BALTÌ, fotografie di Ugo De Berti

22 Settembre 2016

La mostra fotografica BALTÌ - realizzata dall'Associazione Amici Lorenzo con la collaborazione di Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” – CAI Torino, Città di Torino, Club Alpino Italiano, Sottosezione GEAT - presenta le fotografie scattate nella regione delle grandi montagne pakistane dal giornalista e fotografo Ugo De Berti.

Le immagini esposte sono state riprese a Skardu e nei villaggi di Askóle, Chongo, Hoto, Korphè, Monjing, Sino, Testé e Thongal. Fissano luoghi e abitudini dei baltì di città e dei villaggi d’alta quota, entrando nelle loro case, nelle scuole e negli ambienti  in cui essi svolgono la vita di relazione. Illustrano in particolare alcuni aspetti della quotidianità nei villaggi, tenacemente incastonati come gemme preziose tra impervie vallate di sassi, deserti d’alta quota e maestose cime innevate. Soprattutto, scavano nei volti e negli occhi di bambini e anziani, di donne e uomini facendo emergere la fierezza e, nello stesso tempo, le gentilezza cordiale del popolo di una delle regioni più remote del pianeta.

I Baltì rappresentano gli ultimi avamposti di umanità prima dei ghiacciai perenni del Baltoro. Vivono nella parte nord-orientale del Pakistan, nella regione montuosa del Baltistan, incastonata ai confini con la Cina e l’India, lungo i sentieri che da quasi un secolo conducono alpinisti, esploratori e portatori alla scoperta ed alla conquista di ottomila come il K2, il Broad Peak e i Gasherbrum.

Di origine tibetana per lingua e cultura, ma con volti dai tratti europei, e di religione musulmana sciita, i baltì parlano un dialetto arcaico e vanno orgogliosi delle proprie tradizioni immutate da secoli. Abitano in case di pietra e fango, circondate da oasi di verde strappate all’aridità dei sassi, in condizioni semplici e primitive, sostenendosi con un’economia di sussistenza fatta di pastorizia e agricoltura.

L’Associazione Amici Lorenzo, da quasi vent’anni, svolge attività di supporto sanitario ed educativo per le popolazioni baltì residenti nell’alta valle del fiume Braldo, operando nella memoria dell’alpinista lecchese Lorenzo Mazzoleni, scomparso il 29 luglio 1996 nella discesa dalla vetta del K2, all’età di ventinove anni, già accademico del CAI e con una carriera alpinistica di vertice davanti a sé.

L’Associazione ha costruito un ambulatorio medico nel villaggio di Askóle, situato a 3000 metri di altitudine, ultimo insediamento umano prima del campo base del K2 e ultima comunità di persone incontrata da Lorenzo nella sua vita breve, ma sempre intessuta di relazioni intense e sincere. Questo avamposto sanitario ogni anno soccorre circa 2000 persone in una zona pressoché sprovvista di assistenza medica ed è noto in tutta la regione come Lorenzo Mazzoleni Dispensary, punto di riferimento non solo sanitario, ma anche di attività culturali e sociali a vantaggio delle popolazioni locali. L’Associazione lo mantiene in attività grazie a un presidio stabile di personale infermieristico locale, al lavoro di volontari italiani e pakistani e alla generosità di numerosi donatori. I medici e i volontari dell’Associazione svolgono anche interventi in campo educativo-sanitario destinati alla popolazione scolastica: corsi di igiene e pronto soccorso per i maestri, campagne sanitarie per gli scolari e per la prevenzione di malattie endemiche.

Particolare attenzione è riservata alle giovani donne che l’Associazione sostiene sia nell’istruzione scolastica, con lezioni di base di lettura, scrittura e calcolo e con l’insegnamento delle tecniche di cucito, maglia e ricamo, sia nel periodo di gravidanza, offrendo visite di valutazione e di monitoraggio dello stato di salute.

Un altro progetto coinvolge la popolazione locale in comitati di salute per il riconoscimento dei bisogni sanitari e la pianificazione degli interventi di cura e di prevenzione, allo scopo di sviluppare una sensibilità collettiva per i fattori sfavorevoli per la salute e l’igiene dei villaggi e per le situazioni di fragilità sociale e di sottoporle in modo organico al distretto sanitario governativo con sede a Skardu, la città principale del Baltistan.

L’Associazione ha intrapreso anche iniziative per mitigare gli influssi negativi delle condizioni ambientali sulla salute delle persone. Per esempio, con la campagna “una stufa per ogni casa” ha fornito alle famiglie indigenti stufe di metallo con tubo di scarico esterno all’abitazione, per bonificare gli ambienti domestici dai fumi prodotti nelle case dalla libera combustione di legna e sterco nel focolare tradizionale.

Ugo De Berti giornalista e fotografo, dopo una collaborazione con la cattedra di Storia del Cinema dell’Università di Pavia, ha iniziato la propria carriera professionale alla fine degli anni Novanta, specializzandosi in reportage, fra i quali quelli in Tibet, nei campi profughi saharawi in Algeria e nella favela Vidigal a Rio de Janeiro. Attualmente è titolare dello studio di comunicazione UDB|studio.

Nell’agosto 2014 De Berti ha collaborato con l’Associazione Amici di Lorenzo per un progetto di documentazione fotografica e per la realizzazione di video per l’educazione sanitaria nelle scuole dell’alta valle del Braldo.

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