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La nuova gestione del Rifugio Levi Molinari

di Federica Boggio

Ci sono novità a Grange della Valle, in Val Susa. Ad accogliere i visitatori sulla porta del Rifugio Levi Molinari troviamo dal 3 giugno una nuova coppia: si chiamano Giuseppina Odiardi e Flavia Decolle, sono madre e figlia e si occupano della nuova gestione del rifugio.

 

Originarie di Meana, quando hanno visto il bando hanno deciso di provare a lanciarsi in questa nuova avventura.

Flavia è una ragazza di 25 anni, entusiasta frequentatrice della montagna, maestra di sci che sin dall’età di 17 anni ha iniziato a lavorare, prima, nella ristorazione e, poi, presso dei rifugi, maturando esperienza anche nel mondo della ristorazione alpina.

Sin da bambina desiderava diventare maestra di sci e, dopo aver frequentato con successo il corso in Italia, ora lavora con soddisfazione in Francia, in Val d'Isère.

“Mi piace lavorare in Francia” ci spiega “La stagione più lunga e la clientela più varia rendono il lavoro di maestra diverso rispetto a quello che si fa in Italia. Passiamo dalla settimana con gli Australiani a quella con gli Inglesi, e così via. Non ci si annoia mai”.

Quando ha visto il bando ha pensato che potesse essere una buona occasione per poter vivere la montagna anche nel periodo estivo e, caso vuole, che la mamma Giuseppina, dopo aver lavorato per una vita in un negozio di articoli sportivi a Susa, avesse in quel periodo perso il lavoro.

Così, l’occasione è sembrata perfetta per un nuovo inizio a due, con l’affiatamento che solo madre e figlia possono avere.

L’idea era ben congeniata.

“Ora” ci dice “non è più come quando lavoravo in rifugio. Ora dobbiamo occuparci della gestione e la soluzione di tante piccole difficoltà non è semplice”.

Per esempio, la principale fonte di energia del rifugio è un idroelettrico di 500 watt, in giugno c’è stata una piena che ha spaccato i tubi rendendo impossibile ricorrere all’idroelettrico e obbligandole ad utilizzare il generatore. 

In generale, l’energia che riescono a produrre non è molta e questo crea una serie di difficoltà che nella quotidianità non siamo soliti affrontare.

Il rifugio, d’altro canto, è un pezzo di storia delle nostre montagne.

Costruito nel 1928, venne inizialmente intestato alla memoria di Mariannina Levi, alpinista e sciatrice caduta due anni prima. Durante il fascismo, il nome ebraico non era tollerato per via delle leggi razziali e l'intestazione del rifugio fu cambiata in Magda Molinari. Dopo la guerra, per non fare torto a nessuna, la denominazione venne nuovamente cambiata mantenendo entrambi i cognomi.

Si trova in un punto facilmente raggiungibile, che lo rende meta ideale per famiglie con bambini, ma allo stesso tempo è punto di partenza di diverse escursioni, oltre ad essere una delle strutture di appoggio del Tour dell’Ambin.

Flavia ci spiega che per questo primo anno la loro intenzione è quella di assestarsi e capire quali siano le esigenze e le potenzialità della struttura. Gli interventi da portare avanti non sono pochi e richiedono molte energie.

Per fortuna, ci spiega che il padre dà loro una mano, occupandosi del trasporto di materiali e risorse verso e dal rifugio. Questo è un grande aiuto perché le permette di non dover scendere ogni volta e di poter impiegare il tempo risparmiato nell’effettuare altri lavori.

Ciò nonostante, già in questo primo mese le idee per nuove proposte non sono mancate. 

“Abbiamo notato che il Tour dell’Ambin viene battuto principalmente da francesi. Ci piacerebbe estendere la conoscenza di questa possibilità anche sul nostro territorio, magari avviando una collaborazione anche con gli altri rifugi del circuito”. 

Per quanto riguarda la cucina, invece, vogliono uscire dallo stereotipo del menù fisso a base di polenta e proporre soluzioni più varie.

“Non ci piace l’idea che chi viene da noi più volte durante l’anno mangi sempre le stesse cose. Le nostre zone hanno tanti buoni piatti da offrire ed è un peccato limitarsi a preparare sempre gli stessi. Inoltre, non ci piace sprecare il cibo e, purtroppo, quando si prepara la polenta si rischia spesso di dover buttar via gli avanzi (soprattutto in assenza di abbastanza energia per alimentare un congelatore); diverso è con gli gnocchi o gli agnolotti, che si fanno sul momento in base alle ordinazioni e generano meno spreco. Poi, non a tutti piace la polenta: abbiamo notato, per esempio, che viene molto più richiesta dagli italiani che dagli stranieri che frequentano il Levi Molinari, oltre ad essere normalmente accompagnata dalla carne, che non tutti mangiano. Cerchiamo, infatti, di essere molto attente alle diverse esigenze in tema alimentare, proponendo soluzioni per vegetariani o per allergici e intolleranti”.

“L’inizio di questa avventura” confessano “non è privo di difficoltà, ma siamo molto contente e propositive per quanto ci aspetta”.

Seguitele su Instagram: @rifugio_levi_molinari_


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