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Ricordo di Giuseppe Garimoldi

di Lino Fornelli, socio GEAT Cai Torino

Il 30 giugno 2017 è mancato, a 87 anni, il mio grande amico di una vita. Ci conoscevamo dagli anni '30 del secolo scorso, quando ragazzini, abitavamo nello stesso quartiere operaio: il Campidoglio, alla periferia ovest di Torino. Frequentavamo la stessa scuola “A. Manzoni” in corso Altacomba, ora corso Svizzera. Venne poi la guerra e ci perdemmo di vista.

Nel 1945, terminato il conflitto, ci ritrovammo: eravamo ancora vivi ed avevamo contratto entrambi, con mio fratello Piero, il virus della montagna. Prime facili giterelle sui monti vicini alla città: Monte Musinè, Monte Pietraborga, Denti di Cumiana (da nord su sentiero), ecc. Ricordo che nell’agosto del 1947 noi tre, più la sorella maggiore di Giuseppe, Delina, abbiamo effettuato un soggiorno di una settimana al rifugio “Cibrario”, sopra Usseglio; era da poco terminata la guerra e il rifugio era semi abbandonato. Aveva sì un custode: un anziano signore che stava tutto il giorno rannicchiato sulla branda con una coperta sulle spalle per ripararsi dal freddo, ma che ci serviva un sostanzioso minestrone. Tutto il resto dei viveri ce lo eravamo portati su noi a spalle.

Quella settimana il tempo non ci fu molto amico, riuscimmo a fare solo la Croce Rossa e qualche gita minore. Per far funzionare la stufa siamo anche andati, Giuseppe ed io, al Lago della Rossa attraverso il Colle Altare per raccattare un po di legna in terra, nel cantiere della diga. E ricordo anche che un giorno, alla base del canalone nord del Colletto della Lera Giuseppe decise di usare la piccozza per intagliare alcuni gradini, ma al primo colpo la piccozza, comprata al Balun, si spezzò in due e finì nella crepaccia terminale!

Era socio della GEAT e lo è stato per molti anni anche della nostra Sezione; ricoprì incarichi prestigiosi come la presidenza della Biblioteca Nazionale del CAI. È stato anche istruttore della Scuola Nazionale di Alpinismo G. Gervasutti.

Continuavamo a frequentarci saltuariamente, non solo in montagna (siamo stati reciproci testimoni di nozze). Giuseppe era un buon alpinista ed un buon arrampicatore, ma non amava le grandi difficoltà. Suo terreno preferito erano i grandi 4000. Ne aveva saliti parecchi in Svizzera, per lo più con suo cognato Franco Nebbia (quello cui è dedicato il bivacco sotto il Col Garin, il marito di Delina) ed Ezio Lavagno. Ha frequentato bene anche il gruppo del Monte Rosa, del Monte Bianco e del Gran Paradiso. Conosceva piuttosto bene anche un po' tutte le montagne piemontesi.

Ha conosciuto poi le montagne della Nuova Zelanda e delle Ande dove ha partecipato ad alcune prime. Era un camminatore formidabile: ha compiuto un’infinità di gite sci alpinistiche, quasi tutte con dei tempi strepitosi. Tuttavia aveva anche al suo attivo alcune “prime”: 1ª ascensione della cresta SE della Punta Girard (Gruppo delle Levanne); 1ª ascensione cresta SW della Punta Costantino (R. Cornus); 1ª ascensione parete N della Punta Levi (R. Cornus); 1ª ascensione parete N. Gr. Aig. Rousse (Gruppo delle Levanne); 1ª ascensione invernale dello Spigolo Murari alla Bessanese. E’ stato l’autore di alcune guide alpinistiche edite dalla GEAT come: “Il gruppo della Rognosa d’Etiache” e “La Valle di Saint Barthelemy”.

Per raccontare la vita di Garimoldi servirebbe un volume. Amava la fotografia di montagna, su questo argomento ha scritto dei libri, ma la sua grande passione è stata anche la pittura: conosceva a menadito la vita e i Maestri di quest’arte. Dotato di una memoria fuori dal comune poteva citare a memoria gli eventi della pittura e degli autori nonché i volumi in cui questi eventi erano descritti! Fu veramente un esperto: era in grado di distinguere un originale da un falso. E’ successo anche che qualcuno aveva ricevuto in eredità dei quadri ritenuti autentici, ma per sicurezza vollero farli esaminare da un esperto, io consigliai Giuseppe. Lui venne e non ci mise molto a scoprire che erano delle copie! Ha praticato anche, per un po', la pittura con alcuni quadri, questa passione l’aveva ereditata da suo padre, pittore dilettante.

Scrittore brillante, ha scritto anche numerosi volumi sulla storia dell’alpinismo. Era socio accademico del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna. Tanto era determinato e risoluto nell’affrontare le difficoltà e le fatiche della montagna, quanto lo era nel sostenere i diritti degli ultimi, dei diseredati.

Era affetto ormai da un male incurabile, era condannato: la sua amata Graziella non sopportando l’idea del distacco cominciò a deperire sino a lasciarsi morire pochi mesi prima di lui! Questo me lo ha confidato lui stesso l’ultima volta che ci siamo visti. Ciau Giusep.

Lino Fornelli

Socio GEAT Cai Torino

La Biblioteca nazionale CAI ricorda Giuseppe Garimoldi con una rassegna dei suoi scritti di montagna presente in una pagina espressamente dedicata.


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