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La valle incantata

di Luigi Bianco, Presidente CAI Valle d’Aosta

Il Vallone delle Cime Bianche è una zona a protezione speciale, un'intatta perla di ecologia alpina posta nella Val d'Ayas. Il progetto di realizzazione di un collegamento funiviario potrebbe costituire un costo ambientale altissimo.


Il Vallone delle Cime Bianche si estende per una lunghezza di circa 10 chilometri nella valle d’Ayas (Valle d'Aosta) e delimita a sud-ovest il versante meridionale del massiccio del Monte Rosa.

Si tratta di una zona classificata ZPS (Zona Protezione Speciale, rete europea Natura 2000) che si può visitare con un percorso ad anello che consente di apprezzare la meravigliosa varietà e integrità dei paesaggi che si incontrano. Sul versante orografico destro, sovrastato dai ripidi pendii che dalla base del Grand Tournalin e del Monte Croce (Mont Brun) conducono al Mont Roisetta e poi alle Cime Bianche e alla Gran Sometta, con una fascia bianca generata dalle isole coralline dell’oceano tropicale che, nel periodo triassico, si sono sollevate a seguito della spinta della placca europea e di quella africana; quello sinistro, delimitato dal ghiacciaio di Rollin; il Colle Superiore delle Cime Bianche, al termine del Vallone, che mette in collegamento con la Valtournenche; infine, le balze erbose, i laghi e i torrenti fanno da cornice a un prezioso ecosistema floreale e faunistico d’alta quota che costituisce una piccola, intatta perla di ecologia alpina.



Il Vallone delle Cime Bianche riveste una notevole importanza storica e culturale, essendo stato un’antica via di migrazione della popolazione Walser e, più tardi, una via di scambi commerciali tra la Lombardia e l’Europa: la Kremerthal, di cui sono rimaste vestigia al colle superiore delle Cime Bianche e all’Alpe Vardaz. Nella parte iniziale del Vallone, a fine '800, fu realizzato a Fiéry il primo albergo della Valle d’Ayas, struttura che rappresentò un punto di ritrovo per frequentatori della montagna, tra i quali va citato il Beato Piergiorgio Frassati, cui è dedicato il sentiero tracciato nei luoghi che prediligeva.


Pietra ollare lavorata


PERCORSI ESCURSIONISTICI E SITI DI INTERESSE

Il catasto dei Sentieri della Regione Valle d’Aosta fornisce le indicazioni per i percorsi che attraversano il Vallone e permettono di raggiungere il bivacco Mariano. Il sentiero Frassati è presentato nel volume L’Italia dei Sentieri Frassati. Il bacino è costellato da vaste aree, ove sono ancora ben visibili le testimonianze dell'estrazione e della lavorazione della pietra ollare: un vero museo a cielo aperto, tutto da mappare e valorizzare. Del periodo delle attività produttive in quota sono ancora ben visibili un forno per la cottura della calce e diverse piazzuole per la preparazione del carbone da legna. Nel Vallone son presenti numerose aree umide, le maggiori nei pianori di Rollin, Mase, Cére e Vardaz. La torbiera di Vardaz, per la sua collocazione su un altipiano a 2300 m, si presterebbe ad essere analizzata al fine di ricavare notizie essenziali sulla situazione climatica e produttiva della zona negli ultimi 10/15.000 anni. Dall’impluvio principale ha origine il famoso Ru Courthoud: canale d’irrigazione artificiale che giunge fino a Saint Vincent con un percorso di oltre 25 km, costellato da gallerie, ponti e condotte ardite, realizzato nel 1400 e tenuto in funzione per secoli grazie alla manutenzione costante delle comunità locali.


Antiche vestigia all'Alpe Vardaz


I PROPOSITI DI COLLEGAMENTO FUNIVIARIO

Nel 2015, capofila il Comune di Valtournenche e con il concorso dei comuni di Ayas Gressoney- La-Trinité e Gressoney-Saint-Jean, fu predisposto uno studio di fattibilità per la realizzazione di un collegamento funiviario attraverso la conca, per consentire la creazione di un grande carosello di impianti di risalita da Zermatt ad Alagna, a servizio della pratica dello sci di discesa. Si prevedeva un primo troncone da Frachey con l’Alpe Vardaz, e una seconda funivia di lì al Colle Superiore delle Cime Bianche, già raggiunto dagli impianti. Si escludeva la possibilità di realizzare una pista di sci nella parte bassa e si accennava a un tracciato nella zona alta. Data l'impossibilità pratica, salvo la devastazione del Vallone, ora nessuno parla più di piste da sci ma, al fine di ridurre i costi, si propone un susseguirsi di telecabine nel cuore del bacino con un impatto ambientale e paesistico ancora maggiore.


LA POSIZIONE DEL CAI

La Sezione CAI Verrès prima e successivamente il Cai Valle d’Aosta, in accordo con quanto previsto dal Bidecalogo, hanno evidenziato l’assurdità e l'insostenibilità della proposta, sia sul piano ambientale, in quanto si interverrebbe su una zona compresa per la maggior parte in una ZPS, sia sul piano economico, ove sono certi i costi elevati da sostenere e aleatori i benefici, data la scarsa funzionalità di impianti di mero trasferimento. La situazione è in rapida evoluzione, ed è possibile consultare questa pagina che mette a disposizione informazioni e documenti relativi al quadro globale e alle iniziative in essere.

Il Colle Superiore delle Cime Bianche prima e dopo la costruzione degli impianti funiviari


Pubblicato originariamente sul numero di ottobre 2017 di Montagne360, la rivista del CAI - Club Alpino Italiano

In copertina: la Gobba di Rollin


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