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Il respiro del ghiaccio

di Ilaria Salotti

Domenica 14 maggio l’associazione Scuola per Via, impegnata dal 2010 a far conoscere il territorio della collina morenica di Rivoli-Avigliana in cammino attraverso un metodo di osservazione sistemica dell’ambiente, ha guidato una passeggiata al Truc Monsagnasco di Rivalta di Torino.

Il titolo dell’iniziativa alludeva alle pulsazioni glaciali che, tra i 750.000 e i 12.000 anni fa, hanno modellato la Valle di Susa e depositato materiale eterogeneo al suo sbocco, creando il cosiddetto anfiteatro morenico compreso tra il castello di Rivoli, Monte Cuneo di Avigliana, la Dora Riparia e il torrente Sangone. In un alternarsi di fasi di avanzamento e arretramento, il ghiacciaio valsusino ha prelevato, trasportato, deposto ed eroso, stravolgendo, a ogni passaggio, il territorio.

In compagnia di un Accompagnatore naturalistico, nel corso di una passeggiata mattutina ad anello di circa tre ore, i camminatori hanno percorso la panoramica strada sterrata che collega la cappella di San Sebastiano di Rivalta a borgata Roncaglia di Villarbasse, con vista sul cordone morenico di più recente formazione (la Cresta grande di Rivoli), e poi imboccato uno dei sentieri che conducono ai 414 metri del Truc Monsagnasco, testimonianza collinare fra le più antiche dell’attività glaciale. Dalla cresta, il gruppo è sceso nell’amena valletta del rio Garosso, per poi riguadagnare la strada Rivalta-Villarbasse con breve salita finale. 

In questo percorso il paesaggio respira col camminatore: il chiarore festoso dei prati a margherite di Pian del lupo cede il passo al buio raccolto del bosco; alle strutture squadrate di forno, pozzo e piccola scuola di borgata Roncaglia (restaurate nel 2003) segue l’irregolare spigolosità del masso Pera crusà, trasportato e graffiato dal ghiaccio; dopo la stretta trincea protetta dai ceppi di castagni secolari che scende dal Truc si espandono i prati intorno alla storica cascina Pittara, incoronati dalle bianche fioriture di sambuchi e sanguinelli.


I partecipanti, tra cui Lodovico Marchisio (accompagnatore del CAI Torino, scrittore e socio accademico del GISM) e Gilbert Pilloud (responsabile del Museo della “Pyramide” al Colle del Moncenisio), hanno apprezzato la varietà di ambienti incontrati, il silenzio stupefacente del bosco e il tappeto di fiori di robinia posato ai nostri piedi dal respiro del vento.


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