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Il Rifugio Gastaldi: una postazione in quota per il monitoraggio del ghiacciaio della Bessanese

di Redazione

Intervista a Roberto Chiosso, gestore del Rifugio Gastaldi nelle Valli di Lanzo e Marco Battain, Presidente del CAI Torino sulla convenzione per il monitoraggio dei cambiamenti climatici in ambiente alpino

Il 7 luglio è stata firmata la convenzione tra ARPA, Club Alpino Italiano, Museo Nazionale della Montagna e Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio nazionale delle Ricerche per il monitoraggio dei cambiamenti climatici in ambiente alpino.

La convenzione prevede che il Rifugio Gastaldi, in alta Valle di Lanzo, funga da “base” per lo studio e il monitoraggio del bacino glaciale della Bessanese, e con l’occasione, abbiamo avuto il piacere di parlarne con il rifugista Roberto Chiosso, che gestisce il rifugio da ormai 14 anni, e Marco Battain, Presidente del CAI Torino.

Come è nata l’idea di questa convenzione?

Marco Battain: L’IRPI e il CNR operavano sul territorio già da circa 6 anni. Tuttavia, la necessità di continuare gli studi sulle variazioni geomorfologiche del bacino glaciale della Bassanese in maniera più stabile e sistematica richiedeva, oltre a risorse economiche, anche l’ottimizzazione delle funzionalità delle strutture di supporto, cioè del Rifugio Gastaldi. L’ulteriore partnership con ARPA Piemonte consente un salto di qualità in termini di completamento dello spettro di dati raccolti e di dotazione strutturale.

Perché è stato scelto proprio il bacino glaciale della Bessanese come oggetto di studio dei cambiamenti climatici in ambiente alpino?

Roberto Chiosso: Quella della Bessanese è una zona in cui esiste ancora un ghiacciaio che si sta ritirando e che quindi lascia libere delle zone di rocce che franano. Sono presenti ancora ghiacciai, frane nuove e terreni già consolidati e l’osservazione di queste frane consente di creare un modello su cui potersi basare per lo studio di altri ghiacciai.  In più, il fatto di potersi appoggiare a una struttura per effettuare i rilevamenti ha influito in maniera importante. 

Qual è il contributo che questa convenzione dà in più rispetto agli studi che vengono già effettuati sui cambiamenti climatici?

Marco Battain: Il punto di forza di questa convenzione è la molteplicità della serie di dati raccolti e la loro divulgazione sia online che in un’apposita postazione al museo. In futuro, sono inoltre previste evoluzioni didattiche verso studenti universitari e verso i soci.

Quando verranno effettuati i primi rilevamenti e quando i frequentatori della montagna potranno iniziare ad usufruire dei risultati di questi studi?

Roberto Chiosso: Alcuni parametri di interesse sono già ora disponibili in continuo, mentre altri lo saranno a breve, in seguito a un’opportuna interpretazione. Ricordiamo infine a tutti i soci che presso il rifugio Gastaldi è possibile visitare il distaccamento del Museo Nazionale della Montagna di Torino, dedicato alla storia delle guide alpine delle valli di Lanzo e alla storia del rifugio e partecipare ad eventi come, ad esempio, la presentazione di libri nell’ottica di espandere il ruolo dei rifugi a luoghi di divulgazione, di incontro e di informazione per i frequentatori della montagna.

 

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