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"Monsù, për piasì an tira la corda?", alle origini della Scuola Gervasutti

di Mauro Raymondi, Scuola Nazionale di Alpnismo G. Gervasutti

Oggi ho appuntamento con Ugo Manera e Carlo Crovella, nostra destinazione è Saint Pierre alla ricerca delle origini della Scuola Gervasutti.

A Saint Pierre vive Lino Fornelli (classe 1929) che fu istruttore nel 1951, quattro anni dopo la fondazione della Scuola. Questo è il primo di una serie d’incontri con gli ex istruttori. Il nostro obiettivo è raccogliere testimonianze sulla storia della Scuola da riproporre in occasione dell’anniversario dei 70 anni dalla fondazione (1948-2018).


Lino Fornelli in compagnia della moglie, Maria Vittoria


Provo orgoglio e curiosità ad accompagnare Ugo e Carlo in questo piccolo viaggio e così mi offro di fare l’autista, scattare qualche fotografia e per quanto possibile fornire supporto tecnologico. Il viaggio scorre velocissimo grazie ai racconti entusiasmanti di Ugo completati dal punto storico di Carlo frutto del suo meticoloso lavoro di ricerca svolto per scrivere le recenti pubblicazioni.

Lino e sua moglie Maria Vittoria ci accolgono calorosamente. Mentre Carlo e Ugo iniziano l’intervista, io vago per casa perdendomi tra i libri e le numerose foto appese alle pareti, riconoscendo alcuni luoghi delle nostre Alpi e osservando incuriosito l’abbigliamento dell’epoca. In questo percorso mi accompagna Maria Vittoria che invito a parlare in dialetto piemontese per cogliere al meglio le sfumature dei suoi racconti. I suoi ricordi raccontano i legami di forte amicizia con le persone fotografate.

Mi racconta della loro scelta di vita nel 1968: abbandonarono la sicurezza di un lavoro stabile a Torino per inseguire e realizzare il sogno di vivere in montagna. Mi racconta di quando gestivano il rifugio Monte Bianco in Val Veny dove la “corrente elettrica” non c’era e per conservare il cibo si trasportava a spalle il ghiaccio dal Miage. Mi racconta quanto tempo Lino abbia dedicato alla montagna, agli amici della Scuola e del CAI tanto che in famiglia la frase “papà è andato al CAI” indicava qualsiasi tipo d’impegno, dalla riunione alla salita.

Lino ci racconta la Gervasutti di Pino Dionisi. E’ una Gervasutti che non rispecchia la fama di severità e disciplina che solitamente immaginiamo. La Scuola nasce dall’iniziativa di un ristretto numero di persone con la passione della montagna, che hanno rapporti d’amicizia di lunga data rafforzati dalla condivisione dell’esperienza di cordata in montagna e che vivono nelle Valli di Lanzo. Si susseguono i racconti degli episodi goliardici, delle salite importanti, la consapevolezza di far parte di un gruppo dove si trovano i migliori alpinisti delle alpi occidentali. Purtroppo non mancano le tragedie e il ricordo di coloro che sono scomparsi prematuramente.

La Scuola non è solo salite in montagna, ma anche sperimentazione delle nuove tecniche e dei materiali. L’assicurazione dinamica è sicuramente una importante novità che ha rivoluzionato la progressione della cordata su roccia. Gli allievi della Scuola sono prevalentemente giovani studenti ed operai che frequentano la montagna e desiderano acquisire la conoscenza delle manovre per migliorare la loro sicurezza. Non mancano genitori che accompagnano i figli minorenni ritenendo fosse l’occasione per apprendere una lezione di vita. Non può mancare il ricordo di quando gli allievi erano tenuti a dare del lei agli istruttori. La regola era piuttosto difficile da rispettare. Un allievo invece di un semplice “tira la corda” avrebbe dovuto dire: “Monsù, për piasì an tira la corda?” (“Signore, per piacere può tirare la corda?”).

Scorrono i nomi noti dell’alpinismo piemontese dell’epoca quali Leonessa, Rosenkrantz, Malvassora e poi sento raccontare di Guido Rossa, una sorta di testa calda del mondo alpinistico che pagò con la vita la sua onestà durante gli anni di piombo. Il primo incontro con l’alta montagna di Guido Rossa fu di grande paura, tanto da costringere il contrariato Piero, fratello di Lino, a rinunciare alla salita della Sud della Noire proprio in quelle rare giornate di tempo sereno e caldo. Oltre ai nomi, abbondano i soprannomi: Peru Bel, Peru Brut, Mario Viana (da Avigliana) e tanti altri ancora.

Lino racconta il suo ingresso nella Scuola Gervasutti. All’epoca era alla ricerca di un lavoro e Dionisi lo chiamò per un incontro. Lino speranzoso pensò Pino volesse proporgli un posto di lavoro in Stipel (Società Telefonica Interregionale Piemonte e Lombardia), invece gli propose soltanto l’ingresso nella Scuola.



L’intervista volge al termine e Lino ci accompagna nel suo studio dove infaticabile scrive e lavora per organizzare gli eventi del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna), mostra le guide di montagna a cui ha collaborato e vediamo foto e relazioni di alcune delle sue vie. Un sintetico elenco delle vie di Lino comprende la prima della Parete Sud del Courmaon, lo Spigolo Grigio al Plu (con Piero e De Albertis), la prima ripetizione italiana (con Barbi e Bo) della Cresta Sud del Pic Gaspard in Delfinato (Via Gervasutti), la "discussa" prima invernale (9 dicembre) dello spigolo Murari alla Bessanese e mi colpisce la prima alla Nord della Grande Aiguille Rousse.

Un ultimo sguardo alla vetta della Grivola che domina Saint Pierre, poi si torna a Torino e un grazie va a Lino e Maria Vittoria che in questo pomeriggio, con i loro racconti ricchi di passione, hanno permesso di portare alla luce il filo conduttore tra passato e presente della Scuola.

Mauro Raymondi

Scuola Nazionale di Alpnismo G. Gervasutti




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