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L'uscita del 69° Corso di Alpinismo della Scuola G. Gervasutti al Monte Bianco

di Valentina Saggese, allieva del corso di alpinismo della Scuola Gervasutti del CAI Torino

Molti di noi hanno cominciato questa avventura nella scuola G. Gervasutti proprio per poter entrare nel magnifico mondo dell’alpinismo: qualcuno con semplice curiosità, qualcun’altro con un po’ più di consapevolezza. E finalmente questo week-end del 10 e 11 giugno arriviamo alle pendici del Monte Bianco.

Sveglia alle 4 e si parte… ognuno con aspettative, paure e ansie diverse, ma sicuramente tutti con la voglia di scoprire che cosa ci avrebbe regalato questa nuova esperienza.

Arrivati alla funivia ci prepariamo per la salita, infiliamo imbrago scarponi e tutta l’attrezzatura necessaria. Non si perde tempo. Al Rifugio Torino le cordate si sistemano per la progressione in conserva e si avviano verso il ghiacciaio.

Vuoi raccontarci la tua storia? Manda il tuo pezzo a info@caitorino.it, gli articoli migliori verranno pubblicati sul portale del CAI Torino!

Attraversato il cancelletto che separa l’ambiente più ospitale e sicuro del rifugio da quello più avventuroso della montagna, vediamo qualcosa che per molti di noi è inaspettato: l’immensità del ghiacciaio e delle montagne che lo circondano e che gli fanno da cornice.

Tutte le cordate si dirigono verso l’attacco della via prescelta: il Dente del Gigante, tre vie al Pic Adolphe Rey (la via Salluard, la Super Lionel e la Bettembourg), e poi ancora il couloir Gervasutti sulla Tour Rounde, l’Aiguille d’Entreves, e per non farci mancare proprio nulla anche la via degli svizzeri al Gran Capucin!

Mentre attraversiamo il ghiacciaio ognuno di noi viene pervaso da emozioni diverse: la fatica di camminare coi ramponi sulla neve sprofondante, il fiatone per la quota, la paura di sbagliare un passo e di finire in un crepaccio, ma soprattutto il silenzio della montagna, la sensazione di essere delle piccole formiche in un oceano di neve, ghiaccio e roccia, la consapevolezza di essere in un luogo non accessibile a chiunque e la percezione di essere finalmente più vicini alle montagne più belle d’Europa e dentro l’alpinismo. 

Ogni via ha caratteristiche diverse, alcune sono di roccia, altre miste, ma tutte svettano sopra al ghiacciaio. Arrivati in cima veniamo travolti da qualsiasi tipo di gioia… tutti noi siamo felici di aver condiviso con i nostri compagni questa piccolissima avventura, questo piccolo sogno che grazie alla scuola G. Gervasutti comincia a prendere forma.

Tornati al rifugio dopo una giornata piena, ci sediamo tutti insieme attorno al tavolo e raccontiamo agli altri compagni la nostra salita e le emozioni provate. Tutti soddisfatti, allievi e istruttori, assumono la stessa posizione in merito alla meravigliosa giornata appena trascorsa.

Il giorno dopo manovre sul ghiacciaio…mai divertiti così tanto. Ci cimentiamo nella riuscita di queste difficili manovre, ma sempre con il sorriso, perché questo è il miglior modo per imparare. Gli istruttori ci insegnano la progressione in conserva, i passi sul ghiacciaio, la trattenuta di una scivolata, le soste...

Finite anche quelle è giunto il momento di scendere, di tornare alla quotidianità, sicuramente con qualcosa di più in tasca. La cosa più sorprendente è che ognuno di noi avrà portato via qualcosa di diverso dall’altro, qualcosa che potrà sicuramente condividere nella prossima esperienza. 

Un ringraziamento da parte di tutti gli allievi va agli istruttori della scuola, che mantengono vivo l’alpinismo, che passano la mano ai nuovi alpinisti del futuro, che trasmettono le loro conoscenze, la loro esperienza e la loro passione.

Ma un ringraziamento particolare va al nostro direttore, Giampiero, che mette sempre davanti a se stesso la scuola, il benessere di noi allievi e degli istruttori, e che è riuscito a realizzare un’uscita a dir poco stupenda.

di Valentina Saggese
allieva del corso di alpinismo della Scuola Gervasutti del CAI Torino

foto: Tachi Pesando


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