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I “segreti” del Monte dei Cappuccini

di Mauro Brusa

Il complesso edificato che sorge sulla collina torinese al di là del Po, poco dopo la piazza della Gran Madre, nota come “Monte dei Cappuccini”, ha origini antiche, che possono essere fatte risalire addirittura ai dintorni dell'anno Mille d. C. quando si ha notizia documentata di una piccola fortificazione in legno, terra e pietra edificata sulla sommità della collinetta, a presidio del sottostante fiume.

L'altura si erge per 282,95 m s.lm. secondo la misurazione satellitare effettuata il 21 maggio 2001 e di cui avevamo dato ampio riscontro sulle colonne (cartacee) della nostra testata.
Sorvoliamo rapidamente sulla nascita e sull'evoluzione della chiesa di S. Maria del Monte e del Convento, che per secoli furono coinvolti nelle vicende belliche che afflissero la città di Torino e di cui recano ancora oggi i segni, come laiche stimmate, costituiti dalle palle di cannone francesi  confitte nelle mura esterne della chiesa, ben visibili dal piazzale, l'ultima delle quali regalo napoleonico del 1799.

A noi interessa ricordare quale peso e quale importanza ha rivestito, e riveste tutt'oggi, questo monumento per il CAI Torino e per la Città tutta.

Il Museo Nazionale della Montagna
In conseguenza della legge Rattazzi del 1855 (e s. s. m.) il complesso religioso nel 1871 ricade sotto la giurisdizione del Municipio di Torino, il quale, nel 1874, ne concede in uso una piccola porzione alla Sezione di Torino del CAI.
È la nascita della Vedetta Alpina, embrione del Museo!
Inaugurata il 9 agosto 1874 consisteva in un semplice padiglione dotato di cannocchiale mobile, che consentiva ai visitatori di toccare con mano il superbo panorama alpino che solo da Torino si può godere. I locali del Museo e la somma per adattarli vennero donati alla Sezione di Torino successivamente, nel 1877. Fu così che l'edicola venne trasportata all'interno dell'edificio e negli anni successivi si andarono occupando nuove sale. Si giunse così al 30 agosto 1885 quando in occasione dei Congressi Alpini, si inaugurò un salone contenente collezioni fotografiche e altro materiale.


Oggi il Museo è un polo culturale dedicato alla montagna, articolato in tre strutture separate ma complementari, una dedicata alle esposizioni temporanee e permanenti, una alla documentazione e una agli incontri. Anche l'offerta è diversificata: esposizioni permanenti, mostre temporanee, concerti, spettacoli, attività didattiche per famiglie e per le scuole di ogni ordine e grado.

La Biblioteca Nazionale del CAI
Anche essa ha una lunga storia, che in parte risale a quando la Sezione di Torino era anche la Sede Centrale del CAI. Dopo essere stata ubicata fino dal 1933 presso i locali di via Barbaroux (ma non quelli attuali), dal 2003 si trova anch'essa al Monte, in spazi più adatti, a completare l'offerta culturale che gravita sulla collina.
Oggi la Biblioteca conserva circa 39.000 monografie, di varie epoche e generi letterari, 1484 testate di periodici di tutto il mondo con circa 20.000 annate e cartografia storica e corrente.
Il patrimonio bibliografico comprende le pubblicazioni fondamentali sulle montagne del mondo, da quelle più rare come De Alpibus commentarius di Simler del 1574 o Itinera per Helvetiae alpinas regiones di Scheuchzer nelle edizioni del 1708 e del 1723, fino alle più recenti guide di alpinismo, escursionismo, sci e speleologia e riviste in varie lingue, molte delle quali risalgono a metà ‘800.

E dopo avere ripercorso il noto, passiamo al poco noto...

La funicolare e la “Birraria”
La linea funicolare al Monte dei Cappuccini fu costruita nel 1885 e inaugurata nel dicembre dello stesso anno, sull'onda dell'entusiasmo riscosso da quella di Superga realizzata l'anno prima.
Il progetto fu concepito dall'ing. Alessandro Ferretti, il quale ideò anche un originale sistema di frenatura d'emergenza in caso di rottura della fune traente.
L'impianto raggiungeva con 120 m di binari e una pendenza media del 36% in circa due minuti i 282,95 m d'altezza della sommità, meta preferita dai torinesi per la merenda del lunedì di Pasqua.
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La funicolare negli anni 1910

Il giardino botanico Allionia
L'idea di creare un giardino alpino nacque probabilmente in seno al CAI già verso il 1894/1895. È difficile stabilire la data esatta, stando ai pochi documenti a noi pervenuti, ma una cosa è certa: nel 1898 una parte delle piantine che poi saranno successivamente interrate, erano già nate in cattività. Da ciò si desume che esse erano state seminate da qualche tempo e che pertanto l'idea era vecchia già di qualche anno.
Il giardino, per unanime volontà dei Consiglieri fu chiamato "Allionia" in omaggio alla memoria di Carlo Allioni, padre dei botanici piemontesi, contemporaneo ed amico del grande Linneo.
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Sci alpino... urbano
Ho notizia, tramandata direttamente da mio padre, ma riscontrata anche da altre fonti, che dopo la prima, timida, diffusione della pratica dello sci i torinesi usavano le pendici del Monte per dilettarsi in tale disciplina. Egli stesso si concesse più di una discesa, dopo avere risalito la china rigorosamente a piedi e con gli sci in spalla.


La neve, nella prima metà del '900, a Torino non faceva certo difetto, mentre le prime stazioni sciistiche erano lontane e per pochi. Nonostante i numerosi alberi che ostacolavano la discesa erano veramente in tanti a concedersi l'ebbrezza di una discesa sulla neve appena caduta.
Vi propongo due rare testimonianze fotografiche di questa attività impensabile ai giorni nostri, che ci sorprende per la capacità, che faremo bene ad apprendere – e pure in fretta! - di divertirsi con poco.


La palestra ginnastico – ricreativa al Monte dei Cappuccini
«Questa bella e utile istituzione, mercè l’iniziativa, le cure indefesse e la generosità di molti soci volonterosi, ha ormai compiuta la sua installazione nei locali sottostanti alla Stazione e Vedetta Alpina sul Monte dei Cappuccini. Codesti locali da antri inabitabili furono trasformati in comode
sale, convenientemente addobbate e adattate per gli esercizi di ginnastica e scherma e per amichevoli ritrovi; il loggiato esterno fu ridotto a uso di bersaglio per tiro con fucile Flaubert e pistola, e al di fuori furono ricavate due belle spianate, ornate di fiorite aiuole e provviste di chioschi, l’una per la ginnastica, l’altra pel gioco delle boccie. Sono dovuti a offerte di soci mobiglio, tavolato, attrezzi, boccie, armi per il tiro, ecc.

Illustrazione tratta da un documento conservato nel Centro Documentazione del Museo Nazionale della Montagna del CAI Torino.

Il giorno 26 aprile la Sezione invitava a visitare i nuovi locali il Sindaco e la Giunta e le Presidenze della Sede Centrale del Club e della Società Meteorologica. Vi convennero il Sindaco senatore Voli con gli assessori comm. Gioberti e cav. Fontana, il Presidente del Club avv. Grober con parecchi membri del Consiglio Direttivo, il padre Denza e moltissimi altri invitati, che erano cortesemente accolti dal cav. Martelli, presidente della Sezione Torinese, e dai numerosi soci di questa e di altre
Sezioni ascritti alla Palestra. Fu offerto un vermutte, e il signor Angelo Rizzetti (della Sezione di Varallo) lesse eleganti e spiritosi versi in vernacolo piemontese, alludenti alle varie istituzioni sportive che hanno sede a Torino e chiudenti con un evviva al Municipio e grazie al Sindaco Voli, che furono salutati dai più vivi e cordiali applausi. Seguì un giro per i locali, durante il quale fu una continua manifestazione di elogi e di congratulazioni alla Sezione di Torino e ai soci della Palestra per l’attuazione così felicemente e completamente riuscita della bellissima iniziativa».

Da la “Rivista mensile” del CAI del 1891 - E qui trovate ulteriori notizie sulla palestra e più precisamente sulla sua Aula Maxima.

Ma il nostro Monte non finisce di stupirci!
Infatti sotto la “nostra casa” si snoda una rete lunghissima e articolata di gallerie e ambienti, realizzati (anni 1940) per essere il più capiente rifugio antiaereo di Torino, a pianta ortogonale costituita da quattro assi longitudinali intersecati da otto bracci, dotati di snodi a “C”, aventi lo scopo di smorzare le onde d'urto provocate da eventuali esplosioni in prossimità degli ingressi; e oggi questa mirabile opera di ingegneria è adibita a laboratorio geofisico per lo studio dei raggi cosmici, una delle tante eccellenze misconosciute di Torino ed ora pure a rischio di chiusura per inadeguatezza dei locali rispetto alle norme di sicurezza.
Venni a conoscenza della sua esistenza a inizio anni 1980 tramite l'allora gestore del ristorante del Monte, il compianto Gigi Dalla Ca', che qualcuno di noi ricorda ancora; non approfondii e mentalmente accantonai, in quanto gli imperativi dell'adolescenza spingevano verso l'alto (le vette) e non verso il basso (gli scantinati).

Il complesso si trova quasi esattamente sotto la verticale degli edifici che costituiscono la Chiesa, il Convento, il Museo ed il Centro Incontri del CAI, a circa 30 mdi profondità.
Dai documenti conservati presso l'Archivio Storico della Città di Torino si apprende che i lavori di costruzione iniziarono a metà del 1943, sotto la spinta dei gravi danni inflitti da precedenti bombardamenti. Il rifugio è ampio e ben progettato, dalla capienza nominale di più di 3400 persone sedute, ma dallo stato delle opere è ragionevole supporre che non sia mai stato ultimato negli impianti e negli arredi, mentre è altamente probabile che durante gli ultimi bombardamenti di fine 1944, inizio 1945 abbia comunque ospitato torinesi in cerca di riparo.

In blu le aree adibite a laboratorio. Pianta tratta www.mesap.it

Abbandonato e dismesso dopo la fine del conflitto, a inizio anni 1960 rinacque a nuova vita grazie al Prof. Carlo Castagnoli che vi fece installare un laboratorio per lo studio dei raggi cosmici, primo del suo genere in Italia (Istituto di Cosmogeofisica del CNR) e precursore di quelli poi realizzati sotto i massicci del Monte Bianco e del Gran Sasso.
Breve storia delle attività della stazione scientifica.
• Fino agli anni 1980: diversi esperimenti di fisica cosmica che spesso sono proseguiti anche in altri laboratori.
• Svariate collaborazioni internazionali di altissimo livello (la Nasa, L’École Normale Superiore di Parigi, l’Istituto Max Planck, il Politecnico di Zurigo, solo per citarne alcuni).
• Dagli anni ‘90 è dedicato a studi di  meteoriti ed a ricerche nel campo della paleoclimatologia. Di particolare rilievo le analisi effettuate sul meteorite caduto nei pressi di Torino il 18 maggio 1988.
• Radicale ristrutturazione nel 2002 e messa a punto di  nuovi apparati; oggi il laboratorio è al primo posto nel mondo per studi di attività solare nel passato basati sull’analisi di  meteoriti.
• Attualmente è gestito dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).

Un'ampia galleria fotografica è disponibile qui.

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