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In difesa del Vallone di Cime Bianche

di Enrico Bruschi *

Domenica 22 luglio 2018: escursione intersezionale - Info: 0142 454 911 (al giovedì sera)

Cime Bianche, un meraviglioso vallone sovrastato a sinistra dalla Gobba di Rollin, ghiacciaio lucente che
sporge su alti strapiombi di roccia nera solcati dalle tante rigole d’acqua che alimentano la grande marcita
colonizzata da chiazze di piumini, e dal selvaggio ghiacciaio di Tzere che precipita dai severi picchi della
Rocca di Verra con un imponente seraccata. Questo lato della valle è segnato da un susseguirsi di dolci
dossi prativi solcati da un susseguirsi di ruscelli, nastri argentei ora ripidi e coperti di schiuma, ora
mollemente adagiati a formare ampie volute. L’altro lato della valle, chiuso dalle grandi pareti calcaree che
sostengono la bastionata della Rouasetta, è una vasta morena formata dai ripetuti crolli, in singolare
contrasto con il tenero verde dei pascoli del lato sinistro. La testata della valle è chiusa da tre grandi denti
calcarei, la Gran Sometta, il Bec Carrè, la PointeSud che, risaltando nettamente sulle circostanti rocce
ofiolitiche, danno il nome al vallone. Queste “Cime Bianche” originano da un raro affioramento calcareo
risalente al Triassico, l’era più antica del Mesozoico. Qui si trovano gli unici fossili della Val d’Aosta, tra cui
alcuni rarissimi coralli.

Ma l’importanza del Vallone di Cime Bianche non è solo legata alle sue straordinarie caratteristiche
geologiche e paesaggistiche, essendo stato nelle varie epoche al centro di varie attività dell’uomo. All’inizio
del XV sec. gli Challant, al fine di rendere più fertili i pascoli e i campi dell’alta Val d’Ayas fecero costruire il
Ru Courtod, canale lungo 25 km., che prendendo l’acqua di fusione del ghiacciaio di Ventina con percorso a
mezza costa la portò attraverso il Col de Joux fino agli alpeggi della vallata di Saint Vincent.
Inoltre fino alla piccola glaciazione del ‘600 il sentiero della valle era frequentato da mercanti e pastori che
trasportavano merci e bestiame tra il Vallese e le valli a sud del Monte Rosa lungo quello che è stato
definito il Grande Sentiero Walser.

Infine, presso l’Alpe Varda, nella parte bassa del vallone, sono ancora ben visibili i resti del villaggio dei
cavatori che estraevano dal locale affioramento la pietra ollare che, opportunamente scavata e tornita,
forniva ai valligiani i paioli normalmente usati per cucinare.
Questo Vallone, con il suo prezioso patrimonio di natura e storia è rimato fino ad oggi, unico tra i valloni
dell’alta Val d’Ayas, indenne da impattanti strade bianche e dalla devastazione degli impianti sciistici; ma
ora incombe molto concreta la minaccia di realizzazione di un progetto, di cui da tempo si parlava, di
collegamento sciistico con il comprensorio di Cervinia attraverso il Colle di Cime Bianche.

Ovviamente il CAI, il cui statuto all’art. 1 sancisce lo scopo di tutelare l’ambiente naturale delle montagne,
si oppone a questa devastazione. Considerato che il modo migliore per difendere un luogo è conoscerlo e
frequentarlo, la nostra Intersezionale Alessandria – Asti organizza per domenica 22 luglio un escursione in
questo vallone. Si uniranno alle nostre Sezioni anche i soci delle sezioni Valdostane, ed in particolare di
Verres. Altre Sezioni Piemontesi hanno manifestato la volontà di aderire a questa escursione – evento in
difesa di Cime Bianche, che auspichiamo ci veda molto numerosi.


Sono previste due mete con partenza da Saint Jaques (ritrovo ore 8.30): saliti per comoda mulattiera all’antico albergo di Fiery, quindi con spettacolare mulattiera a fianco della cascata, all’imbocco del pittoresco e nascosto valloncello di Tzere, sotto le incombenti bastionate della Rocca di Verra e il grande salto d’acqua dell’omonima cascata, si prosegue fino a sbucare sulla dorsale sinistra del vallone di Cime Bianche in corrispondenza dell’Alpe Mase (m. 2.407 disl m. 700). A questo punto è prevista la possibilità di scendere, con percorso ad anello, all’Alpe Varda, presso la cava di pietra ollare, con ritorno a Fiery – Sain Jaques, o di continuare la salita del Vallone fino al Gran Lago (m. 2.810) e, volendo, al sovrastante Colle Superiore di Cime Bianche (m. 2.896 disl. m. 1.190) con spettacolare panorama sul Cervino, ma anche sulla desolante devastazione di pietraie e rottami che, scioltasi la neve, lasciano le piste di Cervinia.
Il ritorno potrà avvenire lungo il sentiero di salita, passando per l’Alpe Varda oppure, traversando sotto le Cime Bianche la testata della valle, lungo il morenico versante destro, per tracce di sentiero, che a tratti anche scompaiono, con la possibilità di conoscere a fondo i diversi ambienti di questo vallone davvero unico, che ci impegniamo a preservare nella sua naturale integrità.

* Sezione di Casale Monferrato


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