammarico"

"Bel bivacco, bravi, anche il posto-grazie e madre natura"

"Peccato c'è la nebbia, ma il posto è uno splendore lo stesso; è la tredicesima volta che vengo ma sono felice come la prima"

"Non pensavo si potesse vedere il (gran) PARADISO anche da vivi... mi sento VIVO!!!!"

"Si fatica di brutto ma è troppo bello"


di Gianfranco Rapetta, reggente Sottosezione GEAT


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