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L'Aiguille du Rochefort, Monte Bianco

di Davide Forni

Dopo una primavera e una prima parte di estate dominate dall’instabilità e dalle forti precipitazioni, ecco che intorno a metà luglio inizia il caldo estivo. Le montagne sono ancora cariche di neve e le condizioni sono ottime un po' dappertutto.

Con queste premesse, d’accordo con l’amico Paolo – già compagno di altre avventure sui 4.000 delle alpi – iniziamo a chiederci se sia possibile andare nel week-end sulla Cresta di Rochefort.

La Cresta di Rochefort

Guardiamo il meteo già a inizio settimana per farci una prima idea e il mercoledì sembra confermato che nel fine settimana il meteo sarà instabile.

Decidiamo pertanto di puntare tutto sul venerdì per avere una giornata di sicuro bel tempo, la salita sarà effettuata in giornata, sperando di riuscire a prendere la funivia di ritorno in tempo!

Partiamo con la prima funivia della giornata, c'è qualche nuvola proprio nella zona dove andremo ma siamo fiduciosi e una volta scesi sul ghiacciaio ci incamminiamo in direzione della "gengiva" e del Dente del Gigante al cui cospetto comincia la nostra Cresta di Rochefort.

Raggiungiamo la gengiva tramite un comodo canale di neve, dopodiché risaliamo - in parte camminando, in parte arrampicando - la parete di roccia che porta a un anfiteatro posto proprio sotto il Dente del Gigante che nel suo estremo settentrionale è collegato alla Cresta di Rochefort. 

Prima di incamminarci sulla cresta ci godiamo il panorama veramente stratosferico in ogni direzione. 

il Monte Bianco ripreso salendo la Gengiva

Da quel pulpito il Gruppo del Monte Bianco appare veramente senza fine: davanti a noi la cresta di Rochefort che porta prima all'Aiguille e poi al Dome de Rochefort per poi proseguire verso la Svizzera; dietro il Monte Bianco con tutti i suoi satelliti e la Vallèe Blanche; a sinistra il Dente del Gigante e si intravede la zona dell'Aiguille Verte e dei Drus; a destra tutte le cime della Valle d'Aosta. 

La giornata è spettacolare, meno male (!), c'era qualche nuvola ma si è diradata.

Accorciamo la corda, ci sistemiamo e iniziamo finalmente a incamminarci lungo l'esile cresta di neve che tra baratri vertiginosi e saliscendi continui su pinnacoli rocciosi ci porta all'anticima.

Qua solitamente si fa una corda doppia data la ripidezza del pendio ma quest'anno, complici le abbondanti nevicate primaverili, si può disarrampicare su ottime peste nella neve, aiutandosi con la corda fissa in loco, solo l'ultimo tratto prima del colletto ha un po' di ghiaccio affiorante ma è evitabile ed è, comunque, breve.

Riprendiamo la cresta per andare verso il tratto più adrenalinico del percorso.

È solo un passo ma la cresta è larga quanto un piede soltanto, due piedi affiancati non ci stanno e per giunta è tutta di neve... ci vuole fiducia ed equilibrio, ma passiamo.

Ancora qualche tratto di misto e poi arriviamo alla parte rocciosa finale, il percorso è articolato e l'arrampicata non è continua ma la quota impone di gestire lo sforzo. 

Arriviamo in punta in una bellissima giornata di sole, è mezzogiorno in punto e il panorama è veramente straordinario ovunque si guardi.

In vetta! 

Di fronte a noi la cresta prosegue, raggiunge il Dome de Rochefort e va oltre verso le Grandes Jorasses. Attorno a noi il gruppo del Monte Bianco e le sue cime si mostrano in tutta la loro bellezza e vastità.

Ripercorriamo a ritroso sia la parte rocciosa che la parte nevosa fino all'anticima, il caldo di metà giornata si fa sentire ma la neve tiene ancora bene, anche nei punti più critici.

Incominciamo a percorrere i tratti affilati in discesa e finalmente risaliamo nella conca sotto il Dente del Gigante.

Verso le Grandes Jorasses

Quando cominciamo la discesa dalla gengiva il meteo è peggiorato e le nuvole hanno sostituito il cielo blu ma per fortuna non creano problemi. 

Guardiamo l'ora, è meglio muoversi.

A ritmo sostenuto arriviamo alla funivia, alla fine riusciamo a prendere la penultima della giornata. Finalmente ci possiamo rilassare, telefonare e condividere le prime foto della nostra avventura.

Un altro bel 4000, sicuramente uno dei più belli tra quelli che ho salito, e una cresta estetica e molto famosa nel mondo alpinistico che non posso che raccomandare a tutti gli amanti degli itinerari in alta quota. 

Un grazie a Paolo Piazzaper aver condiviso con me questa bella avventura!


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