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Convegno GISM 2016 a Groscavallo per onorare la memoria di Eugenio Ferreri

di Lodovico Marchisio - GISM  

Si è tenuto a Groscavallo, nell’alta Val Grande di Lanzo, sabato e domenica 8-9 ottobre, il Convegno autunnale del GISM – Gruppo Italiano Scrittori di Montagna con un incontro dal titolo “Eugenio Ferreri, scrittore e alpinista delle Alpi occidentali”. L’incontro è iniziato alle ore 15 di sabato 8 ottobre ove siamo stati accompagnati da Marco Blatto, delegato GISM per il Piemonte e la Valle d’Aosta e capogruppo dei Rocciatori Val di Sea, testimone di quel periodo e protagonista dell’arrampicata nel vallone, per farci vivere la magia di questo solitario luogo, percorrendo un tratto del sentiero che s’inoltra nel vallone di Sea alla scoperta del teatro delle “Antiche sere”.

Inoltrandosi per un breve tratto fino alla Madonnina dei rocciatori già si respira la magia di quel luogo, iniziando subito ad ammirare la nuova bacheca che ricorda la celebre cordata sulle Alpi Graie Meridionali di Giuseppe Corrà e Michele Riccardi con il patrocinio che unisce i nomi del GISM, del Comune di Groscavallo, del Club Alpino Accademico, dell’Unione Montana Alpi Graie e del CAI. Questo vallone è stato la patria di Giancarlo Grassi che ha aperto un’infinità di vie, risalendo anche “goulotte fantasma” mentre Gian Piero Motti ha vissuto l’empatia di questo magico luogo idealmente scalando dappertutto ma non qui come si evince dalle bacheche che s’incontrano sui sentieri all’imbocco del vallone medesimo.

Gian Piero Motti nelle “Antiche Sere” come ci spiega magistralmente Marco Blatto crea un’atmosfera magica e filosofica del Vallone di Sea, ma si rende conto che la storia d’azione su quelle rocce non sarà questa volta la sua, ma toccherà a “poeti – guerrieri” come Gian Carlo Grassi, a cavalieri solitari come Isidoro Meneghin o a vecchi amici forti e sinceri come Ugo Manera, perché quest’universo di roccia contorta che prende forma, non è solare come lo sono le rocce della Valle dell’Orco, al contrario, l’atmosfera è qui più intima, più cupa anche se meravigliosa e Gian Piero in armonia con quest’ambiente lanciava messaggi non compresi da tutti: Infatti la “filosofia dell’altipiano di Sea e non solo miravano a dimostrare come la grande avventura si potesse vivere anche su una parete di fondovalle in modo “gioioso” e “sentimentale”.

Tornati alle auto ci si sposta all’albergo ristorante Pialpetta di Grascovallo dove alle 17 ha inizio il convegno vero e proprio.

Lo introduce Marco Blatto, organizzatore del medesimo, che ci dà il benvenuto ricordando mio tramite, quale esponente del direttivo dell’AASAA (Auteurs Associés de la Savoie et de l’Arc Alpin) che sabato 15 ottobre ad Avigliana con inizio alle 10 ospiti della Sala consiliare del Comune, vi sarà un convegno dal titolo “Cultura senza frontiere” con molti interventi di scrittori, primi fra tutti quelli del Presidente Francis Bufille coadiuvato dal segretario e tesoriere Pierre Allio.

Sono seguiti gli interventi di Dante Colli (presidente del GISM), Irene Affentranger (memoria storica del GISM il quale in questa ricorrenza le ha offerto una cartolina stampata in settecento esemplari con la sua immagine, realizzata con tecnica mistica di Dunio) e Lino Fornelli (che vanta in queste valli alcune sue prime).

Tutti questi interventi seguiti da alcuni altri soci su tematiche diverse, convergono sulla figura di Eugenio Ferreri, scrittore e alpinista delle alpi occidentali, a cui è stato dedicato questo convegno per approfondire (ogni relatore in modo diverso), la sua figura di alpinista e di uomo. Nato a Torino il 6 dicembre del 1892, Ferreri coltivò la passione per la montagna e l’alpinismo sin d’adolescente, fondando, nel 1908 e a soli 16 anni, il gruppo alpinistico studentesco S.A.R.I. (Società Alpina Ragazzi Italiani).

L’associazione, grazie all’interessamento dell’avvocato Luigi Cibrario, divenne due anni dopo una sezione giovanile autonoma del Club Alpino Italiano. Con il trasferimento forzato del CAI a Roma, il neo-nominato presidente Avv. Angelo Manaresi lo volle al suo fianco per occuparsi della parte tecnico-organizzativa del sodalizio, incarico che espletò con dedizione negli anni difficili della guerra. Divenuto vice-segretario generale, fu redattore capo della Rivista del Club Alpino Italiano, sovraintendendo alle pubblicazioni “Da Rifugio a Rifugio” e alla Collana Guide del CAI. L’attività culturale di colto ricercatore e divulgatore gli valse pertanto la doverosa ammissione al GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna).

Al termine del conflitto Ferreri si trasferì a Milano per assumere la carica di Segretario Generale del Club Alpino Italiano. Nel settembre del 1946, convocato in Grignetta per un Consiglio di Presidenza, in una pausa dei lavori s’incamminò con alcuni consiglieri per uno dei più battuti sentieri della zona. Per fatalità, come si può dirlo, perse l’equilibrio, sfracellandosi in un burrone.

Dopo questi vari interenti, Marco Blatto ci mostra una serie d’immagini che hanno ripercorso tutta la storia alpinistica di questo angusto vallone e dei monti satelliti ad esso, con molte prime salite dello stesso Blatto che ancora di più ci ha fatto conoscere questo posto aspro e leggendario, le cui cime oggi erano celate dalle nubi. A seguire cena conviviale tipica, nello stesso albergo ove si è svolto il convegno.

Domenica 9 ottobre, Marco Blatto ha accompagnato i soci più allenati in escursione al bivacco Ferreri-Rivero nel Vallone della Gura, con discesa passando per il rifugio Paolo Daviso, per far ammirare ai soci GISM il bivacco Ferrero a cui il GISM stesso ha aderito per la sua ristrutturazione grazie agli interventi effettuati dal Club Accademico Alpino Italiano e dai volontari del CAI.


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