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Storie delle nostre valli: la Republico ‘d liz Escartouns

di Mauro Brusa

Le nostre valli sono ricche di storia con la “s” minuscola, spesso trascurata a causa della costante marginalizzazione culturale delle “Terre Alte” e delle loro genti, ma non per questo meno importante e significativa. Ve ne propongo un esempio che per i torinesi riguarda le montagne dietro casa.

Storia curiosa, antica e moderna, quella della Repubblica degli Escartouns (secondo la dizione occitana) o Escarton (secondo quella francese). Entrambe le versioni si richiamano al metodo di ripartizione delle imposte, etimologicamente ricollegabile al lemma francofono “écarter” (scostare).

Curiosa, perché il termine “repubblica” fu definizione popolare di un’entità comunque dipendente dal Regno di Francia; antica, perché le sue vicissitudini vanno dal 1343 al 1713; moderna perché tuttora costituisce un mirabile esempio di convivenza, autogoverno e lungimirante gestione del territorio, quasi un’anticipazione dei concetti espressi secoli dopo dalla “Carta di Chivasso”.

L’Escartoun nacque come raggruppamento di comunità rurali di una data zona, il quale aveva il compito di provvedere alla ripartizione locale delle spese, sia di pace che di guerra, sotto la guida di un governatore elettivo dotato di ampi poteri. Tra le altre peculiarità, modernissime per l’epoca, si ricordano anche una forma di istruzione obbligatoria e la costituzione di un parlamentino con sede a Grenoble.

Architettura tipica della Val Chisone

Si può dire che la Republico ‘d liz Escartouns nacque il 29 maggio 1343, quando il Delfino Umberto II, ultimo rappresentante del casato La Tour du Pin, firmò a Beauvoir en Royans la “Carta delle Libertà”, sottoscritta anche da diciotto rappresentanti delle vallate alpine occitane interessate all’editto, con il quale vennero riconosciute franchigie, privilegi, usi e consuetudini godute dai brianzonesi da tempi ancor più antichi (almeno dal 1050); in pratica fu sancito il diritto all’autogoverno e alla libertà personale.

Nel 1349, pressato da esigenze economiche, lo stesso Delfino Umberto II, privo di eredi, vendette i suoi territori al Re di Francia, al patto che questi onorasse gli accordi precedentemente da lui sottoscritti.

Il Delfinato passò così alla Francia ed il titolo di Delfino si tramandò, di generazione in generazione, al figlio primogenito del Re. Va anche ricordato che il Delfinato è una delle sette regioni dell’Occitania e che deriva il nome dal soprannome dei suoi signori originari, che avevano un delfino nel blasone.

I territori interessati, anche se non contemporaneamente, furono: Briançon, da Argentiere a Saint Gervaise e Claviere; Queyras, da Guillestre al Colle delle Traversette; Oulx, da Cesana al torrente Gelassa incluse le valli di Bardonecchia e Sauze di Cesana; Val Chisone, da Sestrieres a Perosa Argentina (con “capitale” Pragelato dal 1343 al 1713 ); Casteldelfino, dal Colle dell’Agnello a Sampeyre. Naturalmente ognuno di questi territori ebbe al suo interno più comunità.


La Repubblica degli Escarton cessò di esistere a seguito del trattato di Utrecht del 1713 (che pose fine alla Guerra di Successione Spagnola), quando i territori di Oulx, Chisone e Casteldelfino furono
annessi al Piemonte.

Gran Puy, frazione di Pragelato

Gli Escartouns testimoniano per chiari segni quanto le montagne abbiano sempre costituito un’unità culturale e linguistica. A riprova di ciò, tuttora nei territori appartenuti alla Republico ‘d liz Escartouns si parla la stessa lingua occitana, seppur con minime varianti locali. Nel 1992 è stato creato un ente sovranazionale, denominato “Comunità degli Escarton e delle Valli Valdesi”, con il fine di favorire gli scambi culturali, turistici, economici tra le vallate che costituirono la storica “Repubblica”.


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