Sicuri sulla Neve 2023
di Jessica Pedone
Intervista a Luca Giaj Arcota, presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese.
Domenica 15 gennaio 2023 torna la giornata nazionale dedicata alla prevenzione degli incidenti in montagna tipici della stagione invernale, quali scivolate su ghiaccio, valanghe e ipotermia.
La giornata è organizzata dal Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico in collaborazione con il Club Alpino Italiano con lo scopo di accrescere la consapevolezza dei rischi e dei limiti personali in ambiente montano e ipogeo attraverso un'adeguata informazione.
Quest’anno, gli appuntamenti e gli incontri con il pubblico si terranno in presenza in tutt’Italia. In particolare, in Piemonte, all’Alpe Devero (VB) e a Lurisia (CN). Con l’occasione, abbiamo avuto il piacere di intervistare Luca Giaj Arcota, presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese.
Come è nata questa iniziativa e come è cambiato l’approccio alla sicurezza in montagna negli anni?
Le giornate “Sicuri sulla neve” e la corrispettiva estiva “Sicuri sul sentiero” sono nate all’interno del progetto “Sicuri in Montagna”, creato nel 1999 dall’impulso del compianto Daniele Chiappa, conquistatore del Cerro Torre con i Ragni di Lecco e grande soccorritore. L’obiettivo dell’epoca, che rimane attuale anche oggi, era coinvolgere tutti gli attori che si occupano di montagna, in primis il Club Alpino Italiano, per creare un laboratorio permanente di promozione della frequentazione degli ambienti montani in ragionevole sicurezza. Penso che, grazie allo sforzo di tutti, l’approccio alla sicurezza in montagna sia notevolmente cresciuto negli ultimi anni.
Nel periodo post-Covid molte più persone hanno iniziato ad andare in montagna per ritrovare il contatto con la natura dopo mesi di lockdown. Da allora l’attenzione alla sicurezza in montagna è aumentata o diminuita?
Dal punto di vista dei dati, dalla pandemia a oggi abbiamo toccato il record assoluto di interventi e persone soccorse nel 2020 - nonostante limitazioni e periodi di chiusura - poi abbiamo registrato un calo nel 2021, fino ad assestarci su valori pre-Covid nel 2022. Difficile dire se sia dovuto a una progressiva diminuzione nella frequentazione delle nostre montagne e quindi a un calo fisiologico degli incidenti, o a un aumento di consapevolezza e attenzione da parte degli utenti. Probabilmente sono entrambi i fattori insieme: dopo l’abbuffata che ha seguito il primo confinamento, quando la voglia di vita all’aria aperta ha spinto tanti neofiti in montagna, coloro che hanno continuato ad andarci lo hanno fatto con maggiore consapevolezza.
Quanto ha influito negli ultimi anni il verificarsi di catastrofi naturali dovute ai cambiamenti climatici (si veda ad esempio l’incidente sulla Marmolada) sulla consapevolezza dei rischi e della sicurezza in montagna?
I cambiamenti climatici influiscono sul modo di andare in montagna ormai da decenni. Chi non è più di primo pelo come me sa che le pareti nord non si possono più salire nei modi e nei tempi a cui eravamo abituati, che l’attacco di molte vie di roccia si è modificato dallo spaventoso ritiro dei ghiacciai e che scialpinismo e arrampicata su ghiaccio si possono praticare in periodi sempre più limitati e concentrati dell’inverno. La calura del 2022 e la tragedia della Marmolada hanno attirato l’attenzione del grande pubblico perché hanno toccato la montagna più accessibile, quella delle vie normali sulle cime più conosciute. È un tema di riflessione che ci deve toccare tutti, ma che non abbiamo scoperto la scorsa estate.
Nel corso degli anni, il numero delle persone che partecipano alle giornate “Sicuri con la neve” è aumentato o diminuito?
È senz’altro aumentato perché l’incremento di frequentazione della montagna in inverno ha portato sempre più persone a voler approfondire le tematiche legate alla sicurezza. Parlo del tema valanghe, come di altri aspetti di prevenzione tra cui il tema del ghiaccio, che con questi inverni sempre meno nevosi diventa di fondamentale importanza per tutti coloro che si avventurano anche solo sui sentieri e sulle strade poderali nella stagione fredda. Soccorriamo infinitamente più persone per infortuni legati a scivolate e cadute, rispetto a quelli coinvolti da valanghe. Su quest’ultimo argomento, ricordo che dallo scorso inverno è obbligatorio per legge portare con sé Artva, pala e sonda su terreno innevato fuoripista. Ma sottolineo il fatto che occorre saperli usare per salvare una vita! Partecipate quindi numerosi a “Sicuri sulla neve”.