Rifugio Quintino Sella ai Rochers del Monte Bianco inagibile

Tipologia: incustodito

Categoria: E

Altitudine: 3371 m

Posti letto: 15

Motivo della chiusura:
inagibile a causa di un evento franoso

Aperture:

Contatti:

Rochers del Monte Bianco, Courmayeur, Val Veny

Informazioni

EDIFICIO E VIA DI ACCESSO INAGIBILI

La Capanna Quintino Sella si trova lungo la cresta sud ovest dei Rochers del Monte Bianco e risale al 1885 (l’anno successivo alla morte di Sella) sul percorso di quella che dal 1872 al 1890 sarà l’unica via normale italiana (dal cosiddetto Sperone della Tournette), e ancor oggi la più diretta.

Nel 2015, due anni dopo i festeggiamenti del 150° di fondazione del CAI, si avviano i lavori di restauri del rifugio, il più storico dei quattro rifugi alpini che recano il nome del principale artefice del sodalizio: il biellese Quintino Sella (1827-1884).

L'iniziativa è promossa dal CAI Torino (proprietario), dal Club4000 (affidatario della struttura) e Cantieri d’Alta Quota (mediapartner). Il progetto è stato altresì finanziato dalla Regione VdA e dalla Banca Sella.


 

Storia

Costruito nel 1885 (anno successivo alla morte di Sella) dal CAI Centrale sotto la supervisione dell’avvocato Francesco Gonella al costo di 6.200 lire e poi ceduto alla Sezione di Torino, attuale proprietaria, il rifugio figura tra i primi in assoluto edificati sul versante italiano del Monte Bianco. Il fabbricato, in ossatura e pareti in legno modulari, è stato predisposto a valle in falegnameria, trasportato a spalla in loco, montato pezzo per pezzo e infine rivestito di muratura. La struttura misura 9 x 2,7 metri ed è suddivisa in tre ambienti: un ingresso centrale con cucina / refettorio e due camere da letto, per un totale di 15 posti.

Caduto rapidamente in disuso a seguito della scoperta del più agevole accesso alla vetta delle Alpi dal lato italiano (la via del Dôme, servita dal Rfugio Gonella fin dal 1891), il ricovero ha conosciuto nel tempo limitati rimaneggiamenti e interventi manutentivi, preservandosi così nelle sue sembianze pressoché originarie.

Si tratta dunque di una testimonianza di particolare valore storico che merita di essere tutelata quale "museo di sè se stesso": basti pensare alle iscrizioni a lapis dei frequentatori (varie generazioni delle principali famiglie di guide di Courmayeur e loro clienti), riscontrabili fin dall’anno di costruzione sui rivestimenti lignei e gli scuri degli interni. Dal 2015 al 2017 sono stati effettuati importanti lavori di restauro della struttura, che dal 2023 è inagibile a causa di un evento franoso. Sono in corso studi e rilievi per permetterne la riapertura.