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Ciao Toni

di Federica Boggio

Dicono che i ricordi siano un surrogato dei sogni. A me questo “surrogato” non dispiace più di tanto. In fondo quello che noi ricordiamo sono le emozioni, non ti pare?

Come quelle che abbiamo vissuto durante quella che per tutti e due è stata l’ultima scalata, sulla cresta Est del Viso. Circa 15 anni fa: non eravamo più tanto giovani! 

E il Bianco, te lo ricordi? Ne abbiamo portati in punta una trentina di cui 9 erano dei greci mai andati in montagna! E al Kilimanjaro, più di venti: lì per la prima volta ti ho visto molto stanco, ma ce l’hai fatta lo stesso! Non ricordo quanti fossimo al Toubkal, comunque tanti, anche lì. Che bello è stato condividere con così tanta gente le nostre rispettive emozioni!

 

In cima alla punta Sommeiller

 

Con te, e con tutti i nostri colleghi della Geat, ho capito che andare in montagna non significa solo scalare la nord della Lavaredo, che tu tanto mi invidiavi, o tanti quattromila del Vallese (che tanto ti invidiavo io), ma anche condividere con il maggior numero di persone delle emozioni che solo la montagna ma anche il mare ti possono dare.

E queste non sono solo un “surrogato” dei sogni, ma i ricordi che hanno dato un senso alla nostra vita, come recita Guido Rey sulla nostra tessera del CAI

Ciao, Alberto.


Antonio Sannazzaro ci ha lasciati lo scorso 10 febbraio. Una vita, la sua, dedicata alla montagna: “Per lui la montagna era tutto”, ricorda la figlia Paola.

Classe 1932, già nel 1949 faceva la sua prima iscrizione al CAI appena diciassettenne (per la precisione a dicembre 1948, con 1200 lire di iscrizione) e poco dopo, nel 1953, entrava nel gruppo GEAT, senza più abbandonarlo.

 

 

Il suo mondo ruotava intorno alla montagna. Conosciuta la moglie Luciana all’interno del CAI, condividevano la loro passione quasi tutti i fine settimana.

Anche una volta sposati, quando Luciana era da poco incinta, andarono sul Monte Bianco, dormendo all’addiaccio in condizioni difficilissime, tanto che ad un compagno furono amputate alcune dita dei piedi per congelamento.

 

 

Sì, perché Antonio non era un semplice frequentatore della montagna, dedicandosi soprattutto allo sci alpinismo, all’escursionismo e alla scalata, è stato un amante delle Alpi a 360°.

Si legge nel suo gitario che nel 1948 fece la sua prima sciistica al Pian del Frais.

 

 

Da lì un crescendo: sue sono alcune delle prime salite ai 4000, quando ancora si saliva con i pantaloni alla zuava e l’attrezzatura era ben distante da quella attuale.

 

 

I 4000 raggiunti sono moltissimi, solo per citarne alcuni:
- Zinalrothorn, 4221 metri;
- Rimpfischorn, 4199 metri;
- Dome de Mischabel, 4545 metri;
- Allalinhorn, 4027 metri;
- Dente del Gigante, 4014 metri;
- Weisshorn, 4506 metri.
 

in vetta al Weisshorn

 

La sua era una passione a tutto tondo, a casa si contano numeri e numeri di riviste, da Monti e Valli alla Rivista del CAI e i bollettini della GEAT (sin dal 1953).

Non solo, il suo gitario riporta tutte le sue uscite, ma anche le conferenze cui volentieri partecipava.

 

Ghiacciaio del Kohordiaplat, Oberland Bernese

 

Per Antonio le amicizie intrecciate al CAI erano importanti tanto quanto i numerosi obiettivi raggiunti, per lui era fondamentale condividere le emozioni che la montagna regala.

Infatti, il giovedì sera l’appuntamento fisso era in via Barbaroux, dove i suoi compagni di escursioni sono diventati a tutti gli effetti i compagni di una vita.

 

 

Anche quando, purtroppo, l’età gli ha impedito di continuare le sue uscite, la montagna continuava ad essere il suo centro gravitazionale: non c’era giornata in cui non consultasse il Club 4000 o il sito della GEAT e controllasse su Facebook le ultime novità.

 

In vetta al Dome de Mischabel (4545 metri)

 

La figlia Paola ricorda come sin da piccolissima i genitori l’avessero sempre portata in montagna, Antonio le aveva costruito un seggiolino/zaino artigianale con cui la portava in giro, forse non proprio in piena sicurezza. 

 

 

Ricorda con un sorriso quando ai suoi lamenti di bambina stanca lui rispondeva immancabilmente “dieci minuti e siamo arrivati”, ma chi non se l’è mai sentito dire?

 

 

Per quanto la montagna fosse tutto per lui, Antonio non era privo di altri interessi, in particolare la vela ed in generale lo animava un’insaziabile voglia di conoscere.

 

 

L’amico Cesare Serrao lo saluta così.

 

Caro Antonio,

quando sono arrivato alla GEAT nell’autunno del ’59 tu ne facevi già parte da parecchi anni e con un bagaglio di importanti salite. La nostra conoscenza e l’amicizia poi è avvenuta attraverso la frequentazione delle gite sociali e agli incontri settimanali, sempre affollati di soci, del giovedì in via Barbaroux per le gite individuali e sociali

Mi è caro ricordare, grazie a TE, la mia prima salita di una parete nord, la Ciamarella, che, io inesperto alle prime armi, mi convincesti con il tuo entusiasmo a partecipare come 4° componente.
L’anno 2006 è stato per entrambi tristissimo e doloroso per la perdita della nostra amata compagna.

 

Salendo la Ciamarella dal versante Ovest

 

Così, data anche la vicinanza abitativa, si è rinnovata l’antica amicizia sia con diversi divertenti salite di “ferrate” ma soprattutto con settimanali incontri da me a cena: si parlava naturalmente molto di montagna ma anche di altri argomenti quali visita a mostre di pittura, di fotografia, visite a musei e delle TUE partecipazioni a concerti di musica lirica e sinfonica.

 

 

Ricordo queste serate con particolare nostalgia ammirato per la TUA curiosità e l’insaziabile voglia di conoscere e di sapere, tanto che i tuoi pomeriggi li passavi il più delle volte alla biblioteca comunale di Via Guido Reni.

Ho avuto anche modo di seguire la TUA grande passione oltre che per i viaggi anche per le crociere in barca a vela che hai continuato a praticare, felice, fino a quando la salute te lo ha consentito.

Ricordavi e raccontavi queste tue esperienze di navigazioni con espressioni sempre positive affascinato dal mistero per l’avventura e la scoperta.

Tutto questo “ALTRO” aggiunto alla montagna ha impreziosito e reso, per me, ancor più indimenticabile la TUA figura.

 

 

Ciao Antonio, adesso il TUO SPIRITO è libero di solcare mari, scalare montagne, visitare mondi nuovi in eterno. Buon viaggio.

Cesare


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