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Il primo viaggio della nuova funivia che salirà al Teodulo

di Piero Ghiglione * (1883-1960)

Da “Montagna”, rivista di arte e letteratura alpina – N. 9 settembre 1936

Il 29 giugno una vettura-cabina partiva dalla stazione inferiore della funivia per il suo primo viaggio di prova, con ingegneri, tecnici, meccanici, fra cui i direttori ing. Brillo e ing. Lora, quest’ultimo presidente della Soc. Cervino. Il cielo, grigio nella mattinata, si aprì ad un tratto lasciando vedere per pochi minuti il Cervino, maestoso.
Rapida e tranquilla saliva la bianco-rossa cabina, nella sua nuova forma, elittica (1), aerodinamica, quasi a fender meglio l’aria, su nello spazio. Sorvolò la prima campata, 1100 m, la più lunga del mondo in materia, ed al passaggio del primo pilone a Pette Pian nessuno risentì la minima scossa. Ed eccola al secondo cavalletto di Tramail al livello delle nevose pendici del versante Cime Bianche, dei ghiacciai di Mont Tahel e di Cherillon, delle rupi del Cervino. La cabina, che per misura di prudenza aveva rallentato quasi a passo d’uomo al pilone di Tramail, riprendeva a gran velocità arrestandosi alla stazione superiore, il Belvedere, a 2659 m In sei minuti 1200 m di percorso, 650 m di dislivello. Circa 20 Km all’ora di media. Nei tratti di massima velocità la cabina marciava a m 5,50 al secondo. Parve a tutti un sogno metter piede lassù dove ancora la neve copriva il terreno.


Il sogno si è realizzato in tre anni. Il 21 aprile 1933, in occasione della prima disputa della Coppa Cervino (della Gazzetta del Popolo), veniva lanciata da alcuni entusiasti, fra cui S. E. il Prefetto Negri di Aosta, l’ing. Lora e il collega Mariani di Torino, l’idea di una funivia al Teodulo per valorizzare questa importante zona alpina. Il 30 settembre 1935 veniva fatto un primo grande passo con l’apertura della strada sino al Breuil. Il secondo enorme balzo è ora compiuto con questo primo tratto di funivia che corre dal piano del Breuil al piano Maison, dove, a pochi minuti dal Breuil, già l’occhio spazia sul vasto bassopiano che conduce al Fornets e sul breve ghiacciaio che sale al colle del Teodulo, mèta (2) ora di tecnici, già di sciatori e prima ancora di alpinisti. Forse fra due anni gli sportivi saliranno assai veloci (20 minuti) dal Breuil al Teodulo: fino a ieri ci volevano quattro ore.
Ma forse ben pochi penseranno quanto lavoro, quale insieme di congegni, fu necessario per farci salire celeri e comodi sino lassù.


Un motore elettrico di 115 cavalli, 230 volt, aziona a mezzo di ingranaggi e di riduttore di velocità (il tutto montato su cuscinetti a sfere), 16 grandi ruote su cui scorre la fune traente di 25 mm di diametro fra le due stazioni, quella motrice del Belvedere e quella di tensione del Breuil. Le due cabine (una sale, l’altra scende) scorrono su di una fune portante di 52 mm di diametro a mezzo di un carrello incastellato superiormente. Nel primo viaggio due meccanici appollaiati sull’alto del carrello, fra le bandiere tricolori, controllavano l’esattezza dei passaggi ai piloni. Tutto andò alla perfezione; non si avverti alcuna discontinuità di moto oltrepassando i piloni; in verità ciò fu reso possibile con una enorme lunghezza di scarpa data a questi sostegni e con una curva esattamente calcolata. Le due funi portanti sono ancorate a valle in due cassoni di ferro, con contrappesi ruotanti sopra cremagliera.

"Il Colle del Teodulo, meta ora di tecnici, già di sciatori e prima ancora di alpinisti. Forse fra due anni gli sportivi saliranno assai veloci (20 minuti) dal Breuil al Teodulo: fino a ieri ci volevano quattro ore".

Tutto fu ideato in Italia e costruito in regime di sanzioni, anche le funi. Vicino al fabbricato della stazione al Breuil (che includerà albergo, ristorante, bar) un’altra imponente e modernissima costruzione venne inaugurata nei giorni scorsi: l’Albergo Cervinia. Sorge sopra un bel poggio fra verdissimi pini (dove il verde non c’era venne portato), frutto di lavoro e di passione dell’ing. Albertini, che come esponente del Direttorio della F.I.S.I. dà esempio di energia e di fiducia nel grande avvenire — che non potrà mancare — di questa zona degli sport invernali. Basti dire che ottanta sciatori salirono il 28 giugno scorso a dormire al colle del Teodulo benché non funzionasse ancora la funivia.
Un rilievo è ancora da fare, l’ultimo, ma forse il più importante: la strada Chatillon - Valtournanche allo stato attuale non è sufficiente al traffico che assumerà la zona del Breuil.


* Giornalista, alpinista, esploratore e Socio del CAI Torino. Lasciò alla Sezione una cospicua eredità per la costruzione di un bivacco nel gruppo del Monte Bianco. Esso fu realizzato nel 1967 a 3865 m di quota nei pressi del al Col du Trident (versante della Brenva) e prese il nome di “Lucia e Piero Ghiglione”. Purtroppo fu demolito nel 1998 per cedimento strutturale della base di sostegno.

Leggi anche Piero Ghiglione. Giornalista dell'avventura


Note
1 - Sic!
2 - Idem


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tag Monte-Bianco alpinismo ghiglione bivacco esplorazione

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