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Vercors: una falesia lunga 2km

di Mauro Raymondi, Scuola Nazionale di Alpinismo G. Gervasutti

Eccoci a Saoû, alla falesia “Du Son”, la più agevole da raggiungere per sfruttare le ultime ore del pomeriggio delle corte giornate autunnali. Siamo nel dipartimento del Drôme, nel sudovest della Francia. Torniamo sempre con piacere a visitare la zona più meridionale del grande parco naturale del Vercors. Alloggiamo vicino a Crest dove nel raggio di poche decine di chilometri possiamo accedere ad almeno quatto grandi siti di scalata diversi per esposizione e caratteristiche. La città di Crest dista da Torino 350Km, è dominata da un grande ed evidente donjon, uno dei più alti d’Europa. Oltre a Saoû, altri siti di scalata sono Ombléze, Trois Becs e Pont de Barret. Sono falesie ideali per le stagioni più fredde (autunno, inverno e inizio primavera) quando meglio si coglie il piacevole tepore del sole invernale. Il calcare è raramente lucido, spesso tagliente e mette alla prova le dita. Facile trovare tiri di 35m, quindi sempre meglio avere una singola di lunghezza sufficiente.

Le nostre giornate scorrono secondo una precisa sequenza di riti: sveglia e colazione con burrosi croissant, caffè non buonissimo in qualche tipico bar francese, avvicinamento alla falesia, scalata fino a quando il sole è basso, “panache” o “monacò” al solito bar, consultazione della “topò” per programmare il giorno seguente, cena e nanna. La varietà dei siti di scalata è tale da consentire la scelta in base allo stato di dita e braccia. Si può scalare su placche, su muri verticali tecnici, su muri leggermente strapiombanti con piatte, su prese grandi, in fessura o su canne. Nel caso di una pausa, le possibilità di escursioni per vasti boschi, cornici di calcare ed altipiani erbosi sono innumerevoli.



Saoû

Abbiamo scoperto Saoû incuriositi dalle immagini di un film francese di qualche anno fa. Il sito offre numerose falesie di monotiri e vie multipitch anche su terreno d’avventura. Esposizione predominante è Sud, i settori sono numerosi e sparsi un po’ ovunque lungo la destra orografica della valle che porta verso il colle di Lauzun. Nella zona della Poupoune la falesia “Du Son” è ben soleggiata, presenta 35 tiri con difficoltà media 6a-6b e chiodatura ravvicinata. In direzione della Roche Colombe l’arrampicata predominante è la placca, ma si trovano anche settori con gradi elevati. Al “Mur des Etoiles” domina lo strapiombo, al “Mur du Vent” sicuramente non è bene andarci nelle giornate di Mistral.



Omblèze

Per descrivere questo sito basta dire che la principale falesia detta d’Anse è costituita da una parete alta in media 150m, lunga circa un paio di chilometri esposta a sud. Su questa parete sono presenti anche alcune vie multipitch. Quando visitammo per la prima volta questo luogo, per non perdere tempo giungemmo senza guida, fiduciosi che in una falesia così grande qualcuno sarebbe stato in grado di darci qualche indicazione della difficoltà dei tiri. Ebbene, in tale vastità non trovammo neppure un’anima a scalare!! Sono presenti altri settori nella gola dell’Ombléze, ad esempio il settore Faubourg che nel mese d’ottobre va in ombra dopo le 15. Sulla guida sono indicati lunghezza e numero di punti d’assicurazione per ciascun tiro. La maggioranza dei tiri si caratterizza per lunghezza e continuità. Omblèze si trova all’interno del parco del Vercors, in un contesto ambientale eccezionale.



Trois Becs

E’ il sito delle “grand voies” per eccellenza. I Trois Becs dominano il Drôme con il loro caratteristico profilo simile a una prua che punta verso il cielo. Si trovano numerose vie con sviluppo da 200 a 350m e che terminano sui prati erbosi dei pianori superiori. Come recita la guida, l’etica dominante degli apritori è di aprire dal basso e sostanzialmente di chiodare con parsimonia, pertanto gli itinerari non sono del tutto lineari, si caratterizzano per esposizione e richiedono materiale per integrare. Poche le vie orientate a sud, la maggioranza a est e nord. Da non sottovalutare la quota, perché Mistral e improvvise nevicate possono rendere estremamente severo l’ambiente. Un paio di classiche sono “Petite Pomme” e “Voie des Parisiens”.


Pont de Barret

In realtà questo è il nome del caratteristico villaggio alla base della falesia denominata Eson. Questa è la falesia ideale quando il freddo e il peggior Mistral si sommano e scoraggiano ogni attività all’aperto. La prima volta abbiamo raggiunto Pont de Barret proprio in una giornata di gelido Mistral, con l’auto sballottata dal vento e le pozzanghere ricoperte di ghiaccio. Ci siamo fatti coraggio e abbiamo imboccato il sentiero che sale alla falesia mentre il frastuono del vento rendeva impossibile comunicare. La ricompensa è stata una favolosa giornata di arrampicata in maglietta. La falesia dell’Eson è un semicerchio di pareti di roccia dicalcare rossiccio esposte a sud e leggermente strapiombanti. Lunghezza e continuità fanno da padrone mettendo alla prova la resistenza. Anche sulla guida di questo sito sono indicate lunghezza dei tiri e numero dei punti d’assicurazione. In alcuni settori la distanza media delle protezioni è superiore ai due metri e nel caso di un 6b la sezione più facile intorno al 6a può avere le protezioni a distanza doppia. Da segnalare i settori “Tapis Volant” (stupendo muro color ocra), “Papa 6b” (muro verticale e strapiombante su roccia di colore vario), “Le DRAC couine” (gran tiri di 35m continui, omogenei ed esposti).
Un suggerimento a chi si recasse in zona è di fare un controllo sotto la doccia verificando di non aver raccolto qualche zecca, soprattutto nel caso si siano attraversati dei boschi particolarmente fitti.


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di Mauro Raymondi

Scuola Nazionale di Alpinismo G. Gervasutti


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