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I quarant’anni del rifugio “Marco Pocchiola – Giuseppe Meneghello”

di Sottosezione GEAT

Nei giorni sabato 28 e domenica 29 del prossimo mese di luglio, sulle sponde del lago di Valsoera, nella Valle dell'Orco, si svolgeranno i festeggiamenti per il quarantesimo anniversario della inaugurazione del rifugio "Marco Pocchiola - Giuseppe Meneghello". È questa l’occasione per ricordare il perché di questo rifugio e riassumere per sommi capi la storia della sua costruzione.


Il 12 maggio 1974 nel corso di una gita sci alpinistica al Monte Colmet 3024 m, in Valle d'Aosta, i soci Geat Marco Pocchiola (figlio del reggente di allora, Eugenio) e Giuseppe Meneghello (fratello del nostro Paulin) perirono travolti da una slavina. Scriveva Eugenio Pocchiola sul Bollettino GEAT vent'anni dopo commemorandone la scomparsa: "Per degnamente ricordare i due cari estinti, il 22 settembre 1974 venne scoperta una lapide poco sotto la vetta del Monte Colmet, ove furono ritrovate le salme, e il 13 ottobre 1974, una seconda lapide venne scoperta nel Pilone Votivo del rifugio Geat Val Gravio. I soci inoltre presero ancora una volta (era già successo per i bivacchi Gino. Revelli nel '55, il Franco. Nebbia nel ‘58 ed il Flli Leonessa nel '62. n.d.r.) l'iniziativa di raccogliere fondi per erigere in loro memoria un bivacco fisso da porre in una località interessante e cara agli alpinisti torinesi ed ai geatini in particolare".

L'idea era quella di costruire un bivacco più grande dei precedenti, tale che potesse ospitare almeno una dozzina di persone. La località scelta fu l'alto vallone di Valsoera dove Marco Pocchiola e Giuseppe Meneghello, con Gianpiero Barbero, nell'agosto 1970, avevano effettuato la prima salita dello sperone di sinistra della Parete Ovest della Piccola Uja di Ciàrdoney. In quella occasione avevano constatato quanto sarebbe stato utile poter disporre di un punto d'appoggio nella zona e di questo si ricordò Eugenio Pocchiola quando si trattò di decidere dove erigere il nuovo bivacco. Ma il progetto di una nuova costruzione nel territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso incontrò la decisa opposizione della Direzione.


Dice ancora Pocchiola: "Non volevano assolutamente nuove costruzioni nel vallone di Valsoera, a loro dire una delle poche zone del Parco dove viveva ancora tranquilla selvaggina rara, e ciò grazie al minimo movimento turistico esistente." Comunque, a seguito di sollecitazioni a tutti i livelli, e di un sopralluogo in Valsoera del geom. Andreotti, allora presidente della Commissione Centrale Rifugi, con il direttore del P.N.G.P. ing. Framarin, fu trovata una brillante soluzione. Presso il lago di Valsoera, a quota 2440 m, vi era una cabina elettrica fuori uso, ma in ottimo stato di conservazione, della A.E.M. di Torino. Per la costruzione della diga ne erano state costruite due, una era già stata donata dall'AEM al PNGP e trasformata in casotto per i guardaparco, l'altra si sarebbe potuto benissimo trasformarla in un piccolo rifugio.

Questa possibilità fu presa in seria considerazione e grazie all'interessamento dell'ing. Framarin e del nostro ing. Rosazza si poté ottenere dall'AEM la concessione in uso dell'ex cabina elettrica per nove anni, rinnovabili, dietro pagamento di un simbolico modestissimo canone. Fu necessario fare un nuovo progetto e rettificare tutte le pratiche precedenti, ma ne valeva la pena. Il rinnovo delle concessione in uso prosegue sempre per ogni nove anni.
Frattanto dalla morte di Marco e Giuseppe erano passati tre anni. La sottoscrizione aveva superato ogni più rosea previsione e permetteva di affrontare con una certa tranquillità il maggior onere derivante dalla costruzione non più di un bivacco ma di un piccolo rifugio.

L'inaugurazione avvenne il 17 settembre 1978. Erano presenti circa 300 persone, salite in parte dal Vallone di Valsoera e in parte dal Vallone del Piantonetto per il lago di Teleccio e la Bocchetta Bassa di Valsoera. La presenza di numerose figure autorevoli, sia del Club Alpino Italiano che dell'A.E.M. di Torino, nonché la partecipazione di una folta rappresentanza di varie Sezioni e Sottosezioni del C.A.I., contribuì al grande successo della manifestazione.
Questo piccolo rifugio è costantemente controllato sia per la manutenzione e anche per la pulizia dai soci volontari della Sottosezione GEAT che negli ultimi 15 anni hanno effettuato anche notevoli interventi di manutenzione edile e di verniciatura. Il rifugio è grande e la rotazione degli interventi di manutenzione è continua, per carenza di volontari non riusciamo a farli tutti; siamo sostenuti dall’affetto che continua con la famiglia Pocchiola.
Il rifugio incustodito M. Pochiola Meneghello è indicato “posto tappa” nella rete del patrimonio escursionistico del Piemonte nel Parco Nazionale del Gran Paradiso con il “Giropoarco” trek di sei giorni, con partenza dalla diga di Piantonetto e arrivo al colle Larisse. Questo ci pone in primo piano nell’interesse del percorso in quanto è il punto tappa più in quota del trek.

I festeggiamenti per la ricorrenza del quarantennale avranno certamente un carattere più modesto ma ugualmente importate per La GEAT Sottosezione del CAI Torino, diciamo così, casalingo; quanto basta per ricordare quanto hanno saputo fare, con grande tenacia, entusiasmo e perseveranza, coloro che ci hanno preceduto e stimolarci a seguire il loro esempio.
Non ci resta che sperare in due belle giornate di sole. Vi aspettiamo numerosi.


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