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La via delle "Docce Scozzesi", una coincidenza di date

di Luca e Matteo Enrico, Gruppo Rocciatori Val di Sea

 

L’11 giugno del 1978 è una data storica, è la data della prima via aperta sulle pareti di Sea. Autori Isidoro Meneghin e Sergio Sibille.

I due si divisero la via, Sibille fece la prima parte scalabile in libera mentre Meneghin, provetto artificialista, la seconda con passaggi fino all’A2. Forse sarebbe stato più facile e comodo indirizzare i primi sforzi e tentativi su altre pareti del vallone ma il Trono di Osiride è quella più imponente, l’ambiente è selvaggio e solitario, si è lontani dal sentiero e la verticalità è assicurata. La roccia è bella e, nelle ultime ore del pomeriggio, i raggi radenti del sole le fanno assumere un colore caldo, sembra infiammarsi in mille tonalità di giallo e rosso.

Nel 2005 andammo con lo stesso Sergio per ripeterla. Eravamo incuriositi da questa via che sembrava essere addirittura irripetuta. Trovammo un vecchio cordino, fragile e consunto dagli anni e dalle intemperie, Sergio lo riconobbe, quel cordino era in fondo l’unico muto testimone di quell’impresa, abbandonato lì, come a presidiare quei diedri e quelle fessure, nell’attesa di qualcuno che potesse ripercorrerle.

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Poi ci trovammo sotto un diedro strapiombante da cui facevano capolino molti chiodi, ovviamente ci infilammo su da lì senza sapere che si trattava di un’altra via, quella dei “Massaggi Thailandesi”. Ne scalammo un tratto, facendo finta di non vedere ciò che già sapevamo. Quando non si potè più ignorare l’errore decidemmo di scendere.

Ci son voluti ben 12 anni perché tornassimo e l’abbiamo fatto con l’intenzione di “restaurare” la via, che ricordavamo meritevole di diventare una bella classica del vallone.

L’incognita maggiore era legata ai tratti in artificiale, il diedro, durante il nostro primo tentativo, non l’avevamo né salito né visto e non sapevamo quindi se quell’A2 di Meneghin sarebbe stata “liberabile”.

Una domenica siamo andati a vedere, domenica 11 giugno, esattamente 39 anni dopo, e anche nel ’78 era una domenica…..una coincidenza di date non voluta ma assai singolare.

La via questa volta l’abbiamo salita tutta, attrezzando le soste e mettendo qualche fix sui tiri, sul tratto iniziale del diedro dato A2 abbiamo scoperto delle belle tacche che ne consentono il superamento in libera, una bella sorpresa, poi a un certo punto la relazione non era molto chiara, sopra il diedro proseguiva con un aspetto che faceva presagire il ricorso all’A1. A sinistra una fessura, forse i primi salitori erano usciti da lì? Forse sì ma forse, a veder bene dopo, no. Noi però abbiamo deciso per quell’uscita, dall’aspetto più scalabile.

Poi sopra la relazione tornava di nuovo e siamo arrivati in “vetta” con il sole, nonostante l’ora tarda; questa è l’ultima parete dove il sole va via, i rododendri in fiore, la valle già addormentata. E' l’ambiente di Sea, è sempre quello, ma ogni volta stupisce e incanta.

La via merita proprio, è un “vione”, venire qua per farla non è un ripiego ad altre pareti più blasonate.

Ma i lavori a Sea non si sono limitati a questa via, anche la “Re Azul” sulla porzione sinistra dello Specchio di Iside, iniziata nell’ottobre dell’anno scorso, è stata finalmente terminata. Adesso questa bella via ha due possibili uscite, quella di “Re Azul sempre al potere” e quella “originale”, che poi tanto originale non è più perché anche qui l’abbiamo “raddrizzata” con un paio di interessanti varianti. La continuità è ora garantita e ci sono alcuni passaggi difficili ma qualcuno sicuramente saprà risolverli. Si trova vicino a “Luna Calante”, una via che con il ripristino del 2016 sta godendo di grande popolarità, diventando una grande classica del vallone, eppure era completamente dimenticata e sconosciuta!

Ma le novità non si fermano qui, un itinerario grandioso è in cantiere, due giornate piene di lavoro non sono state sufficienti per terminarlo, per ora non sveliamo nulla ma ha tutte le carte in regola per divenire una delle più grandi vie del vallone. Quando l’arrampicatore potrà uscirne nella luce del crepuscolo ammirerà la grandezza di questo vallone e sarà consapevole di aver vissuto un'altra grande giornata di scalata.


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