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La Montagnaterapia alla Settimana Nazionale dell’Escursionismo

di Jessica Pedone

“Montagna che aiuta” è un’iniziativa che vede la collaborazione di un gruppo di soci del CAI Torino con ASL, associazioni e organizzazioni varie e che agisce negli ambiti del disagio psichico, dell’emarginazione e della diversa abilità attraverso lo strumento terapeutico ed educativo della montagna.
L’iniziativa è stata inserita anche all’interno della Settimana Nazionale dell’Escursionismo tenutasi a Feltre dal 26 giugno al 3 luglio e con l’occasione, abbiamo avuto il piacere di intervistare la Dott.ssa Lara Pilotto, referente del progetto.

Il progetto "Montagna che aiuta" è stato inserito nella Settimana Nazionale dell'Escursionismo fin dalla sua prima edizione o solo successivamente? E qual è il valore aggiunto per voi nell'essere parte di questa iniziativa? 
A nostra conoscenza il progetto altrimenti denominato Montagnaterapia è stato inserito nelle ultime edizioni della Settimana Nazionale dell'Escursionismo. “Montagna che aiuta” è un gruppo di volontari della sezione CAI di Feltre nato a novembre 2021 per volontà di alcuni soci e del presidente Angelo Ennio De Simoi, che in solo sette mesi sta realizzando il sogno di una montagna inclusiva, solidale e accessibile. A oggi il gruppo conta ben quarantacinque soci volontari e ha partecipato per la prima volta alla Settimana Nazionale dell’Escursionismo, conclusasi a Feltre lo scorso 3 luglio, e lo ha fatto organizzando la giornata dedicata all’escursionismo adattato. Quattro sono stati i percorsi proposti in due giornate dando così la possibilità alle persone con disabilità motorie e sensoriali di poter scegliere.

I tre percorsi della Val Canzoi hanno permesso agli escursionisti di esplorare una valle unica nella sua biodiversità, che colpisce in modo diretto e forte tutti i sensi, come lo scroscio dell’acqua, il profumo e il fresco del sottobosco, i chiaroscuri del movimento delle foglie. Sul Monte Avena abbiamo percorso il facile itinerario accessibile, suggestivo per gli ampi spazi che si aprono allo sguardo man mano che si sale verso la sommità dei grandi pascoli: le Vette Feltrine, la catena del Lagorai, l’Altopiano dei Sette Comuni, il Massiccio del Grappa e la Vallata Feltrina. La montagna è bellezza ovunque e la sua condivisione con persone con disabilità la rende ancor più unica perché permette di vivere insieme esperienze nuove e di raggiungere un benessere psicofisico, rispettando i tempi e gli spazi delle persone accompagnate.

Quali attività proposte all'evento possono svolgere le persone che si sottopongono alla montagnaterapia? 
I percorsi ideati per la Settimana Nazionale dell'Escursionismo erano adatti a tutti, anche ai bambini e alle persone che con l’avanzare dell’età vedono ridursi la loro capacità motoria. Gli itinerari classificati secondo la scala CAI delle difficoltà per i percorsi montani accessibili con ausili erano infatti fruibili a persone con disabilità motorie e sensoriali, congenite e acquisite, a persone anziane con ridotta capacità motoria, a genitori con bimbi.
Nel corso dell’evento sono state accompagnate quattordici persone in triride e con le carrozzine, tra cui alcuni bambini con le joëlette.

Avete notato differenze nella partecipazione al progetto tra il periodo pre-covid e post-covid? 
La frequentazione della montagna durante la pandemia è di molto aumentata, anche da parte di persone inesperte. Il desiderio della vita all’aria aperta e di vivere la natura spinge un po' tutti ad abbassare la guardia. Sono aumentate le emergenze legate a comportamenti superficiali, incapacità, perdita dell’orientamento, abbigliamento inadeguato e sopravvalutazione delle proprie condizioni fisiche causando in Italia più di mille interventi del Soccorso Alpino nel solo 2021.
In questo contesto l’escursionismo adattato è ancor più attento alla sicurezza della frequentazione della montagna. Quando si programmano le uscite aumenta la sensibilità sulla sicurezza di tutti i partecipanti, con maggior attenzione ai più fragili. Il gruppo Montagna che aiuta sta suscitando interesse, avvicinando nuove persone e stiamo riscontrando un crescente interesse per la montagna accessibile e l’escursionismo adattato anche in ambito scolastico. A maggio, in collaborazione con il gruppo Tutela Ambiente Montano di Feltre, è stata accompagnata con la joëlette una ragazza del liceo per permetterle di condividere con i compagni di classe un’uscita didattica in montagna.

Qual è la risposta emotiva dei partecipanti accompagnati con le joëlette e delle famiglie che prendono parte al progetto durante la Settimana Nazionale dell'Escursionismo?
Sara
con le sue risate riusciva a trasmettere felicità, compiacendosi della soddisfazione che provava suo papà Cristian nello spingerla e nel vederla contenta lungo i sentieri.
Laura tenace, non ne ha voluto sapere di salire su quella carrozzina monoruota e nonostante la sua difficoltà a camminare ha percorso tre chilometri stringendo le mani degli stupiti genitori. Ha sempre voluto vicino a sé altre persone che abbracciava ogni volta che ci fermavamo per riposare… guardando sempre con diffidenza quella “carriola con i cuscini”.
Adriana accompagnata dalla figlia Claudia e la nipotina Diana. Con commozione e orgoglio Claudia dopo tanti anni è finalmente riuscita a riportare sua madre tra i monti, che da giovane frequentava da esperta alpinista.

Gabriel, il bambino che con la sua forza di volontà ha spronato i suoi accompagnatori ad andare avanti, a non fermarsi. Non è la joëlette che lo ha portato, ma è lo stesso Gabriel che con un balzo ci è salito sopra aiutandosi con le braccia dalla sua carrozzina, portando con sé il suo sogno di libertà e indipendenza. La vita è bella e ti sorride perché sei tu che la vivi così.
Stella, la signora anziana e minuta che con le scarpe da ginnastica e il suo broncio si è presentata al mattino per accontentare il figlio, dichiarando fin da subito che se ne stava bene a casa. Alla fine non voleva più andarsene e continuava a ringraziare tutti per la bellissima giornata passata insieme.
Dino, ironico prima di tutto con sè stesso. È riuscito a far accettare agli altri il suo recente intervento che lo obbliga ad attendere la protesi sostitutiva della gamba appena amputata. Ha donato a tutti battute, facendo ridere a crepapelle chi gli stava vicino.



Giada, la ragazzina che vuole diventare campionessa paraolimpica di bocce e che appena ti conosce seduta nella sua carrozzina ti racconta che lei si dà da fare tra il centro estivo e l’accudire il fratellino appena nato.
Alice, la bambina dolce e riservata che ascolta il mondo circostante e che con il suo sguardo ti raggiunge colpendoti nel profondo dell’animo. 
Vandrana, la ragazza che entra in sintonia fin da subito con le ragazze del team Joëlette di Recoaro Terme e non le molla un attimo con le sue chiacchere.

Le famiglie in tutto questo? Insieme a noi accompagnatori e a tutti i volontari siamo stati travolti da un flusso di emozioni che passo dopo passo, un giro di ruota dopo l’altro, ci ha portati a vivere un’esperienza indimenticabile, di quelle che ti lasciano il segno nel cuore e vorresti che non finisse mai.

A livello personale, quali sono le emozioni e le sensazioni che questa esperienza ti ha regalato?
La professione di medico pediatra mi porta a incontrare tutti i giorni la malattia, la sofferenza e la paura che nei bimbi si esprimono soprattutto attraverso gli sguardi. In questi due giorni ho incrociato tanti occhi sorridenti, colmi di felicità, con un sottofondo di risate e di voci allegre in sintonia con la natura circostante. 
La montagna unisce sempre: quando percorriamo i sentieri che si fanno sempre più stretti le persone che si incrociano, anche se sconosciute, si osservano per un attimo sciogliendosi con un breve saluto e un rapido incrocio di sguardi. Più i sentieri si allargano in strade forestali per poi diventare strade asfaltate, più le persone si staccano e si disconnettono, allontanandosi tra loro senza più guardarsi e considerarsi. Questo non vale per l’escursionismo adattato, la connessione tra le persone è talmente forte e sincera che continua anche dopo le escursioni, perché l’incanto della montagna li ha uniti ancora di più.



Nelle due giornate di escursionismo adattato all’interno della Settimana Nazionale dell’Escursionismo hanno partecipato 160 persone, tra cui i gruppi di montagnaterapia delle sezioni CAI di Parma, Torino, Recoaro Terme, San Bonifacio, Treviso, Oderzo. 
Per garantirne la sicurezza di tutti i partecipanti, c’è stato un lavoro di equipe pianificato e coordinato dal gruppo Montagna che aiuta di Feltre con il Soccorso Alpino, Protezione Civile, Associazione Nazionale Carabinieri, Squadra Feltrina Cinofili da Soccorso, Associazione VOLA Volontari Ambulanza. E tanti sono stati i volontari che come sentinelle lungo i percorsi hanno vigilato e garantito in modo discreto la sicurezza.
In questa occasione e per la prima volta, la Protezione Civile ha testato con successo e in collaborazione il Soccorso Alpino, la nuova strumentazione e i collegamenti radio ideati dopo la tempesta VAIA di fine 2018 all’interno di una valle priva di segnale telefonico.

Quali progetti futuri per il gruppo Montagna che aiuta?
L’esperienza delle giornate di escursionismo adattato ha permesso di rafforzare i rapporti cominciati tra i gruppi di montagnaterapia delle sezioni CAI del Veneto, instauratisi in occasione del 1° Corso Regionale per l’accompagnamento di persone con disabilità. Un corso che ha visto il gruppo Montagna che aiuta tra gli organizzatori assieme al CAI Veneto e al gruppo di lavoro di Montagnaterapia della Commissione Centrale Escursionismo, la cui referente è Ornella Giordana.
Per il futuro continuerà la collaborazione con le scuole e la programmazione di escursioni condivise con altri gruppi sezionali della Regione Veneto…e perché no, anche con quelli di altre regioni.


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