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La scuola di Alpinismo Giovanile “Giuseppe Lavesi“. Una storia che comincia

di Chiara Curto - Accompagnatore Nazionale di Alpinismo Giovanile

Spesso si sente dire che le nuove generazioni sono instabili e prive di valori. Che possiedono già tutto ed hanno perduto il senso del sacrificio e della conquista. Che sono dipendenti dalla tecnologia e non sanno più dialogare guardandosi negli occhi.

Già Catone il Censore, 22 secoli fa, raccontava cose simili della gioventù romana dei suoi tempi e molti dopo di lui hanno fatto lo stesso. E’ quindi di un’abitudine assai diffusa e persistente ritenere che le giovani generazioni abbiano perduto qualcosa di importante rispetto a quelle che le hanno precedute.

Forse l’antidoto migliore a questi pensieri, che pure contengono parti di verità, è provare a condividere qualcosa di sé e delle proprie passioni con i ragazzi. Ne risulterebbe un’esperienza interessante, a tratti persino sorprendente.

Noi Accompagnatori di Alpinismo Giovanile lo facciamo da 10 anni, con alterne fortune. Ci sono ragazzi che si ripresentano ai nostri corsi anno dopo anno, ogni volta un po’ più alti e consapevoli. Altri compaiono per qualche uscita e poi se ne vanno, lasciando vaghi ricordi. Di sicuro il semino lo gettiamo sempre, sperando che germogli anche solo di sfuggita, in modo discreto.

Beppe Lavesi era uno di noi e aveva una sincera dedizione per l’AG. Era convinto che l’esempio valesse più di qualunque discorso e che il CAI e la montagna avessero molto da insegnare. Amava il nostro sodalizio e i suoi valori. Gettava i semini di questa sua passione ogni volta che ne aveva l’occasione, soprattutto quando era in mezzo ai giovani. Stava bene con loro.

Quando è accaduto il tragico incidente che se l’è portato via, circa tre anni fa, l’Alpinismo Giovanile di Torino ha ricevuto uno scossone non indifferente. Si è ritrovato orfano e un po’ smarrito, oltre che molto triste. Ci è voluto del tempo per elaborare il lutto. Immediatamente però è stato chiaro che si dovesse fare qualcosa di concreto per serbare la memoria.



Di scuola di AG si parlava da tempo in Sezione ma l’impegno richiesto per realizzarla ci aveva sempre fatto esitare. Quando però il Consiglio Direttivo ha deciso di intitolarla a Beppe i dubbi sono scomparsi e la macchina è partita. Ci è voluto l’impegno di tutti per mettere in piedi la struttura: è stato necessario che si titolassero nuovi AAG ed anche un ANAG, il Direttore. Ci sono state lunghe riunioni e confronti su tutti gli aspetti dell’attività ed è stato redatto uno Statuto. Il 12 settembre 2017 il Consiglio Direttivo di Torino lo ha approvato ed ha sancito la nascita della Scuola Sezionale di Alpinismo Giovanile “Giuseppe Lavesi”.

Per i nostri allievi non ci saranno cambiamenti, continueremo a condividere con loro ciò che siamo e ciò che ci piace, nel miglior modo possibile. Avremo invece nuove opportunità dal punto di vista didattico, perché potremo formare nuovi Accompagnatori Sezionali di AG ed avere la soddisfazione di accogliere nel gruppo anche gli ex-allievi che desiderano mettersi al servizio. Contiamo su di loro.

Una Scuola Sezionale rappresenta un punto fermo, una realtà concreta che dura nel tempo e che entra a far parte di un insieme più grande, trovando il suo posto. Sarà un’occasione per far conoscere l’Alpinismo Giovanile ad una cerchia più vasta di persone, di soci e di amici. Si dice spesso CAI ha bisogno di giovani ma sarebbe ingenuo pensare che basti imporre dei limiti: impegnamoci attivamente perché i giovani trovino in sè le risorse e la voglia di contribuire alla vita sociale e il resto seguirà spontaneamente.

L’Alpinismo Giovanile è fatto di persone che sperimentano insieme che cosa significa andare per montagne, che crescono insieme uscita dopo uscita, si avvicinano, si parlano, giocano e a volte hanno freddo e sono stanche. Imparano così che esistono altri mondi oltre al loro e che il freddo e la stanchezza possono farne parte senza guastarne il piacere, anzi, accrescendolo. Molto ci viene richiesto ma tanto di più ci viene restituito in termini di relazioni, affetti, risate. Se così non fosse noi Accompagnatori non saremmo qui.

Ci prepariamo quindi a ciò che verrà con fiducia, forti dei più di cinquanta ragazzi che ci hanno scelti quest’anno: a loro va un ringraziamento sincero. E a tutte le scuole del CAI Torino va un saluto e un invito al dialogo, perché i nostri semini non hanno scadenza, rimangono attivi e vitali anche dopo i 18 anni!


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