Climbing For Climate 7: Università e CAI insieme per sensibilizzare sul futuro dei ghiacciai
di Flavio Coffano
Sabato 6 e domenica 7 settembre si è svolta sul Monte Rosa la settima edizione di «CFC – Climbing for Climate», l’iniziativa promossa dalla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS).
L’evento è stato organizzato dall’Università degli Studi di Brescia e dalle Università piemontesi aderenti alla RUS (Torino, Piemonte Orientale, Politecnico di Torino e Scienze Gastronomiche), con la collaborazione del Club Alpino Italiano, del Comitato Glaciologico Italiano e il supporto delle Sezioni CAI di Torino, Orbassano e Varallo.

Due giorni tra cammino e riflessione
Il programma ha alternato escursioni e momenti di confronto. La giornata di sabato è stata dedicata a una marcia alla scoperta dei territori valsesiani, mentre domenica i delegati hanno raggiunto in funivia il Ghiacciaio di Indren (3.200 m), accompagnati da guide alpine e operatori glaciologici. Presenti anche i rettori di numerosi Atenei italiani, a testimonianza del valore istituzionale dell’iniziativa.

Indren, un ghiacciaio simbolo
Il ghiacciaio di Indren è stato scelto come luogo emblematico: negli anni ’70 ospitava lo sci estivo, oggi testimonia con il suo rapido arretramento gli effetti concreti della crisi climatica. Dal 1927, infatti, la sua fronte si è ritirata di circa 900 metri e il limite inferiore è salito di 250 metri di quota. La sua trasformazione è l’immagine di un cambiamento che riguarda l’intero arco alpino.

Una “montagna maestra”
CFC 2025 ha posto l’accento su due temi centrali: la drammaticità della fusione dei ghiacciai, documentata da dati e studi scientifici, e la resilienza delle comunità alpine, capaci di adattarsi ma sempre più esposte ai rischi legati al riscaldamento globale.
Il messaggio lanciato è chiaro: serve un’alleanza per “un’altra montagna”, non più soltanto luogo di alpinismo e turismo sciistico, ma spazio educativo e di consapevolezza, capace di guidare nuove forme di fruizione sostenibile.

Tra ricerca e cultura
Durante l’iniziativa è stato visitato anche l’Istituto scientifico Angelo Mosso dell’Università di Torino, centro d’eccellenza europeo per gli studi di fisiologia e ambiente alpino.
Al tempo stesso, la manifestazione ha valorizzato il patrimonio culturale delle comunità Walser di Alagna e l’area del Sesia Val Grande UNESCO Global Geopark, confermando il legame tra scienza, tradizione e territorio.

Un appello condiviso
Gli scienziati e le istituzioni presenti hanno rilanciato l’urgenza di agire: ridurre le emissioni di gas serra, adottare politiche più incisive e promuovere un futuro sostenibile. «Siamo ancora in tempo per scegliere il nostro futuro climatico – è stato ricordato –. Possiamo farlo con la cooperazione, la ricerca e una corretta comunicazione».
Il CAI, ancora una volta, ha contribuito a trasformare l’esperienza in un cammino di consapevolezza: la montagna non è soltanto scenario, ma maestra di vita e responsabilità verso le generazioni future.
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