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Beppe Caldera, “un uomo di cuore”

di Federica Boggio

“In qualità di esseri umani siamo tutti consapevoli che la morte è un fatto inevitabile. Ciononostante, è altrettanto inevitabile rimanere spiazzati e senza parole quando qualcuno vicino a noi perde un caro, una persona che ha a lungo amato”.

Così Antonio Milani, a nome del CAI e di tutti i coristi del coro Edelweiss, saluta un carissimo amico e socio della Sottosezione CAI di Settimo Torinese che ci ha lasciato per sempre.

Beppe Caldera, una persona gioviale e di compagnia, un appassionato cultore della montagna, oltre che un grande intenditore di formaggi ed entusiasta corista.



Beppe era nato nel 1944, a Torino. Dal 1964 era Socio della Sottosezione di Settimo Torinese, di cui era Segretario e Consigliere del Direttivo.

Sempre Antonio Milani ricorda come “grazie a lui le attività della sottosezione sono state documentate sull’annuario e descritte in modo esaustivo, come solo lui sapeva fare.
Così le uscite alpinistiche in bus, che Beppe chiamava “i pullman della neve”. Felici giornate all’insegna dell’allegria, con bus carichi di persone che partivano la mattina presto per ritrovarsi sulla neve e salire con gli sci ai piedi e le pelli di foca per fare 1000-1500 metri di dislivello; persone pronte a divertirsi prima, durante e dopo le gite e a godersi quel panorama meraviglioso che solo da sopra le nuvole si può scorgere”.


La passione per la montagna, però, non era l’unica passione di Beppe, che amava anche cantare e, in particolare, amava gli storici canti di montagna. Beppe era infatti da 45 anni un fedele membro del coro Edelweiss del CAI Torino.

Ogni martedì saliva alla Sala degli Stemmi per prestare la sua voce alla sezione dei Tenori Primi e aveva anche contribuito a far conoscere il coro ad altri elementi e a portare avanti questa meravigliosa tradizione.

Era uno che si adoperava per la coesione del gruppo, portando generose fette di formaggio da assaggiare dopo le prove o i concerti e rendendo così i momenti di condivisione decisamente più ghiotti. 



Sì, perché i formaggi erano la terza grande passione di Beppe. Iscritto all’ONAF – Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi – e Maestro Assaggiatore, era attivo all’interno della stessa organizzazione come Consigliere della delegazione di Torino.

Era inoltre socio di AmaMont, Associazione transfrontaliera per la promozione della ruralità alpina.

Ci racconta ancora Milani. “Se esistesse un premio degli alpeggi, andrebbe sicuramente attribuito a Beppe Caldera, autore di Formaggi d'altura e Guida ai formaggi d’alpeggio. Non conosciamo altri che abbiano dedicato così tante energie e tempo agli alpeggi (l'opera è frutto di 10 anni di peregrinazioni e visite a circa 175 alpeggi). Il suo merito è presentare la realtà dell'alpeggio in tutta la sua estensione geografica: dalle Alpi marittime alle Giulie.
Attraverso le opere di Caldera per molti si è aperto un mondo nuovo e affascinante”.


Con il suo lavoro di scrittore appassionato di montagna ha con modestia e discrezione valorizzato e promosso le terre alte ed il lavoro degli uomini di montagna.

Così, ora, Beppe se ne è andato senza fare troppo rumore ma lasciando un vuoto incolmabile nel cuore dei suoi compagni. 

“Questo era Beppe, un uomo di buon cuore”.


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